Senza una casa dormono in auto sul lungomare: “Siamo disperati, cerchiamo un lavoro”

BRINDISI- La storia di Lorenzo D’Amici e di sua moglie, una coppia di 40enni, lui brindisino, lei albanese, è una storia d’immigrazione come tante, ma alla rovescia. Di solito, si lascia la propria terra per una più ricca e si rientra a casa quando le cose vanno meglio: D’Amici, spinto dalla necessità, è partito dall’Italia verso l’Albania, paese che ancora non ha raggiunto gli standard italiani, ed è tornato in patria con più problemi di prima.

La coppia, infatti, ha fatto rientro a Brindisi da 5 giorni e, dopo due notti passate nell’Hotel Venezia, ha dormito in auto, una Fiat Punto. «Indossiamo gli stessi abiti da più di una settimana. È una cosa degradante». Le suore vincenziane di Brindisi si sono offerte di pagare altre due notti in albergo ma, ovviamente, la soluzione è temporanea. Un altro po’ di tempo, comunque, per cercare una via d’uscita a una situazione che stanno vivendo e che, però, sembra dura da sbloccare.

«Ci siamo rivolti ai servizi sociali – racconta D’Amici – ci hanno detto che per noi non ci sono fondi. Siamo passati dall’assessore (Marika Rollo, ndr) e la risposta è stata la stessa. Ci ha detto che non ci possono neanche pagare qualche notte in albergo per evitare di dormire in auto».

La storia. D’Amico e sua moglie hanno lasciato Brindisi 5 mesi fa, alla ricerca di una vita migliore. Una nipote di sua moglie gli disse che la sede albanese di Teleperformance, azienda che gestisce call center in tutto il mondo, offre posti di lavoro a 1000 euro al mese. Basta solo trasferirsi a Durazzo. La coppia, che non versava in una situazione economica delle migliori, non ci pensa su due volte e accetta l’idea di un cambio radicale e definitivo di vita. Lorenzo, infatti, percepiva un’indennità di disoccupazione da 800 euro al mese, che scadeva proprio quando era prevista la loro partenza, e sua moglie è una casalinga. Questo conto alla rovescia verso l’incertezza, probabilmente, ha spinto i due a non ponderare in maniera adeguata la situazione, escludendo la possibilità che qualcosa potesse andare storto. Lorenzo e sua moglie, comunque, caricano la loro Fiat Punto e s’imbarcano verso la loro nuova vita. Che, però, non si rivela essere quella da loro sognata: gli euro al mese garantiti da Teleperformance, infatti, non sono 1000 bensì 100, pari a 150mila lek albanesi. Con un salario del genere, Lorenzo e sua moglie s’indebitano. Non hanno i soldi per l’affitto né quelli per la sopravvivenza: l’unica cosa da fare, a questo punto, è tornare in Italia. Il rientro a Brindisi, però, non si rivela, per la coppia, la soluzione ai loro problemi. Sono senza soldi, senza lavoro e senza casa.

Ora D’Amici e sua moglie lanciano un appello che non vuol far leva sulla pietà, sulla compassione. Il loro è un richiamo alla dignità di un uomo e di una donna, seppur in difficoltà. «Noi vorremmo trovare un lavoro, qualcosa per poter sopravvivere degnamente, con onestà. Pagare un affitto, fare la spesa. Nulla di eccezionale. Vogliamo indietro la normalità che abbiamo perso».

 Maurizio Distante

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