Scoperte 23 discariche a cielo aperto, avviata la bonifica

BRINDISI – Continua in maniera sistematica ed incessante il controllo dei carabinieri del comando provinciale di Brindisi teso alla tutela del bene collettivo della sanità pubblica, mediante l’immediata individuazione e richiesta di bonifica di tutti quei luoghi interessati dal fenomeno. Infatti, nel mese di dicembre 2017, con controlli su tutto il territorio del brindisino, sono stati documentati ben 23 siti interessati dall’abbandono dei rifiuti per i quali come previsto dalla normativa di settore, Decreto Legislativo 152/2006, sono state interessate le Autorità amministrative per le prescritte opere di ripristino e bonifica.

Tali puntuali interventi, oltre a rendere alla collettività il primario ed essenziale servizio della salubrità pubblica, contribuiscono in maniera efficace a restituire al territorio in cui viviamo, e quindi alla popolazione, quella bellezza paesaggistica che, purtroppo, troppo spesso, viene calpestata.

Tali comportamenti, connotati da scarsissimo senso civico, dequalificano il territorio, riverberandosi pure in maniera indiretta sullo stato di salute anche economico della provincia, danneggiandone inevitabilmente la qualità della vita, l’immagine e nondimeno l’”appetibilità” per tutti quei turisti, anche stranieri, che puntano a voler trascorrere qualche giorno nel territorio provinciale e nazionale.

È anche questo dunque, in linea con le finalità indicate negli artt. 2 e 4 del Decreto Legislativo 152/2006, che recepisce e attua a sua volta varie stringenti direttive europee, lo spirito con cui i controlli dei Carabinieri nella provincia proseguiranno in maniera serrata, nello specifico settore.

Al riguardo, peraltro, pesanti sono le ripercussioni sanzionatorie per tutti coloro i quali saranno individuati quali trasgressori della specifica normativa a salvaguardia dell’ambiente. In particolare, la specifica condotta è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria fino a 3mila euro, cifra che viene raddoppiata per raggiungere i 6mila euro qualora lo sversamento riguardi rifiuti pericolosi (materiali infiammabili, corrosivi, di provenienza industriale, amianto, ecc.).

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