Rock’n’roll party, lo spirito del rock anni ’50 sbarca al Dopolavoro

BRINDISI – «Il rock’n’roll ha una sorta di aura di rivoluzione permanente, senza tempo, di sfida a tutto, inclusa la natura stessa». Parola di John Waters, uno dei più folli registi che Hollywood abbia mai conosciuto. Come non dargli credito? In realtà non serve scomodare il signor Waters per riconoscere il potere del rock’n’roll. Basta farsi un giro a Erchie o, come sabato sera, a Brindisi e la magia del rock’n’roll che pervade l’aria s’insinuerà fino al midollo.

Ciuffi a banana, pin up, bretelle, jeans a vita alta, acconciature supercotonate, tatuaggi coloratissimi, bomber d’ordinanza, il tutto condito da un’abbondante dose di rock’n’roll. Sono questi gli ingredienti giusti per la ricetta che da quasi 10 anni fa ballare e tornare indietro nel tempo giovani d’ogni età del Salento che non vive di soli pizzica e reggae. Il Rock’n’roll party di Erchie, anche nella sua edizione invernale, è ormai un brand vincente del territorio, lo dicono i numeri che accompagnano ogni puntata dell’evento che oltrepassa i confini della musica, facendo diventare il suono uno stile di vita. Nel suo peregrinare, arrivato fino a Lecce, però, il carrozzone colorato, tirato avanti da Cadillac e Chevrolet, finora aveva mancato il capoluogo messapico, e su Brindisi la bandiera del rock’n’roll non era stata ancora piantata.

Almeno fino a sabato sera, quando i nipotini di Clem Sacco sono sbarcati al Dopolavoro, l’ex cinema Universal, nei pressi della stazione, da qualche tempo riconvertito in live club. Varcare le porte del locale equivale a effettuare un salto temporale di almeno 50 anni: salopette, brillantina e basettoni sono un must, fra gli appassionati, tanti, che si mescolano con la fauna locale, divertita dall’esplosione di colori e dalla freschezza che la musica sparata dalle casse trasmette. Ad aumentare il grado d’integrazione tra i rockettari venuti dal passato e i giovanotti e le signorine dei giorni nostri c’erano, come negli altri eventi targati Rock’n’roll party, alcune postazioni di coiffeur e make up artist che hanno offerto gratuitamente ai bulli e alle pupe un restyling dal marcato gusto retro: per la serie un ciuffo a banana non si nega a nessuno.

Per chi volesse un ricordo permanente del viaggio nel tempo, una tatuatrice, rigorosamente in outfit da pin up, era pronta con la sua macchinetta a stampare indelebilmente sulla pelle un motivo old school. Sul palco, intanto, i musicisti scaldano le ugole e fanno vibrare i contrabbassi perché, per le prossime 4 ore circa, si deve ballare. Gli Strike aprono con un concerto carico di vibrazioni country e rock’n’roll e gli Adels proseguono in grande stile, ricalcando i passi del mitico Jerry Lee Lewis che col suo pianoforte lanciò roventi Great balls of fire sulla benpensante America degli anni ’50. La pista non basta a contenere l’euforia à la Happy Days che i due gruppi riversano sul pubblico e fuori, nel piazzale che dà sulla stazione di Brindisi, c’è chi si prende una pausa prima di tornare, neanche fossero Marty McFly al volante della DeLorean in Ritorno al futuro, nel 1955. Il viaggio nel tempo, però, finisce quando gli altoparlanti smettono di trasmettere il caro vecchio rockabilly. Si ritorna nel 2014. Almeno fino a quest’estate, quando il party tornerà, più grosso, colorato e rumoroso che mai.

Maurizio Distante

Foto: Silvana Padula

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