Quell’impianto costato 14 milioni di euro e mai funzionato, “le anomalie ci sono sempre state”

BRINDISI- Ora ci sono i sigilli a quella specie di corpo del reato dell’inchiesta che ha portato all’arresto del sindaco Mimmo Consales.  L’impianto di biostabilizzazione e cdr mai entrato in funzione, portato come zavorra dal 2004, costato alla comunità di Brindisi milioni di euro. Avrebbe dovuto dividere la frazione umida da quella secca per produrre cdr così da non mandare tutto in discarica, ha prodotto solo una  montagna di spesa per i contribuenti.  E’ stato collaudato nel 2004 ma non ha mai ottenuto le autorizzazione per funzionare. Da all’ora in poi sino al 2010 anno in cui il Tar ha sospeso la delibera,   il Comune di Brindisi (allora c’era il sindaco Domenico Mennitti)  ha speso 36.mila  euro al mese, iva compresa, ( oltre 70 milioni lire ) per la manutenzione dell’impianto ad una società  senza alcuna gara, ma con un rinnovo continuo. Una spesa di quasi 3 milioni di euro.

Un danno economico  rilevante per le casse comunali. Infatti dopo l’espletamento della gara regolare l’appalto è stato assegnato per l’importo mensile di 19mila euro molto inferiore alle 36.000 euro mensili  corrisposte precedentemente.

Il servizio  di custodia e di manutenzione e era necessario, si disse nella delibera del 2004, in quanto essendo un impianto ad alta tecnologia,  non poteva essere lasciato in stato di abbandono, sia per  evitare danneggiamenti e furti, sia perché necessitava, anche nel periodo di fermo, di interventi di manutenzione conservativa, al fine di evitarne la rovina.

Ma altro che manutenzione, nell’impianto furono puoi trovati anche mezzi rubati e zone completamente distrutte.

Questo allora fu molto evidenziato dall’ex consigliere comunale del Pd Enzo Albano. Dopo 12 anni le cose a quanto pare sono anche peggiorate.

L’impianto è costato 23 miliardi di lire di fondi Cipe  a questo si devono aggiungere 3 milioni di euro per la manutenzione e custodia.

Nel 2007 la Regione Puglia evidenziò le mancate autorizzazioni dell’impianto, diffidando il comune di Brindisi, ad attivare il biostabilizzatore, altrimenti avrebbe decurtato 9,5 milioni di euro.

Solo nel dicembre 2009 dopo la conferenza di servizi, è stata attivata la fase autorizzativa,  con l’affidamento di un incarico ad un professionista esterno.

Poi arriva la gara d’appalto vinta dalla Nubile bloccata dal commissario prefettizio Bruno Pezzuto dopo la segnalazione dell’Antimafia della ditta (in odor di mafia) che aveva dato a Nubile le garanzie per poter partecipare. A sbloccare tutto ci pensa Consales , ma l’impianto ormai è vecchio e obsoleto. La Regione chiede degli adeguamenti. Il sindaco Consales firma un’ordinanza contingibile e urgente con la quale autorizza l’utilizzo.

Secondo un tecnico della Procura di Brindisi quell’impianto non ha mai funzionato, la maggior parte dei rifiuti venivano gettati in discarica senza trattamento, discarica gestita dalla stessa Nubile sino al giorno del sequestro preventivo. Per il solo 2014 è stato calcolato un danno ai Comuni di 500mila euro. la Nubile in quello stesso anno avrebbe avuto un maggior guadagno  di 3milioni2mila euro

Lucia Portolano

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