Studenti pendolari: il racconto di un’altra odissea in autobus

BRINDISI- Il tempo sta scadendo, secondo gli studenti dell’Udu di Brindisi. Ieri, a gridarlo, c’erano gli striscioni esposti fuori dai cancelli delle scuole che denunciavano le pessime condizioni dell’edilizia scolastica, oggi è il turno della denuncia di alcuni pendolari che hanno raccontato la loro piccola odissea su un autobus Stp diretto non certo verso l’Itaca di Ulisse ma a Mesagne, Latiano e Oria. BrindisiOggi già in passato si è occupato dei disagi patiti dagli studenti costretti come sardine negli autobus che li portano da casa a scuola e viceversa e oggi, puntuale, la situazione si è ripresentata col racconto di uno studente raccolto dall’associazione studentesca Udu, a pochi giorni dalla manifestazione dell’11 ottobre.

«Martedì 1 ottobre io e alcuni miei compagni pendolari dell’Itt Giorgi – racconta uno dei malcapitati all’Udu, una delle organizzazioni studentesche attive nelle scuole del capoluogo – usciti da scuola, ci siamo avviati ad aspettare il pullman che ci avrebbe portati a casa, che segue la tratta Brindisi-Mesagne-Latiano-Oria. Dopo parecchi minuti di ritardo abbiamo chiamato l’Stp per avere informazioni ma purtroppo non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Stufi di aspettare ancora abbiamo chiamato il 112 e nuovamente l’Stp che, avendo risposto, ci ha detto di pazientare ancora pochi minuti e il loro mezzo sarebbe arrivato. Dopo più di 20 minuti dalla chiamata, il pullman è arrivato ma durante il viaggio, giunti all’ospedale Perrino, l’autobus si è fermato e l’autista ci ha invitati a scendere e a prendere un altro mezzo lì presente. Scesi tutti, siamo entrati nel pullman che ci era stato indicato, già strapieno di persone! Così siamo stati invitati a risalire sull’autobus dal quale eravamo scesi la prima volta e il viaggio è ripreso. Arrivati al primo paese, ci siamo resi conto che l’autista non conosceva strade e fermate. Siamo dovuti intervenire noi stessi, indicandogli il percorso. Siamo arrivati a destinazione intorno alle 15.30».

Nei giorni scorsi le rappresentanze istituzionali di alcuni paesi della provincia come Mesagne e Cellino San Marco hanno interpellato i vertici delle società dei trasporti responsabili del servizio, Stp e SudEst, per chiedere spiegazioni sui disagi patiti dai giovani pendolari. Le aziende avrebbero spiegato che le prime settimane dell’anno scolastico rappresenterebbero una sorta di periodo di rodaggio, tra mezzi in riparazione e altri piccoli inconvenienti. Il fatto che resta, però, sono i racconti degli studenti e la loro rabbia. «Questo è il servizio che ci viene offerto quando noi paghiamo annualmente centinaia di euro per abbonamenti e biglietti?!». L’11 ottobre, intanto, si avvicina. «Purtroppo quest’altro episodio – dichiarano gli studenti iscritti all’Udu – dimostra ancora una volta quanto grave sia l’emergenza sul problema dei trasporti nel nostro territorio. Rinnoviamo ancora una volta l’appello alle istituzioni per muoverci al più presto. È ora di garantire agli studenti un servizio di trasporto pubblico di qualità. L’11 ottobre lo urleremo nelle strade: non c’è più tempo per i trasporti!».

Maurizio Distante

 

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