Privatizzazione asili nido, i sindacati chiedono il confronto con il Comune

BRINDISI- Privatizzazione asili nido, i sindacati chiedono il confronto con il Comune. CGIL CISL UIL  territoriali rilevano di non essere stati informati, in sede di ultimo incontro, il 23 aprile u.s. con l’Ambito Territoriale BR/1, della volontà del Comune di Brindisi di privatizzare i quattro asili nido che finora hanno funzionato con una gestione mista.

L’asilo nido è servizio regolato dalle Legge regionale sulle politiche sociali  ed inserito nei Piani Sociali di Zona, quindi tale decisione doveva essere oggetto di confronto con le Parti sociali prima dell’approvazione di qualsivoglia delibera.

La Giunta comunale ha, invece, ritenuto di agire unilateralmente pur sapendo che le OO. SS. confederali si sono sempre opposte alla privatizzazione, a maggior ragione adesso che  l’asilo nido non è più considerato un servizio a domanda individuale ma un servizio educativo a tutti gli effetti.

E’ per questo che, più volte, era stato ribadito al Comune di Brindisi che, in mancanza di risorse economiche,  l’unica alternativa alla gestione diretta è la gestione mista, perché  consente all’Ente di svolgere al meglio le funzioni e i compiti indicati nella normativa vigente.

Oltretutto, quanto è riportato nella relazione d’indirizzo della delibera di Giunta del 5 maggio u.s. in merito alle motivazioni della privatizzazione,  sono ormai concetti superati,  simili a vecchie delibere comunali precedenti al 2017, quando ancora l’asilo nido era un servizio a domanda individuale.

Ciò che più lascia perplessi è la convinzione della maggioranza di Governo della città  che, con una completa esternalizzazione del servizio, non cambi nulla se non in termini di risparmio per l’Ente.

In una fase storica in cui si sta tornando a reinvestire nel pubblico e dove persino il PNRR contiene specifiche linee di finanziamento per questo specifico servizio, la scelta del Comune di Brindisi si caratterizza come anacronistica e controcorrente.

CGIL CISL UIL  territoriali chiedono, pertanto, l’annullamento della delibera in questione e la riapertura di un confronto rispetto al taglio del 20 per cento sui servizi sociali, su cui esse si sono sempre dichiarate contrarie.

“Non si può colpire un settore fondamentale per la garanzia dei diritti socio-assistenziali di cittadine e cittadini- dicono-  in un comune come il Capoluogo che, oltretutto, detiene le tariffe più alte in termini di tassazione locale”.

BrindisiOggi

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