Tagliata una quercia alla villa comunale, proteste sul web

MESAGNE – È stata tagliata ieri una delle due querce della Villa Comunale, che sarà presto legna da ardere. Uno smacco per la città, che nel suo unico polmone verde vede scomparire un testimone della storia di questi luoghi.

La ditta che ha in appalto la gestione del verde pubblico ha tagliato una delle due querce secche che si affacciano sulla centrale via Marconi, ad angolo con via Boemondo Normanno. Piantata nel 1930 in quella che era l’area Scarano, la quercia non è il solo albero ad essere tagliato. Nei prossimi giorni, infatti, anche l’altro sempreverde verrà potato, sperando di salvarla dall’estirpazione.

La Villa comunale è sempre meno verde: sono dieci le palme già colpite dal temibile punteruolo rosso e quasi altre ottanta sono state sradicate e non sostituite. Per loro, nessun virus se non l’azione dell’uomo: a dar loro il colpo di grazia, sarebbero stati i lavori di riqualificazione della pavimentazione della villa.

Non erano mancate le segnalazioni da parte di alcune forze politiche sullo scenario che oggi sembra inevitabile, eppure l’Amministrazione ha definito inammissibile l’idea che a decretare la fine degli arbusti sia stato il restyling del selciato.

Intanto, non mancano le stilettate alla giunta Scoditti. Ne è una prova la constatazione di Andrea Tenore, un cittadino attivo sul fronte ambientale. Tramite una pagina Facebook, con amara ironia, si paragona il primo cittadino ad un virus letale.

“Il batterio Scodyttella Fastidiosa pare essere il responsabile dell’improvviso essiccamento delle querce della villa di Mesagne. Il misterioso batterio, che si caratterizza per un’elevata variabilità genetica, sembra capace di colpire sia le specie arboree che le opere architettoniche. Il contagio si estende su tutta l’area comunale, con focolai particolarmente estesi su Muro Tenente, Vico Quercia, Muro Maurizio, Palazzo dei Celestini, Castello e Museo. La sintomatologia – continua Tenore – inizia con il progressivo disseccamento, fino alla desertificazione che avviene nel giro di 4 anni dall’insediamento.”

Lo scritto termina con qualche suggerimento sul giusto approccio da adottare per prevenire episodi simili: “Una corretta profilassi in grado di limitare la sua diffusione consiste nel prendersi cura del terreno con rimedi antichi, quali partecipazione attiva e consapevolezza, buone pratiche di pulizia e soprattutto potature radicali.”

Foto: Giuseppe Messe

Agnese Poci

 

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