Tari alle stelle, un commerciante: “Basta, ho deciso: a dicembre chiudo”

MESAGNE – Aumenta la Tari in città e diversi sono i cittadini che hanno dichiarato di rifiutarsi di pagare la tassa, ma non solo: sono andati direttamente a Palazzo Celestini a protestare, nell’Ufficio Tributi, per diversi motivi: un’inesatta imputazione della somma perché superiore al volume delle strutture considerate dalla tassa, chi per l’esagerato rincaro della tassa, chi perché non è economicamente pronto a pagare.

Se alcuni hanno chiesto delucidazioni con gentilezza, non è mancato chi ha alzato la voce, episodio che ha richiesto persino l’intervento dei vigili della polizia municipale, perché si è cominciato ad attaccare il sindaco Pompeo Molfetta, temendo che dalle parole si potesse passare ai fatti.

L’aumento della tassa, infatti, sarebbe dovuto alla ripartizione sulle tasche dei contribuenti dell’intera spesa della gestione dei rifiuti solidi urbani: se lo scorso anno era di circa 4 milioni e 400mila euro, quest’anno si prevede un sostanziale picco verso l’alto, 5 milioni 194mila euro.

Un’esasperazione che, se vissuta in questo modo dai semplici residenti della città, diventa insopportabile per i commercianti, che hanno visto arrivare una cartella Tari fuori dal comune.

“Io ho deciso – dichiara uno dei proprietari di un’attività commerciale in una zona del centro di Mesagne – a dicembre abbasserò la serranda e non la rialzerò a gennaio. Già non si lavora molto, poi la nostra categoria è vessata dalle imposte. Solo per la Tari, lo scorso anno ho pagato, per un locale di molto inferiore ai 100 mq, 190 euro, ma quest’anno è lievitata a 325 euro. Inammissibile. Abbiamo sempre pagato per un servizio ben lontano dalle necessità dei commercianti e dei residenti.”

In molti sarebbero i commercianti che stanno cercando di creare un gruppo anti-Tari per non pagare cartelle che superano, in alcuni casi, abbondantemente i 1000 euro.

A.P.

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