Registro Tumori, la Cgil attacca: «Tempo e soldi buttati, nulla ancora è stato fatto da enti e istituzioni»

BRINDISI – Molto rumore per nulla. Si può prende in prestito una celeberrima opera del Bardo Shakespeare per riassumere in un motto il grido d’allarme proveniente dal Antonio Macchia, segretario provinciale della Cgil Funzione Pubblica, circa lo stato dell’arte del registro tumori della provincia di Brindisi.

«Nei giorni scorsi si sono tenuti sul territorio due eventi di interesse nazionale: il 31 marzo e l’1 aprile, a Brindisi, presso la sede dell’Autorità Portuale, c’è stato il convegno “Ambiente e salute nelle attività delle Agenzie di Protezione ambientale: esperienze, nuove sfide e proposte operative” che ha riunito i vertici tecnici e amministrativi delle Agenzie Regionali per l’Ambiente e di Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, con una presenza qualificata dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, di Regioni ed Enti Locali, oltre che di associazioni ambientaliste e imprenditoriali; dal 9 all’11 aprile, invece, a Taranto, l’Università degli Studi Aldo Moro ha ospitato la “XVIII riunione Scientifica Annuale dell’Associazione Italiana Registri Tumore”, evento che ha messo a confronto le esperienze dei diversi Registri Tumore Italiani. Ebbene, dopo i 5 giorni dei due convegni, abbiamo capito che il problema dell’area a elevato rischio ambientale di Brindisi è stato risolto… Ignorandolo! In tutta la provincia non si è visto un manifesto di annuncio, non si è ascoltata una comunicazione sul tema, non è giunta alcuna reazione alle tesi dibattute, niente».

Macchia punta il dito contro istituzioni ed enti che avrebbero dovuto, in questi anni in cui il problema ambientale si è fatto sempre più pressante, istituire il registro dei tumori e, invece, non sono stati in grado di mettere in piedi la macchina amministrativa e tecnica utile allo scopo. «Ci siamo chiesti – ragiona il segretario Cgil – come mai non venissero presentati i dati del Registro Tumori di Brindisi, per il quale, peraltro, il Comune ha stanziato 25mila euro. Abbiamo così scoperto che l’Asl ha istituito un gruppo di lavoro e un tavolo di coordinamento di tale registro, con una delibera risalente al marzo 2011; ha nominato un coordinatore del registro con delibera del  maggio 2012; ha indetto ed espletato un avviso di mobilità interna per 3 operatori per il registro, con delibera dell’ottobre 2012 e ha pubblicato la relativa graduatoria, con delibera del dicembre 2012. Ai tanti atti formali, però, non ha fatto seguito alcun provvedimento sostanziale».

Dopo 16 mesi dalla delibera della graduatoria, sempre secondo Macchia, nessun operatore è giunto al registro. «Questo – prosegue il sindacalista – anche in spregio alla delibera della giunta regionale che stabilisce che “Il Registro Tumori Puglia, a partire dall’anno 2013, rappresenta un’attività istituzionale delle Agenzie ed Enti del Sistema Sanitario della Regione Puglia […] Con individuazione del referente medico responsabile e idoneo personale dedicato […] Costituito da almeno una unità addetta alla codifica e da una unità addetta alla rilevazione dei casi“». I 25.000 euro stanziati dal Comune di Brindisi, quindi, non sarebbero stati utilizzati, secondo la Cgil, per implementare il Registro Tumori della provincia di Brindisi ma solo per assumere l’unità addetta alla rilevazione dei casi che la delibera regionale prevede come obbligo dell’Asl. «In definitiva – conclude Macchia – tante deliberazioni, tanto denaro, ma il Registro Tumori dell’Asl di Brindisi non funziona: i casi della provincia vengono ancora codificati a Bari dal Centro di Coordinamento del Registro Puglia che, conseguentemente, è l’unico gestore della banca dati».

BrindisiOggi

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