“Il sindaco spieghi perchè Brindisi non era alla Bit, e poi si parla di turismo”

BRINDISI – La città di Brindisi non va alla Bit, borsa internazionale del turismo. La direzione dell’Udc chiede spiegazioni al sindaco Rossi.  “Se non fosse stato per Federalberghi Brindisi, per l’importante incontro organizzato, e per il Comune di Ostuni, al brindisino non si sarebbe fatto alcun cenno; al contrario, la città di Fasano ha consolidato la sua appartenenza ai Comuni del barese nel  rappresentare la Valle d’Itria – scrivono dalla scudo crociato di Brindisi – Pur comprendendo le difficoltà finanziare dell’Ente ed altri problemi che questa Amministrazione sta cercando di affrontare, riteniamo che la BIT di Milano sia un appuntamento importante soprattutto per una città come Brindisi.  Si parla di puntare sul turismo e poi si è assenti da vetrine ed opportunità così rilevanti. Riteniamo che una città che voglia farsi conoscere ed apprezzare, oltre alle vocazioni naturali che possiede e le infrastrutture come aeroporto e porto, oltre al collegamento ferroviario, e che si accinge ad una nuova stagione pre-e post- estiva, non può vivere solo delle giornate crocieristiche (per le quali comunque ringraziamo gli operatori e gli armatori ) se non riprende il passo giusto per rientrare nei circuiti del turismo se pur breve, ma è importante che non si assenti altrimenti la stagione arriva e leggeremo solo i numeri dei passeggeri dall’Aero-porto…. Ma come?”.

BrindisiOggi

 

 

 

 

1 Commento

  1. Da operatore del settore e soprattutto da brindisino milanesizzato.. ritengo che questa analisi non inquadri pienamente le attuali dinamiche del turismo. Ĺa BIT oramai è in una fase discendente da molti anni. Ha già ceduto il passo da tempo al Ttg di Rimini. Non è più un evento realmente qualificante per il settore, oramai disertato dai tour operator outgoing già da un bel pò. Ed in generale il comparto fieristico nazionale (bit,ttg,bit ecc.. ) è decisamente un passo indietro rispetto all’ offerta europea. (Berlino, Londra, madrid). D’ altro canto colgo lo spirito propositivo dell’ autore dell’ articolo. Una presenza commerciale nelle fiere di settore è senza dubbio auspicabile, anche perché ha un impatto di bilancio assolutamente “sostenibile”. Si parla di decine di migliaia di euro, che ne possono generare molte in più. Tuttavia serve una programmazione. Non è la partecipazione ad un evento una soluzione. Lo è un piano di marketing sul turismo ben più strutturato. Non è una mozione di un partito, ma dovrebbe essere un argomento “apolitico” e per tanto portato avanti indipendentemente dalle bandiere. Su questo,temo, si brancoli nel buio, in piazza Matteotti.

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