Palazzo Nervegna a Casapound: “Il commissario revochi subito l’autorizzazione”

BRINDISI – “Il commissario prefettizio di Brindisi revochi l’autorizzazione all’utilizzo del palazzo monumentale Granafei Nervegna a Casapound, fomentatrice di odio razziale e violenza” è quanto dichiarato dall’onorevole Ludovico Vico, a seguito dell’annuncio di Casapound Italia Brindisi che il prossimo 14 febbraio sarà presentato presso palazzo Nervegna il loro candidato premier Simone Di Stefano.

“Ritengo che il commissario prefettizio del Comune di Brindisi, ancorché la locale Prefettura, che ho appena informato, – si legge ancora nel comunicato stampa di Vico – non possano autorizzare l’iniziativa politico-elettorale di Casapound nella giornata di mercoledì 14 febbraio, nella sede di Palazzo Granafei Nervegna, bene monumentale della città di Brindisi in dotazione alle autorizzazioni comunali. Ho letto l’annuncio di tale iniziativa diffuso da parte dell’organizzazione Casapound e rimango molto perplesso sul fatto che il Commissario Prefettizio abbia incautamente rilasciato un’autorizzazione in merito”.

Casapound Italia sezione di Brindisi ha organizzato nella giornata di San Valentino un incontro politico per presentare il candidato premier Di Stefano. La conferenza stampa dal titolo #DirezioneParlamento inizierà alle 10.30 a Palazzo Granafei Nervegna di Brindisi. Durante l’incontro oltre al candidato Simone Di Stefano interverranno anche Marco Canepa, candidato al Senato per Casapound Italia.

Secondo l’onorevole Ludovico Vico il commissario prefettizio Santi Giuffrè dovrebbe fare un passo indietro e ritirare la concessione a Casapuond in primo luogo: “In primis, in base al regolamento comunale di Brindisi, approvato dallo stesso Commissario con delibera n°25 del 1/9/2017, relativa alla concessione in uso temporaneo degli spazi di proprietà comunale in dotazione alla sezione “Beni monumentali” fra cui Palazzo Granafei Nervegna, all’articolo 4 del suddetto regolamento, titolato “Uso consentito”, si legge: “I locali e gli spazi sono dati in uso con provvedimento del dirigente del settore di competenza, per incontri, conferenze, mostre, concerti, celebrazioni, manifestazioni con finalità mirate allo sviluppo della vita culturale, sociale, civile e di aggregazione […]”.

E poi perché: “Il profilo di Casapound non consente di inserire il suo agire tra le attività per lo ‘sviluppo della vita culturale, sociale, civile e di aggregazione’, anzi la suddetta organizzazione è portatrice di intolleranza sociale e di incitazione alla violenza. Inoltre, i fatti più gravi e generali che si stanno verificando nel Paese, riferiti all’intolleranza e all’odio sociale, avrebbero dovuto far riflettere il Comune di Brindisi, nel rilascio di tale autorizzazione, foriera ovviamente anche di tensioni nell’ordine pubblico”.

“Sono convinto che il commissario prefettizio e il prefetto, provvederanno ad evitare qualunque tensione nella democratica città di Brindisi” conclude l’onorevole.

BrindisiOggi

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