Raphael Gualazzi a Torre Regina: “La musica? il mio errore più felice”

BRINDISI-Seduto su uno sgabello con davanti i tasti di un pianoforte, non si direbbe ma Raphael Gualazzi, il talento più brillante della musica d’autore italiana, ospite sabato sera (20 luglio) sul palco di Torre Regina Giovanna, è un ragazzo schivo e umile, quasi timido, verrebbe da pensare. La scintilla che lo accende, come prevedibile, è la musica, la grande passione della sua vita.

 Ragioniamo un attimo per categorie. Dove si colloca Raphael Gualazzi come artista?

“Non sono un grande fan di definizioni o etichette. Affronto la musica a tutto tondo come compositore, arrangiatore, interprete, pianista e cantante. Potrei dire che sono un jazzofilo perché, pur non essendo un jazzista, amo il jazz e porto avanti questa tradizione. Sono spesso ospite di festival jazz in giro per il mondo. La mia musica è eclettica e tocca molti colori e ritmi proprio perché sono abituato ad ascoltare e a suonare generi diversi. Diciamo che mi piace giocare con le note”.

 Qual è la strada che hai percorso per arrivare a “Happy mistake”, il tuo ultimo lavoro, che ha in sé una varietà infinita di sfumature musicali e melodiche?

“L’inizio del mio percorso è molto classico. Ho studiato diversi anni in conservatorio anche se, fin da bambino, i miei ascolti hanno spaziato dal jazz all’r&b, dal rock alla classica. Durante il periodo di studio ho avuto anche diversi gruppi con cui mi sono approcciato per la prima volta alla composizione e alla scrittura ma era, per lo più, un gioco. A 21 anni ho sentito l’esigenza di una scrittura più strutturata che unisse la tradizione della musica classica a quella afroamericana, che poi altro non è che il ragtime e lo straight piano. Questo percorso ha portato alla mia prima pubblicazione, nel 2005, e alle esibizioni in America, Asia ed Europa. Dall’incontro con Caterina Caselli e la Sugar, invece, è nato “Reality and fantasy” del 2011, l’esperienza sanremese e ora questa tournée. Con la full band di 9 elementi che mi accompagna proporrò una scaletta live con delle rivisitazioni da “Reality and fantasy”, una selezione da “Happy mistake” e dei tributi ai classici della musica italiana e afroamericana riarrangiati a modo mio”.

Pur essendo così giovane, hai suonato spesso all’estero. L’essere italiano si è rivelato un valore aggiunto o ha costituito un handicap?

«L’italianità, soprattutto in Europa, significa raffinatezza e io sono orgoglioso del mio essere italiano. Siamo molto apprezzati per la nostra particolarità. Per questo, anche all’estero, cerco di dare il massimo per rappresentare al meglio il nostro paese».

Sabato sarai ospite di Torre Regina Giovanna, un posto molto diverso dai teatri in cui sei di casa molto spesso. Il tuo set risentirà di questo cambio di location così marcato?

“Sono molto contento di venire a suonare in Puglia e ho sentito parlare molto bene di Torre Regina Giovanna, sembra che abbia un qualcosa di magico. Ho suonato in tanti posti molto diversi tra loro. Una volta, addirittura, abbiamo tenuto un concerto a 2500 metri d’altitudine: hanno dovuto trasportare il piano con un elicottero e mancava l’ossigeno. Abbiamo suonato per 2 ore. Un concerto tiratissimo, mi sono divertito molto. Sono queste esperienze così diverse che arricchiscono il vissuto artistico di un musicista, anche dal punto di vista umano”.

 Il tuo ultimo disco s’intitola “Happy mistake”. Qual è stato l’errore più felice di Raphael Gualazzi?

“Mettermi a suonare. Perché da semplice gioco, la musica è diventata la passione più grande della mia vita”.

 Maurizio Distante

 

 

 

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