Slitta il decreto, niente soldi agli enti locali, la Provincia rischia il fallimento con 13milioni di disavanzo

BRINDISI- Scadeva oggi il termine entro il quale la Provincia di Brindisi avrebbe dovuto presentare il bilancio di previsione, ed invece niente fondi dal decreto enti locali, niente bilancio. Hanno temporeggiato sino all’ultimo le Province italiane che sono ancora in attesa dei 650milioni di euro per ridare ossigeno agli enti locali. La firma del decreto però slitta ancora  e nelle casse degli enti locali non si vede neppure un centesimo. La situazione così diventa critica per la Provincia di Brindisi ma anche per il resto delle Province italiane.

In particolare a Brindisi l’ente conta già un disavanzo di 12 milioni di euro ed è impensabile che con un conto simile riesca ad uscire da sola da questo impasse, anzi in questo momento per come sono le cose la Provincia di Brindisi rischia di dover dichiarare il default, il fallimento.

“Non riusciamo a garantire più nulla- dice il presidente Maurizio Bruno- in questo modo vengono cadere anche i servizi essenziali, e quando parlo di servizi essenziali parlo soprattutto di viabilità e scuole. Sono rammaricato”.

Con il decreto enti locali invece la Provincia di Brindisi potrebbe avere quelle risorse necessarie per appianare i debiti e riequilibrare le casse. L’unica buona notizia al momento è quella che il governo sembra aver rinunciato ad ulteriori tagli. Il  ministro del Lavoro, Giuliano Poletti ha assicurato l’eliminazione del taglio da 200 milioni previsto dall’intesa con le Regioni a febbraio.

Intanto entro il 24 marzo era prevista la firma sul decreto ed invece pare che tutto sia slittato.

Il presidente Bruno qualche settimana fa ha presentato un esposto alla Procura di Brindisi ed alla Corte dei Conti, un esposto in autotutela visto che l’ente non è più in grado di garantire i servizi essenziali.

“In questo momento posso assicurare solo gli stipendi ai dipendenti il pagamento  mutuo, cassa e prestiti, il pagamento delle tasse e degli affitti delle scuole. E niente altro”.

Nei guai anche la Santa Teresa, la società in house della Provincia, che ha affidamenti, tra l’altro non ancora pagati, sino al 30 aprile.

“Per come stanno le cose- dice Bruno- non riesco ad immaginare altri affidamenti alla Santa Teresa oltre 30 aprile. Non abbiamo soldi”.

Nei prossimi giorni l’Upi , Unione Province Italiane, sta organizzando una manifestazione a carattere nazionale davanti al Quirinale con la speranza di smuovere le acque.

“Io mi auguro che al di là dei colori politici ci siano anche i nostri parlamentari, che si mobilitino anche loro- conclude Bruno- sino ad ora sono rimasti tutti in silenzio mentre sappiamo benissimo quanto vale il loro voto e la loro presenza al governo. E poi invito i sindaci ed il mondo della scuola a fare fronte comune, i problemi della Provincia inevitabilmente si ripercuotono su tutto il territorio”.

Lucia Pezzuto

1 Commento

  1. le Province sono dei mangia soldi. Le loro competenze che siano passate ai Comuni che son pieni di dirigenti con doppio incarico. o no?

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