Suor Adele, responsabile dell’ospedale di Fasano, testimone per la canonizzazione del ‘Papa Buono’

FASANO – Suor Adele Labianca, figlia della Carità, responsabile dell’ospedale Umberto I di Fasano ha testimoniato giovedì scorso, durante il briefing nel media Center a Roma, per la canonizzazione di Roncalli e Wojtyla, avvenuta nella mattinata di oggi a piazza San Pietro, per i miracoli avvenuti per l’intercessione dei due Papi.

Suor Adele Labianca ha curato suor Caterina Capitani, miracolata da Giovanni XXIII e Floribeth Mora Diaz, miracolata da Giovanni Paolo II. La religiosa, appunto, è stata testimone nel 1966 della miracolosa guarigione di suor Caterina Capitani, consorella di suor Adele, per intercessione di Papa Giovanni XXIII. Miracolo che ha poi determinato la beatificazione di Papa Roncalli 14 anni fa.

papa-giovanniXXIIIPapa Giovanni XXIII apparve a suor Caterina nel 1966. La devota all’età di 18 anni cominciò ad accusare dei problemi di salute, solo alcuni mesi dopo la vestizione. Nel 1962 suor Caterina lavorava come infermiera presso l’ospedale Riuniti di Napoli e un giorno un forte dolore intercostale, seguito da vomito con sangue, la spaventò.

“Era riservata e non voleva rivelare la sua malattia” ha raccontato suor Adele Labianca durante il briefing di giovedì scorso, ma che poi è stata costretta a dirlo ai suoi superiori. La malattia di suor Caterina, per circa sette mesi, scomparse, ma poi subito dopo si ripresentò e anche in maniera più violenta. Le radiografie al torace e allo stomaco della religiosa non rilevano nulla di anomalo, mentre da un’esofagoscopia si scoprì una zona emorragica nel segmento toracico.

“Suor Caterina – ha continuato suor Adele – è stata operata nel 1965 e l’intervento è durato circa 5 ore. Le furono asportati 3 quarti di stomaco”.

Nel 1966 suor Caterina venne colpita da una crisi che le aprì un buco nello stomaco dal quale uscivano succhi gastrici: si era formata una perforazione che aveva causato una fistola esterna. I medici parlarono di peritonite acuta.

jnxxiii14“Durante la degenza suor Caterina – continua la religiosa di Fasano – recitavamo insieme il rosario in omaggio di Giovanni XXIII e lei era prostrata dalla sofferenza. Ma il 25 maggio del 1966 suor Caterina si svegliò sentendo una mano poggiata al suo stomaco. Alla sua sinistra le apparve, seduto sul letto, Roncalli, in abiti papali, con un viso molto bello e sorridente che le disse: ‘Mi hai molto pregato…Mi avete strappato dal cuore questo miracolo. Tu ora stai bene, non temere, non hai più niente. Suona il campanello, chiama le suore che stanno in cappella, fatti misurare la febbre e vedrai che la temperatura non arriverà neppure a 37 gradi. Mangia tutto quello che vuoi, come prima della malattia. Non avrai più niente’. Suor Caterina ci chiamò, aveva il viso trasfigurato e gridava ‘Sono guarita, sono guarita e chiedeva di mangiare” conclude suor Adele.

Il miracolo avvenne alle 14.40 del 25 maggio 1966.

BrindisiOggi

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