Renna: “Nel porto la politica continua ad autodelegittimarsi, il comitato faccia qualcosa”

BRINDISI- Fa discutere la proposta del presidente dell’Autorità portuale Hercules Haralambides di nominare Cosimo Casilli, politico leccese del pd, a segretario generale dell’ente, si scatenano le reazioni. Riceviamo e pubblichiamo integralmente l’intervento del consigliere comunale  di maggioranza Francesco Renna che  lancia un appello, ai componenti del comitato portuale, compreso al sindaco,  per  bloccare la nomina politica.

“Essere collocati nel centro geo-economico delle rotte del Mediterraneo non basta più a vincere nella competizione con gli altri Paesi, se non si è in grado di far funzionare le infrastrutture logistiche di cui Madre Natura ti ha generosamente dotato.

Fino a qualche tempo fa una fortunata collocazione geografica bastava a determinare le fortune di un’economia. Ora non più!

L’approccio burocratico e la lentezza nella gestione delle pratiche; la carenza di interporti per combinare le modalità logistiche mare-ferro-gomma; le discipline normative che frenano, anziché agevolare la fluidità e la velocità nel trasporto rappresentano sempre più gravi freni allo sviluppo di un’intera economia. Senza contare i danni provocati dalla gestione dei porti da parte di quella specie di consiglio di amministrazione costituito da ‘nominati’ degli enti pubblici territoriali e ministeriali, sempre più spesso indicati più per accontentare questo o quel politico invece che per gestire con efficienza la ricchezza di un territorio.

Vi è quindi la necessità di una svolta significativa fondata sulla capacità di privilegiare competenze e motivazioni vere, di arrivare senza patemi a privatizzare ed affidare la gestione a chi vuole far funzionare la struttura portuale. Se necessario ricorrendo anche ad imprenditori e soggetti “esteri”.

Tutto questo rappresenterebbe un modo per dare forza e serietà allo sviluppo dei porti e della navigazione marittima che dovrebbe sempre più avere la capacità di sostituire il trasporto su strada. A questo proposito è interessante l’esperienza di Atene e del suo principale porto, il Pireo , dove l’acquisizione del controllo del principale terminal merci da parte del colosso commerciale cinese “Cosco”, ha fatto aumentare i traffici merci del 70%, coinvolgendo quasi esclusivamente maestranze greche. Incredibilmente, il Pireo è tornato ad essere una delle attività economiche più in forte sviluppo della Grecia in un momento di crisi generale, proprio grazie alla dimensione privatistica della sua gestione.

In Italia non possiamo che auspicare un modello di questo tipo, che sia fondato su meno burocrazia, più interporti e altre infrastrutture necessarie per l’intermodalità, sull’espansione dell’uso della ferrovia direttamente legata al trasporto marittimo.

In poche parole, meno “chiusure mentali” verso le privatizzazioni e la presenza di capitali e gestori esteri; più capacità di “fare rete” tra porti diversi, aiutandosi a vicenda e non facendosi la guerra. Tutto questo potrebbe rilanciare il trasporto marittimo e il valore economico, politico e culturale che il nostro porto non riesce ad esprimere

Infine, come ultima considerazione, c’è il tema del rapporto tra Porto e Città.

Il porto è città, non può essere qualcosa di diverso da essa: i cittadini, il lavoro che essi svolgono ed esprimono, la loro vita associativa, deve avere comunicazione con le attività del porto, deve integrarsi con esso; e il porto a sua volta deve integrarsi con le attività e le peculiarità della città in cui esso vive.

Esperienze di questo modo di “essere porto” esitono già in tutte le città del Nord Europa; ma anche in quelle del Mediterraneo (Barcellona, Valencia) e anche in alcune italiane (Genova, Trieste).

La città di Brindisi che si affaccia sul mare deve tornare ad essere un tutt’uno con il suo porto, che è parte integrante ed innovativa della città e del tessuto urbano.

Sarà mai possibile iniziare un percorso di questo tipo nel nostro porto e nella nostra città?

Vorrei concludere questo mio intervento con alcune considerazioni sulla prossima nomina del Segretario Generale del Autorità Portuale di Brindisi

Tale nomina, nella previsione della legge 84/94, è compiuta dal Comitato Portuale, su proposta del Presidente. Ciò fa sì che le responsabilità conseguenti facciano capo ai singoli componenti del Comitato e non solo sul Presidente, la cui proposta può essere approvata o meno.

A riprova di ciò, è utile rammentare il precedente già occorso all’Autorità Portuale di Brindisi, a cui la Corte dei Conti ha richiesto il risarcimento delle somme percepite dalla dott.ssa Prete, allorché la stessa nel 2007 fu nominata Segretaria Generale senza averne i requisiti, come sentenziato dal Tar Lecce, in accoglimento di un ricorso.

Le circostanze esposte divengono oggi attuali alla luce dell’annunciata intenzione del Presidente Haralambides di nominare quale Segretario Generale un personaggio proveniente dal mondo della politica, ma sprovvisto dei requisiti professionali specialistici prescritti dalla legge (art.9 della legge 84/1994).

Appaiono scontati a questo punto, e con ampia possibilità di vittoria, i ricorsi che saranno prodotti contro tale nomina, qualora la stessa venga effettuata, così come saranno passibili di risarcimento dei danni su richiesta della Corte dei Conti quei componenti del Comitato che dovessero votare a favore.

Dispiace però constatare che la legalità nel porto di Brindisi debba essere salvaguardata solo attraverso i tribunali e che la politica continui a auto-delegittimarsi, preferendo la tutela di spiccioli interessi autoreferenziali, piuttosto che privilegiare la salvaguardia dell’interesse pubblico per un porto che ormai è vicino al collasso finale.

Chiedo pertanto a tutti i componenti del Comitato Portuale – a cominciare dal sindaco – di fare in modo di non privarci di un sogno, che è quello di poter assistere alla rinascita delle attività economiche del nostro porto e della sua riappropriazione da parte della città.

 

Francesco Renna

Consigliere Comunale di Brindisi

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