Stabilimenti balneari nella stretta delle tasse, quest’anno andare in spiaggia costerà di più

BRINDISI- (di Lucia Pezzuto ) Canone demaniale e Tari, gestori degli stabilimenti balneari nella stretta delle tasse, andare in spiaggia questa estate costerà di più. E’ aumentato del 25 per cento il canone della concessione demaniale marittima, cioè la tariffa per l’utilizzo delle spiagge pubbliche. Lo ha deciso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, i gestori degli stabilimenti pagheranno per il 2023 il 25,15 per cento in più rispetto alla scorsa stagione. I canoni delle concessioni demaniali marittime vengono aggiornati ogni anno in base agli indici Istat, l’istituto nazionale di statistica italiano. Quest’anno il canone demaniale minimo per il 2023 ammonta a 3.377,50 euro, rispetto ai 2.698,75 euro dello scorso anno. Sulla costa brindisina molti gestori tartassati anche dall’aumento della Tari, pari al 300 per cento, corrono ai ripari in previsione di una stagione che potrebbe chiudersi in negativo, hanno deciso di rimodulare il listino prezzi dei servizi all’utente maggiorando i costi per cabine, lettini ed ombrelloni. “La situazione è diventata insostenibile- dice Antonio Monaco, gestore del Lido Granchio Rosso, uno degli stabilimenti storici di Brindisi- se prima versavamo circa 25mila euro oltre iva , calcolata al 22 per cento, quest’anno non sappiamo come andrà a finire”. Le prenotazioni per Lido Granchio Rosso sono già state aperte e nel messaggio ai clienti è già stato comunicato che il costo cabina e ombrellone è stato rimodulato sulla base degli aumenti dovuti, per l’appunto, al canone demaniale e alla Tari. “Basti pensare che se prima per la spazzatura pagavamo 2mila euro al mese ora ne paghiamo 11.500 euro- dice Monaco- si tratta di cifre astronomiche ed i metri quadri sono sempre quelli. A tutto questo si aggiungono anche i costi per i consumi di energia e manutenzione ordinaria e straordinaria, manodopera inclusa. Insomma se si fa un rapido calcolo, la nostra stagione parte già in perdita”. Lido Granchio Rosso , situato sul litorale a nord di Brindisi, conta 120 cabine e  il titolare non è certo, con i tempi che corrono  e gli aumenti in corso, di riuscire ad affittarle tutte. “C’è sempre lo zoccolo duro, quello della clientela fidelizzata- dice- famiglie che da vent’anni affittano la cabina ma non basta. Puntiamo sulla gestione differenziata, ad esempio affittiamo ombrelloni a fasce orarie. Ma anche qui il guadagno è minimo . Se un ombrellone e due lettini lo assegniamo a 20 euro al giorno, dobbiamo calcolare che il 22 per cento va allo Stato, una parte agli operai e quel che resta diventa guadagno. Se gli altri anni potevamo assumere tre operai, quest’anno ne prederemo due, perché non ce lo possiamo permettere. Bisognerà puntare sulla quantità per cercare di non andare in perdita ma sarà difficile”. Impresa ardua quindi per questi imprenditori che da un lato devono far fronte all’aumento spropositato di tasse ma anche di materie prime , soprattutto dopo il Covid, dall’altro devono continuare a rendere appetibili le loro attività in modo da non perdere la clientela. “Al momento ci stiamo sforzando di non cambiare il listino prezzi nonostante gli aumenti che ci sono stati a nostro carico- spiega Tommaso Moccia, titolare del lido Oktagona- basta dare un’occhiata per verificare che nulla è cambiato rispetto allo scorso anno. Vediamo come va, se i conti non quadreranno faremo le nostre valutazioni”. L’Oktagona è uno dei lidi di ultima generazione, particolarmente frequentato dei giovani, anche di sera ma negli ultimi tempi qualcosa sta cambiando. “Ora anche le famiglie si stanno avvicinando al nostro stabilimento- dice Moccia- aumentare i prezzi in questo momento vorrebbe dire colpire soprattutto le famiglie, rischieremmo di perdere clienti. Qualche rincaro lo si farà su bar e ristorante. Del resto anche le materie prime, i prodotti poveri , sono aumentati a dismisura. Cerchiamo di resistere ma non è per nulla semplice”. Rincari sui servizi di ristorazione si prevedono anche per il Guna Beach , dove il titolare Massimiliano Di Cicco, si lamenta soprattutto dell’aumento della Tari. “La Tari è aumentata in modo spropositato. Ora il Comune non la calcola più solo sui metri quadri della spiaggia anche su quelli del parcheggio- dice- La Tari oggi costa più del canone di concessione demaniale , anche con l’aumento del 25 per cento. A conti fatti mi ritrovo ad esempio a pagare 3500 euro per la concessione demaniale e 9mila per la Tari. Incredibile aver conteggiato il parcheggio, gli utenti sono gli stessi che utilizzano la spiaggia. Questo è uno schiaffo da parte dell’amministrazione comunale”. Accanto a questi stabilimenti balneari già rodati ve ne sono altri che hanno appena dato vita alla propria attività e che sono già in difficoltà. E’ il caso di Lido Cerano, dove uno dei titolari, Pietro Guadalupi, si ritrova già alle prese con i conti da far quadrare. “Questa estate 2023 sarà per noi la prima vera stagione, il banco di prova- dice Guadalupi- le difficoltà non mancano ma da parte nostra c’è un grande entusiasmo. Nonostante i rincari cercheremo di non modificare troppo i prezzi dei servizi. Oggi un ombrellone in prima fila costa  900 euro. Se dovessimo aumentare il prezzo metteremmo in difficoltà le famiglie che apprezzano il nostro stabilimento, sarebbe davvero complicato anche perché abbiamo aperto solo lo scorso anno. Già paghiamo lo scotto di trovarci vicino alla centrale Enel, inoltre 60 giorni su 90 soffia il vento”. Oltre questo Guadalupi fa notare anche che gli aumenti vengono percepiti in maniera differenti a seconda delle zone. “Se a Torre dell’Orso o nel basso Salento aumentano i prezzi dei servizi negli stabilimenti balneari nessuno dice nulla perché vengono considerate zone di alto livello turistico ma se succede qui a Brindisi il discorso cambia- dice Guadalupi- eppure il nostro stabilimento è uno dei più grandi. Qui paghiamo un canone demaniale per una superficie di 400metri quadri, il massimo della grandezza consentita. Se dovessimo in proporzione aumentare i prezzi dei servizi non ne usciremmo più. Senza tralasciare la Tari, una delle più alte in Italia. Qui l’amministrazione non capito che in questo modo non si aiuta il turismo, piuttosto si ottiene l’effetto contrario. Sicuramente i prezzi del servizio bar e ristorante saranno rivisti , qualche aumento lo prevediamo ma non sarà considerevole , per lo meno non tanto da mettere in fuga la gente”. Intanto la stagione è aperta, le prenotazioni per avere una cabina o una postazione sulla spiaggia sono partite, in alternativa ci sono sempre le spiagge pubbliche , qualcuna con un minimo di servizi, vedi quella di Cala Materdomini, qualcun’altra in working progress, vedi quella ex Lido Arena, zona Apani.

Il7 Magazine

3 Commenti

  1. Ma quale aumento per anni hanno pagato una miseria di canone, a fronte di ricavi elevatissimi.le spiagge sono dei cittadini.

  2. Ma poveri!!! Cosa ne dite di organizzare una colletta? Ma cosa pensate, che a noi a stipendio fisso o pensionati i consumi non siano aumentati? Con una differenza però, che voi potete aumentare i prezzi, e rivalervi sui clienti, noi invece non possiamo chiedere l’aumento a nessuno! Ciò che non è chiaro a questi “imprenditori” però, è che una volta che avranno prosciugato le nostre tasche, neppure loro avranno più clienti da spremere…

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