Pillole d’arte, Hopper e la sospensione

Snim 2024

NEL LIBROSO MONDO DI FRANCESCA (RUBRICA)- Ciò che amo dei dipinti di Hopper è l’atmosfera di sospensione che li circonfonde… quell’aura atemporale e aspaziale che li correda, il non poterli ascrivere ad un momento determinato del pensiero… ogni opera è uno scorcio sulla vita di qualcuno o qualche luogo, indefiniti sempre e non circoscrivibili; non interessa cosa sia accaduto prima o dopo l’attimo cristallizzato sulla tela… quel che importa è il qui ed ora bloccato e isolato, eternato… perchè proprio il qui e ora è l’essenziale, la briciola di tempo acciuffata e tenuta avvinta per un impercettibile istante. Le sue opere sono aperte: ognuno può leggere ciò che vuole in esse, non c’è univocità di chiavi di lettura… prendiamo “Summerevening”:due ragazzi al fresco di una veranda in una serata estiva, quanto di più prosaico esista… eppure ci raccontano innumerevoli storie, aprono finestre sterminate… cosa staranno facendo? Forse chiacchierano distrattamente dopo cena, oppure discutono… di cosa? Staranno litigando o pianificando… sono una coppia sposata o fidanzata? Li guardiamo da un angolo nel giardino antistante e non possiamo che sentire anche noi la tepidezza della notte sulla pelle e percepire la luce fredda tipica delle illuminazioni delle case vicino al mare, quasi viene spontaneo fare dei passi per unirci alla conversazione dei ragazzi. Uno dei dipinti che mi affascinano maggiormente è “Cape CodMorning”:una donna protesa a dare uno sguardo al sole che illumina il giardino fuori dalla vetrata della casa, è una signora ancora giovane, con una semplice acconciatura raccolta, pratica per stare in casa e occuparsi del lavori domestici, vestita in maniera essenziale, non indossa gioielli; tutto è sobrio e misurato in lei eppure… la cogliamo in un attimo di fantasticheria… non ha potuto fare a meno di fermarsi nel bel mezzo delle quotidiane occupazioni – è in piedi e si protende verso la luce esterna poggiandosi sul tavolino addossato alla veranda – e sporgere la mente a ciò che è fuori casa, la luce le inonda il viso e leviga i pensieri… chissà cosa vede davanti a sè… il sole è alto e inonda il paesaggio, la donna è silenziosa e serena, il suo sguardo è sereno e trasognato: ha una vita tranquilla e appagante ma non ha perso la voglia di volare e di sorprendersi di una mattinata di vita… In “Summertime” quello che cattura la mia attenzione è la tenda mossa dal vento della finestra aperta sulla strada: meravigliosa!Anche qui, come in tutti i dipinti di Hopper, grande protagonista è la luce, una luce piena e implacabile che investe tutto e tutto svela ma senza drammaticità: la realtà che ci presenta non teme di svelarsi, è tutto consapevolezza e calma nel bene e nel male… la brezza che si insinua in casa ci ristora dall’afa che percepiamo e siamo il passante che la ragazza sui gradini guarda con noncuranza… nonostante per la maggior parte si tratti di dipinti che ritraggono paesaggi, figure isolate o piccoli gruppi non riesco a non sentirmi rasserenata nell’osservarli… non traspare mai tristezza o reale senso di solitudine… guardiamo “EarlySundayMorning”:una istantanea di un tratto di una strada con vetrine di negozi ancora chiusi, la luce del sole comincia ad allungarsi sul giorno, la via è vuota e silenziosa ma su tutto non posso non sentire aleggiare un senso di promessa e di attesa di ciò che è di là da venire, una giornata piena di piacevoli e pigre occupazioni, dietro alle finestre tra poco si prepareranno colazioni ricche e ci si appresterà a gite fuoriporta… Ciò che Hopper sembra suggerirci è sempre un punto di osservazione, uno spunto, un pretesto che apra una finestra di riflessione… partendo da un dettaglio apparentemente prosaico, semplice, immediato per varcare la soglia dell’immediatezza e invitarci a spingerci più in là… a scoprire il velato, il non superficialmente percepibile, quanto è celato dietro al quotidiano ed abituale, dietro a quanto pensiamo con certezza di ritenere e conoscere… un invito a sospendere le categorizzazioni date e accantonare i canoni di lettura del reale per realizzare che ogni esistenza è mille infinite esistenza ulteriori… che sono probabilmente le più autentiche… e quella visibile e sensibile è solo la patina che protegge quelle sostanziali e sincere dai graffi di sguardi invadenti e importuni…

Francesca Goduto

1 Commento

  1. Vivi complimenti a Francesca per la sua analisi profonda, ricca di spunti, illuminante. Ha parlato di Hopper e di alcune sue significative opere con amore e competenza, interessando e coinvolgendo anche chi non conosceva o conosceva poco il maestro statunitense. E così che si fa cultura e divulgazione!

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