Processo Greenpeace, Enel: «Danni ingenti per l’azienda e per l’ambiente»

BRINDISI – «Poiché non era possibile interrompere la produzione della centrale a carbone nelle ore in cui ha avuto luogo il blitz di Greenpeace, Enel, per evitare problemi al sistema elettrico nazionale, ha dovuto alimentare i quattro gruppi dell’impianto di Cerano con olio combustibile». Sarebbe stato questo uno dei danni, secondo quanto riferito oggi in aula dall’ingegner Fausto Bassi, ex responsabile della centrale Federico II di Cerano, provocato dalla protesta che gli attivisti di Greenpeace hanno inscenato l’8 luglio 2009, in occasione del G8 dell’Aquila. Per quella dimostrazione, 13 militanti ambientalisti sono a processo a Brindisi. Le dichiarazioni rese da Bassi in qualità di teste citato dall’accusa, rappresentata in aula dal pm Marco D’agostino, servirebbero a provare che gli attivisti chiamati a giudizio avrebbero sabotato il normale lavoro della centrale, causando gravi danni all’azienda ma anche all’ambiente.

«Abbiamo bloccato l’asse attrezzato – ha spiegato Bassi – perché altrimenti sarebbe stata in pericolo l’incolumità delle persone che ci erano salite. È stata una decisione di Enel, sollecitata anche da altri». Gli ambientalisti, secondo i rilievi effettuati dalla Digos, salirono in cima alla torre più alta dello stabilimento per dipingere la parola “Stupid”. Altri, invece, srotolarono uno striscione con un slogan contro i cambiamenti climatici. Il blocco del nastro trasportatore, secondo la testimonianza di Bassi, avrebbe causato, quindi, dei danni ingenti, non solo all’azienda. «Siamo stati obbligati ad adoperare olio combustibile per alimentare la centrale e si tratta di un combustibile che costa molto di più rispetto al carbone e che ha un contenuto di zolfo sicuramente superiore. Se con il carbone siamo nettamente sotto la soglia del 2%, con l’olio combustibile la si supera».

Danni economici e ambientali, dunque. Bassi ha anche parlato di un presunto sabotaggio al montacarichi della ciminiera. La prossima udienza è fissata per il 20 maggio: in quell’occasione sarà la volta dei testimoni della difesa. Gli imputati hanno chiamato tre teste tra cui il climatologo James Hansen e l’ex ministro Edoardo Ronchi che riferiranno al giudice monocratico Vittorio Testi di questioni normative e ambientali.

BrindisiOggi

1 Commento

  1. E’stato squarciato il velo di omertà che da troppo tempo copriva gli attentatori dell’ambiente brindisino e finalmente conosciamo i nomi:Greenpeace!

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