Tagli Enel, i sindacati verso lo sciopero in tutta Italia

BRINDISI –  Le Segreterie Nazionali FILCTEM, FLAEI e UILTEC si sono riunite nella serata del 5 febbraio per valutare la situazione dei rapporti sindacali nel Gruppo Enel, dopo che anche gli ultimi incontri sul Piano Industriale (con la Generazione e Retail Italia) non hanno visto risposte adeguate alle richieste sindacali.

Dopo la rottura delle relazioni con e-distribuzione, emerge con chiarezza in ogni ambito aziendale che Enel è sorda alle richieste delle Organizzazioni Sindacali, e non intende invertire la propria linea basata su ulteriori efficientamenti gestionali con tagli indiscriminati al costo del personale, sulla volontà di ridurre le flessibilità (a partire dal ridimensionamento dello smart working), sul rifiuto di integrare gli organici operativi, tecnici e impiegatizi in misura adeguata a far fronte al business, ma prima di tutto alle concessioni di cui è titolare. Riteniamo che il tema cruciale degli organici debba essere affrontato attraverso un confronto serio sulle attività da svolgere internamente in via esclusiva o distintiva.

FILCTEM, FLAEI e UILTEC giudicano tutto questo dannoso per l’Azienda e le sue prospettive; pericoloso perché rischia di ridurre ulteriormente le capacità industriali e produttive di Enel; inaccettabile perché mette in serio dubbio la possibilità di mantenere le attuali concessioni (nella distribuzione e nella produzione idroelettrica e geotermica).

FILCTEM, FLAEI e UILTEC hanno deciso di formalizzare l’apertura dello stato di mobilitazione di tutti le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo Enel in Italia, con una lettera che sarà inviata oggi al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, richiedendo nel contempo l’apertura della procedura di raffreddamento secondo la normativa vigente sullo sciopero.

Le Segreterie Nazionali programmeranno una serie di iniziative mirate a informare e sensibilizzare l’opinione pubblica, denunciare gli atteggiamenti di Enel, coinvolgere le forze politiche e le istituzioni, proseguire con le iniziative sui Social Media avviate con grande successo la scorsa settimana.

L’importante adesione da parte del personale del Gruppo Enel all’iniziativa di lancio degli hashtag #EnelSmobilita #ilSindacatoMobilita ha consentito un’ampia visibilità sui vari canali social, portando la solidarietà alla vertenza anche da parte della Federazione europea dei Sindacati dei servizi pubblici (EPSU) e della Federazione internazionale dell’energia e della manifattura (IndustriALL Global Union).

Sospenderemo formalmente le Relazioni Industriali e gli incontri con Enel e con tutte le Aziende del Gruppo, al centro come sul territorio.

Nei prossimi giorni verranno effettuate assemblee in tutte le sedi, per condividere con ogni lavoratore e lavoratrice la necessità di sostenere questa mobilitazione che si preannuncia, mai come questa volta, essenziale per la sopravvivenza di un’Enel costruita da tutti noi in oltre 60 anni di attività.

3 Commenti

  1. Sono gli stessi che volevano la chiusura della centrale, sono gli stessi del NO AL CARBONE e quando l’ENEL anticipa la chiusura fingono di preoccuparsi del personale, sindacato ormai inconcludente e l’ENEL sono anni che fa il comodo suo.

    • Quelli del NO AL CARBONE o sono figli di papà o non fanno nulla nella loro vita, se la loro vita dipendesse dalla centrale, non farebbero tutto il casino che hanno fatto. Intendiamoci, qui nessuno dice che non preferiremmo che la città fosse votata ad altro invece che alle centrali che inquinano ed è giusto in questo momento storico e con i problemi climatici che abbiamo, ma è pur vero che il cambiamento verso l’energia pulita, NON DEVE AVVENIRE SULLA PELLE DI MIGLIAIA DI FAMIGLIE, sopratuttto di quelle dell’indotto, che a differenza dei dipendenti Enel, che comunque avrebbero un disaggio ma che avrebbero un posto di lavoro altrove con Enel, non avrebbero altre possibilità, sopratutto considerando che per un buon 70% si tratta di persone che hanno più di 50 anni e non avrebbero alcuna possibilità lavorativa con altre aziende. Brindisi sta morendo, le aziende chiudono, i negozi del centro anche, il futuro dei nostri tanti giovani che riempiono la città, lo vediamo sempre più lontano da Brindisi e nessuno fa nulla. L’amministrazione comunale attuale poi è come se non esistesse, mentre tutto va a rotoli…………

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