Turismo di lusso in Puglia, gli operatori fanno sistema e lanciano il marchio di qualità

BRINDISI- La Puglia sul turismo di lusso con un marchio di qualità che attesti la reale capacità di rispondere alla domanda della clientela dei passeggeri dei mega e maxi yacht da parte di artigiani, ristoratori, hotel, esercizi commerciali.

E’ la risposta di Federagenti yacht a chi come Briatore accusava i nostri territori di non essere in grado di accogliere “i ricchi”.

Gli agenti marittimi che rappresentano le navi da diporto nei porti italiani e che hanno messo a punto una vera e propria sfida per generare sul mercato dell’extralusso un’offerta territoriale per la fascia più alta del turismo internazionale.

Questa mattina tutti gli operatori turistici pugliesi si sono ritrovati presso Borgo Egnazia, in provincia di Brindisi. Qui hanno fatto il punto della situazione e lanciato le nuove proposte per la prossima stagione volendo puntare proprio sul turismo di lusso

Con 380 milioni di super-ricchi contro i 2,7 milioni che occupavano questa fascia di utenza privilegiata solo trent’anni fa, il turismo di lusso è infatti diventato l’obiettivo prioritario di molti paesi specie in quel bacino del Mediterraneo in cui “soggiornano” gran parte (oltre il 70%) dei  5400 mega yacht (saranno 6500 nel 2022) che navigano sulle rotte del lusso, come evidenziato dalla ricerca Federagenti yacht.

E proprio sulle rotte del lusso, Federagenti yacht ha voluto accendere i riflettori, puntando, da un lato, a un parziale riutilizzo di tanti porti commerciali che hanno perso negli anni funzioni tradizionali e che dispongono degli spazi necessari per ospitare la grande nautica; dall’altro, a una selezione dell’offerta e a una sua qualificazione “in alto” che consenta di attirare in particolari aree del Paese, la clientela top di gamma.

Con barche-navi che arrivano a costare affitti (noleggi) superiori ai 400.000 euro alla settimana, barche-navi che rilasciano ognuno sul territorio 6,70 milioni di euro all’anno e 250 e più posti di lavoro, secondo il presidente di Federagenti yacht, Giovanni Gasparini, è venuto il momento di cambiare marcia e affermare anche nella grande nautica (con un’industria italiana già leader nella produzione di maxi-yacht) anche un Italian style nell’offerta di turismo di lusso.

Messaggio, questo, ribadito da Armando Branchini (vice presidente di Altagamma) e da Francesco Moccagatta, managing director della banca di affari londinese Alantra corporate specializzata nell’industria del lusso, che hanno evidenziato le enormi potenzialità di crescita dell’intera filiera del lusso: in controtendenza, negli anni della crisi, questa industria chiamata a soddisfare la domanda dei super-ricchi ha fatturato un triliardo di euro, al 70% in Europa, registrando una crescita costante dell’occupazione (1,7 milioni di persone nel 2013) e decretando il successo o il declino di interi territori, a seconda della loro capacità di generare offerta innovativa e di fare sistema (il caso positivo del sud della Francia per la nautica da diporto)

Proprio nella prospettiva di un rilancio dell’Italia in questo mercato, la Puglia si candida a svolgere un ruolo pilota. Già lo fa – ha sottolineato Teo Titi, agente marittimo diventato al tempo stesso promoter del turismo per i mega yacht– con il progetto Yachtin Puglia mirato a valorizzare il territorio. Lo può fare in modo sempre più intenso sia attraverso l’upgrading dell’offerta (le masserie entrate con successo nel mercato del lusso) sia attraverso – come ha sottolineato Vito Totorizzo, presidente degli agenti marittimi pugliesi e vice-presidente nazionale Federagenti – un utilizzo razionale della più ingente offerta di approdi turistici adatti ai mega yacht che esista in Italia.

E una volta per tutte anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (intervenuto telefonicamente al convegno) ha chiarito che non esiste nessun pregiudizio ideologico in Puglia rispetto al turismo di lusso. Anzi. E’ vero il contrario. Chi porta ricchezza è benvenuto anche perché – ha detto – è lo strumento per conoscenze che potrebbero tradursi in opportunità lavorative ancora più importanti per il territorio”.

BrindisiOggi

 

 

 

 

2 Commenti

  1. Nel precedente commento ho dimenticato l’accento sulla parola “casino”. Me ne scuso con i lettori. La stessa parola, senza accento, e nel suo significato più becero è invece magnificamente rappresentata dalla politica, dai politici locali e da tutti i loro scagnozzi.

  2. “…….Michele Emiliano (intervenuto telefonicamente al convegno) ha chiarito che non esiste nessun pregiudizio ideologico in Puglia rispetto al turismo di lusso. Anzi. E’ vero il contrario. Chi porta ricchezza è benvenuto anche perché – ha detto – è lo strumento per conoscenze che potrebbero tradursi in opportunità lavorative ancora più importanti per il territorio”. Benissimo. Allora visto che anche un vetero-bolscevico come il nostro governatore ha dato il placet ( e di ciò me ne rallegro), che cosa si aspetta? Che cosa si aspetta a ripulire il porto di Brindisi da marina militare, rimorchiatori, pescherecci e annessi vari e trasformarlo in un porto turistico di alto livello? Magari mettendo anche un casino nel Castello. O forse cose del genere non sono di tipo “buonistico-solidale”? O forse causano turbamento alle illuminate menti dei sinistrorsi radical-chic?

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