Nuovo ospedale a Fasano, ritardi nella consegna, appello di Amati : “Non sarà pronto neppure per luglio”

FASANO- Nuovo ospedale a Fasano, ritardi nella consegna, appello di Amati alla Regione. “Ieri, 25 aprile 2023, avrebbero dovuto consegnare, completato, il nuovo ospedale di Fasano. Ma purtroppo non è stato così.  E nemmeno la data del 24 luglio prossimo mi sembra credibile. Mancano ancora troppe cose da fare: circa il 20%- dichiara il consigliere regionale  e commissario pugliese di Azione, Fabiano Amati- L’ospedale è bellissimo, forse il più bello d’Italia e per questo bisogna ringraziare i progettisti e la direzione lavori, ma quando lo concepimmo e avviammo – con il governo di Nichi Vendola – non fu il pensiero sulla bellezza dell’architettura a muoverci ma la consapevolezza di un’assoluta necessità per salvare la vita alle persone e perciò terminare i lavori al più presto.  E invece no: a fare da contrappunto alle tante speranze, abbiamo avuto in regalo omissioni, inerzie e magagne.

Continuerò a seguire i lavori ogni giorno, controllando ogni centimetro e tutti i procedimenti, nella speranza di generare le più utili accelerazioni ed evitare, anche urlando e denunciando, ulteriori ritardi.” Amati analizza la situazione e spiega : “Nell’ultimo rapporto della Direzione lavori, relativo al periodo 15 marzo / 15 aprile, si evidenziano numerose criticità. Tralasciando per ora quelle contabili-amministrative, pur gravissime, con relativo aumento ancora ingiustificato di giorni e costi, allo stato sono utilizzati 1586 giorni su 1686 previsti, dopo tre diversi incrementi alla previsione iniziale di 1000 giorni. Infatti, il termine è stato oggetto di tre incrementi: il primo per 184 giorni, il secondo per 412 giorni e il terzo per 90 giorni. Il più importante degli incrementi temporali, accompagnato da una liquidazione di costi aggiuntivi pari a 7.881.919,22, fu deciso dal Collegio consultivo tecnico. Su questo punto non sono mai state riscontrate le osservazioni della Direzione lavori sulle modalità di calcolo; detto in forma molto semplice, si accreditavano somme per ritardo da Covid con decorrenza al tempo in cui il Covid non era ancora stato diagnosticato a Wuhan. Tornando alla questione del fine lavori, allo stato  residua solo il 6% del tempo contrattuale, con una produzione del 79,60%; manca dunque una produzione pari al 20,40%. Qualora gli incrementi si attestassero, come atto di estrema e irragionevole fiducia al 2% e non come quello dell’ultimo mese allo 0,29%, la fine lavori sarebbe prevista per il 24 maggio 2024. Insomma, un ritardo terribile e per molti versi ingiustificato e ingiustificabile, senza che sinora sia stata applicata dalla Asl una sola penale a carico dell’impresa. Perché?”

BrindisiOggi

 

 

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