Sesso ed Intimità nella Vita di Coppia

INTERVENTO/Da vari anni il mio lavoro mi porta ad entrare in stretto contatto anche con le coppie, conducendo, tra le altre cose, seminari centrati sul come amare, se stessi e gli altri. Tra le coppie che sono insieme da tempo, una delle sfide più grandi è sul come mantenere viva la propria sessualità all’interno della convivenza, che comporta di per sé una certa routine e una inevitabile pianificazione di vita, che tende a smorzare spontaneità e giocosa improvvisazione.

Come conciliare il desiderio di sicurezza da una parte e l’eccitazione dall’altra?

Le coppie si lamentano che, per il troppo lavoro, il carico eccessivo di obblighi e di responsabilità, nonostante la loro capacità di svolgere tutto con velocità ed efficienza, non trovano lo spazio per coltivare il desiderio, la curiosità e lo slancio nell’immediatezza del loro nascere: i veri terreni fertili per la passione e l’erotismo.

Se è vero che la sicurezza la si trova legandosi a qualcosa di conosciuto, e l’eccitazione  deriva dal contatto con l’ignoto, è anche vero che l’eccessiva sicurezza, nel tempo, si trasforma in noia: acerrima nemica di una sessualità frizzante ed appassionata. Se questa manca per mesi, arriva l’irrequietezza ed il risentimento. Nel lungo periodo: la rassegnazione, l’abbassamento dell’entusiasmo, della libido e della propria vitalità, compensate da un aumento della quantità di lavoro, del tempo trascorso davanti alla televisione, al computer, o in altri hobby; piuttosto che la ricerca di quel fuoco ardente della passione all’esterno della coppia, creando così, in tutti questi casi, un maggior affievolimento dell’ intimità con il partner.

Secondo la mia esperienza personale, molti dei problemi nel relazionarsi non derivano tanto da reali difficoltà interpersonali tra i due partner, ma dalla insoddisfazione personale di uno o di entrambi. La relazione fondata sull’idea, illusoria, che il compito dell’altro sia quello di portar via la propria solitudine esistenziale, di “riempire i vuoti nel cuore” e di donare “magicamente”la felicità, ha un effetto devastante sulla qualità della relazione e della stessa sessualità. Quando la vita non si presenta come la si vuole, o non ci sente a completo agio con sè stessi, vi è la tendenza a riversare sull’altro la propria frustrazione, avviando così un’ interminabile lotta di potere e uno sbilanciamento tra delusioni e disillusioni.

Quali gli ingredienti necessari alla base di una sessualità ricca e vitale in una coppia che duri nel tempo?

Per una sana relazione sessuale in una coppia che sta insieme da lungo tempo, sono necessari tre ingredienti fondamentali: il superamento dei conflitti emozionali, il fare l’amore in modo recettivo – nella totale assenza di pressioni emotive e di aspettative, verso se stessi o nei confronti dell’altro –  e la complicità. Quanto più si è in connessione con le proprie percezioni e sensazioni corporee, ed in connessione con quelle dell’altro, senza focalizzarsi sulla prestazione, di  lui o di lei, tanto più la carica attrattiva e di piacere si alimenterà nel tempo, a favore dell’ intimità e della complicità tra i due, al di là del tempo e delle vicissitudini attraversate.

Se si impara e si riconosce, attraverso una lavoro su di sé, che quando ci si sente irritabili, facili allo scatto o distanti l’uno dall’altra, l’altra persona non è la fonte della nostra sofferenza, ma che questa sofferenza dipende dal riaprirsi di una qualche ferita della nostra storia personale, l’intimità, la connessione profonda ed il nostro desiderio dell’altro ne saranno preservati.

Se c’è qualche comportamento nell’altro che ci irrita, bisogna chiedersi cosa questo comportamento ha a che fare con noi stessi; che tipo di rifiuto si abbia verso questo tipo di comportamento e che tipo di paura fa affiorare dentro di noi. “Cosa attribuisco all’altro che mi appartiene e che cerco di negare”? “Quale ombra personale proietto sul partner e cerco di combattere e non accettare in me”?

Vale la pena ricordare che gli stessi atteggiamenti che “mi irritano” particolarmente nell’altro, sono quegli stessi atteggiamenti che mi mettono di fronte ai principali doveri di crescita personale. “Fissando la pagliuzza nell’occhio dell’altro, non si vede la trave nel proprio”, si diceva già nella Bibbia.  La pagliuzza che vedo nel partner richiama la mia attenzione sulla trave che ho nel mio occhio. Se utilizzo i comportamenti dell’altro per confrontarmi con ciò che di me tendo a negare e a combattere, distolgo lo sguardo dal partner, lo sollevo dalle accuse e dai sensi di colpa e lo concentro su di me per accettarmi e accogliermi  con un pò di amore in più.

Cosa si intende per sessualità più “recettiva” e meno “performante”?

Il modo abituale di fare l’amore e di viversi la sessualità nel tempo ricalca uno schema abbastanza statico, con una prima fase, prima dell’orgasmo, centrata sull’eccitazione, la tensione corporea, il respiro affannato e la prevedibilità dei vari momenti (dalla stimolazione delle zone erogene classiche alla stimolazione dei genitali). Una seconda fase, post-orgasmica, centrata sul rilassamento  corporeo e l’affiorare di una stanchezza fisica, che fa piombare subito dopo nel sonno profondo (o nell’insoddisfazione profonda, che essa sia..). Il tutto condito dall’idea ossessiva di fondo per Lui: “dell’avere” e del “mantenere” uno stato di erezione; per Lei: del “dover-avere uno o più orgasmi. L’equazione diventa basica, “atto amoroso uguale performance”: niente di più scoraggiante e disarmante per l’indomita libido

Diventa difficile così abbandonarsi alla piacevolezza delle sensazioni e alla giocosità di un tempo, dove il piacere del fare l’amore viene soppiantato da tensioni fisiche e mentali, che poi sfociano nella tanto conosciuta spossatezza.

Che antidoti allora adottare per avere una sessualità più dinamica, intensa, giocosa anche a distanza di tempo? E’ possibile rendere l’atto amoroso meno prevedibile e con movimenti meno meccanici e ripetitivi? Cosa può comportare l’abbinamento tra: terreni poco esplorati, stato di eccitazione in un corpo che si carica di energia, ma in maniera fluida e rilassata, senza tensioni muscolari, fisiche e senza tensioni mentali (…come il “dover raggiungere un qualcosa”…)?

Queste sono alcune delle domande alle quali vi invito a rispondere, in attesa di una nuova riflessione insieme, …tra due settimane.

Dott.ssa Gabriella Gravili

Counselor per l’ Individuo e la Coppia, Consulente Sessuologa (Albo FISS)

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*