Sanità, blocco delle assunzioni e contenimento della spesa, i sindacati insorgono

BRINDISI- “Dal piano nazionale a quello regionale non vorremmo che ad essere vittima sacrificale dei tagli  anche peggio di come lo è stata finora, fosse proprio la Asl di Brindisi ed i servizi offerti ai cittadini”. Così il segretario generale della CGIL Brindisi sulle difficoltà della sanità brindisina. La Regione Puglia, infatti, ha   messo un freno ai conti della Sanità ma le organizzazioni sindacali insorgono. L’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese, le ha chiamate “misure straordinarie per il contenimento della spesa”, misure mirate a bloccare gli sprechi e contenere uno sforamento della spesa che di fatto la Regine Puglia non può più permettersi dopo aver ripianato 450 milioni di euro con soldi extra che il prossimo anno non saranno più disponibili. Ma gli effetti di questa scelta, dicono i sindacati, sono devastanti per il servizio pubblico, in particolare nella provincia di Brindisi dove già da tempo gli ospedali sono in affanno. “La deriva imboccata col Documento di economia e finanza (Def) che riduce la spesa per la Sanità pubblica (la più bassa tra tutti i paesi europei), la storica sperequazione del Fondo di riparto per le regioni, quanto si vuol fare avviando il disegno di Autonomia differenziata, da parte del Governo nazionale rappresentano un colpo fatale inferto alla sanità pubblica- dice Macchia- E tutto ciò si aggrava anche con la richiesta alle regioni di un piano di rientro per colmare dei buchi impressionanti. Il Sistema sanitario nazionale però in questo modo rischia di essere completamente smantellato perché anziché essere distribuite e aumentate le risorse vengono ridotte ancora di più. Nella provincia di Brindisi tutta questa situazione è ancora più grave. Vorremmo conoscere i dati relativi alla mobilità passiva infra regionale, ma anche quella infra provinciale, perché tanti brindisini sono costretti ad abbandonare il territorio se vogliono curarsi e moltissimi altri hanno già smesso di farlo”. I sindacati sono pronti a manifestare e fanno sapere che scenderanno in piazza nel capoluogo, protesteranno a Bari e saranno anche a Roma. “Occorre uno sforzo straordinario- conclude Macchia-  per cambiare questa situazione ma dobbiamo farlo tutti insieme”.

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