Tentata estorsione e danneggiamento ad uno stabilimento balneare, 4 arresti

PORTO CESAREO –   Tentata estorsione, atti persecutori e danneggiamento ai danni di uno stabilimento balneare di Porto Cesareo, arrestate 4 persone. All’alba di oggi i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Campi Salentina hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di quattro persone indagate per “estorsione aggravata e continuata”, “minacce”, “danneggiamento aggravato” mediante incendi, “invasione di terreni” e “occupazione abusiva di area demaniale marittima”.
L’indagine, particolarmente complessa e articolata, ha consentito di documentare come gli indagati, tutti con precedenti ed appartenenti ad un medesimo nucleo familiare, abbiano fin dal 2008, operato un’occupazione abusiva di una vasta area demaniale insistente nella nota località turistica di Porto Cesareo, adibendola a parcheggio privato a pagamento capace di ospitare centinaia di auto di fruitori delle spiagge della zona. Tale occupazione, protrattasi in maniera continuativa nel corso degli anni, è consistita nell’adibire l’area in parcheggio per camper con l’installazione di impianti elettrici e servizi igienici improvvisati e con scarichi fognari a mare in violazione delle normative di settore, costituendo di fatto un’attività abusiva di lido con annesso parcheggio, con pretesa di pagamento fino a 5 euro ad autovettura da parte dei vacanzieri.
Inoltre avrebbero nel tempo cercato di impossessarsi materialmente anche di strutture balneari vicine, mediante reiterate minacce, violenze, danneggiamenti e atti intimidatori nei confronti dei legittimi proprietari, intimidendo anche la clientela.
L’attività investigativa si è sviluppata, essenzialmente, attraverso numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento, anche mediante riprese foto/video; l’escussione dei proprietari di autovetture costretti a pagare per accedere nell’area illecitamente gestita dagli indagati.

BrindisiOggi

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