“Non ce la facciamo più”, cento fiaccole per il lavoratori sul nastro di Edipower. Video-Interviste

BRINDISI- “Non ce la facciamo più. Le forze ci stanno abbandonando. Siamo a 70 metri d’altezza, qui fa freddo, non mangiamo un piatto caldo da dieci giorni. Ci  aspettiamo una risposta concreta, altrimenti quando scenderemo da qui faremo un casino”. Parole dette con rabbia da uno dei quattro operai della Sogesa che da 10 giorni sono sul nastro trasportatore di Edipower. La sua voce è ormai stanca, sono sfiniti. Parla a nome di tutti, dice questo al telefono mentre giù si sta svolgendo una fiaccolata in loro sostegno. Una manifestazione organizzata  questa sera fuori dalla centrale dai sindacati Cgil, Cisl e Uil.  Sono circa un centinaio le candele accese, qualcuno speravano ce ne fossero molte di più. Tra i lavoratori c’erano anche i familiari, le mogli  e i figli degli operai che sono sul nastro.  Li incitano a non mollare.

Alla fiaccolata ha partecipato anche il sindaco  di Brindisi Mimmo Consales. Tutto questo mentre si attende che la nuova proprietaria della centrale termoelettrica presenti una proposta per i lavoratori Sogesa, ditta appaltatrice, ma anche il piano industriale per capire cosa intende fare degli impianti di Brindisi. Una proposta che sia diversa da quella presentata tre giorni fa in Prefettura, quando aveva assicurato la proroga del contratto di lavoro per due mesi per soli 4 lavoratori Sogesa. E un piano industriale  che non prevede di bruciare rifiuti a Brindisi nord

Vi proponiamo le immagini della manifestazione e le interviste realizzate durante la fiaccolata di questa sera

Lucia Portolano

1 Commento

  1. Che si chiami burocrazia, che si chiami disimpegno delle istituzioni, che si chiami insensatezza della politica o condotta immorale di un azienda, fatto sta che ci rimette sempre il più debole, il lavoratore onesto. Dedizione, impegno e serietà sul posto di lavoro non servono quando ci sono altri a decidere, e male, per te. A Brindisi ne stanno combinando una peggio dell’ altra; fin quando saremo disposti ad accettare tutto ciò mi chiedo. Le situazioni al limite del collasso, vedi Sogesa, vedi dipendenti diretti Edipower, vedi dipendenti Termomeccanica e tutti i dipendenti dell’ indotto che da questi impianti traggono sostentamento, sono ormai numerose. In maniera sfiduciata dico che ultimamente si sta ragionando in maniera troppo “politicizzata”; per prendere consensi e non scontentare ideologie filoecologiste (di soggetti che di ecologista hanno davvero poco), si guarda troppo avanti senza aspettare chi resta indietro, ovvero i lavoratori. Spero che si capisca seriamente l’ importanza di un posto di lavoro che si perde e che si smetta di parlare in ogni occasione di ricatto occupazionale, la gente ha bisogno di ritrovare fiducia nelle aziende e nello Stato. Ma è proprio qui che i conti non tornano

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