Un altro Natale a Parco Bove, slitta di nuovo la consegna dei nuovi alloggi

BRINDISI- (Da Il7Magazine) Un altro Natale a Parco Bove, slitta ancora una volta la consegna delle nuove case popolari e le famiglie brindisine si preparano a trascorrere le festività tra false speranze e nuove restrizioni. Son trenta le famiglie di Parco Bove che attendono di avere una casa dignitosa ma i tempi si allungano e davanti agli scatoloni pronti per il trasloco si preparano ad affrontare un altro Natale nelle baracche. “Il mio albero di Natale è imballato e non penso di addobbarlo- dice amareggiata Adele Zanzariello- ho chiuso la mia roba negli scatoloni e aspetto che  il Comune mi consegni le chiavi della nuova casa ma qui non ci fanno sapere più nulla”. Adele è una dei tanti residenti di Parco Bove , una delle zone più periferiche della città di Brindisi ai margini del quartiere Paradiso. Sposata con tre figli vive da oltre 40 anni nelle baracche del 1920 che il Comune di Brindisi si ostina a chiamare alloggi popolari e per i quali chiede anche un canone di locazione. Nonostante l’estrema situazione di indigenza, il marito è impiegato nei lavori socialmente utili e guadagna meno di 500 euro al mese, ed quattro mura che le fanno da tetto sulla testa, vive con grande dignità nell’attesa che il Comune di Brindisi, dopo anni di promesse, le consegni le chiavi della nuova casa nelle palazzine popolari alla zona Torretta. “Vivo qui da 40 anni, in pratica da quando mi sono sposata- racconta- ma mio marito era a Parco Bove ancora prima, perchè c’è cresciuto con la sua famiglia. Quando siamo arrivati in questa baracca c’erano ancora i ganci per legare i cavalli perché un tempo era usata come stalla e ancora prima come deposito per il sale. Con le mie mani, incinta del mio primo figlio, ho grattato i muri e tirato via quei ganci”. La storia di Adele non è molto diversa da quella delle altre famiglie di Parco Bove. Tutti, in un modo o nell’altro, si sono dovuti adattare per sopravvivere. Negli anni le amministrazioni si sono succedute al Comune di Brindisi e chiunque abbia governato ha sempre promesso di risolvere la situazione. “Abbiamo cercato di rendere dignitose queste quattro mura- dice Adele- mio marito si è sempre occupato di fare manutenzione perché qui del Comune non si è mai visto l’ombra. Nonostante questo siamo andati avanti sempre con la speranza di avere assegnato un alloggio migliore. Vivere qui con il freddo, l’umidità, la fogna nera che finisce in quella bianca e tanti altri problemi, non è semplice”. Ma poi si è accesa sul serio una speranza quando è stato realizzato il complesso residenziale alla zona Torretta, in pratica a pochi passi da Parco Bove ed i cinquanta appartamenti sono stati destinati all’emergenza abitativa. Questo complesso infatti comprende, come dicevamo,  cinquanta appartamenti nuovi di zecca, quattro edifici  con case di diversa tipologia dai 45 ai 90 metri quadrati. Alcune  sono state realizzate per ospitare famiglie che hanno componenti diversamente abili. Sui terrazzi sono stati installati i pannelli fotovoltaici per il riscaldamento dell’acqua ed i solai  dotati di cappotto termico. Qui andranno ad abitare, quindi, le trenta famiglie che attualmente risiedono nelle baracche di Parco Bove e che hanno dimostrato di avere tutti i requisiti necessari per l’assegnazione, oltre ai primi venti nuclei famigliari che risultano aventi diritto nella graduatoria redatta dal Comune di Brindisi nei mesi scorsi e diventata definitiva nelle ultime settimane.  Una graduatoria che conta 417 aventi diritto per i quali il Comune ha una disponibilità al momenti di soli 60 appartamenti, inclusi gli immobili alla Torretta. La precedenza, quindi, è stata data ai residenti di Parco Bove, se non altro per le condizioni di estrema precarietà in cui vivono le famiglie. Stando a quanto aveva detto il Comune la consegna sarebbe dovuta avvenire a metà settembre ma per problemi tecnici legati all’allaccio della rete elettrica  era slittata ai primi di ottobre. Ora anche ottobre è trascorso e novembre è agli sgoccioli ma delle chiavi di quegli appartamenti neppure l’ombra. “Ho preparato gli scatoloni, non ho neppure tirato fuori i vestiti invernali perché ero convinta di dover traslocare ad ottobre- dice Adele- ma sono trascorsi due mesi e nessuno ci ha detto nulla. Ho paura che trascorreremo un altro Natale qui, tra queste mura. E pensare che non ho tirato fuori neppure l’albero di Natale. Ho acceso solo due lucine in un angolo della cucina e non sappiamo cosa fare”. La situazione è complicata e l’emergenza sanitaria la rende ancora più difficile. “Se avessimo le chiavi dell’appartamento potremmo in qualche modo cominciare ad organizzarci- aggiunge Adele- bisogna considerare che i mobili che ho qui non si adattano alla casa che mi è stata assegnata e ci sarà bisogno di fare delle modifiche. Dirò di più, a Parco Bove c’è gente che ha già buttato i mobili vecchi nella convinzione di dover traslocare subito ed ora che sono rimasti nelle baracche non sanno come fare. A parte questo, prima di entrare nei nuovi alloggi ci sono delle spese da affrontare. Io devo saldare i canoni pregressi, devo dare 6mila euro, devo pagare l’acqua anche se qui non funziona nulla e devo persino dare tre mesi anticipati di canone di affitto al Comune. Come farò, non lo so”. Intanto dall’ufficio Patrimonio e Casa del Comune di Brindisi le notizie che trapelano non sono molto rassicuranti. Nelle ultime ore si è dimesso l’assessore al ramo, Cristiano D’Errico, la ditta che ha realizzato il complesso alla Torretta non ha ancora consegnato le chiavi del cantiere, ha riferito la dirigente, ed in più la società Enel che si sta occupando degli allacci ha chiesto a inizio novembre almeno altre cinque settimane per completare i lavori. Detto questo, solo completati questi passaggi, dopo aver anche formalizzato gli atti di assegnazione ed i contratti, forse, finalmente, saranno consegnate le chiavi ai cittadini aventi diritto. A conti fatti, forse il timore di Adele sul dover trascorrere un altro Natale a Parco Bove non è poi così infondato. “Io aspetto, ovviamente, aspetto qui tra questi scatoli- dice Adele- e se anche dovessi restare qui il 25 dicembre l’albero di Natale non lo faccio”.

Lucia Pezzuto per Il7Magazine

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