Un anno di lotta, il Covid porta via 214 brindisini

BRINDISI- (da Il7 Magazine ) Pinuccio, Romeo, Angelo, Ettore, Salvatore, Marco sono solo alcune delle vittime del Covid. Ad un anno dall’inizio della pandemia in Puglia vi sono stati oltre 4mila decessi, 214 nella provincia di Brindisi. Un elenco infinito di volti e storie che si incrociano e raccontano tutte la battaglia contro il nemico comune: il virus.

Romeo Tempore, ideatore e fondatore della “Brindisi in bicicletta” muore all’alba del 23 marzo 2020 presso l’ospedale Perrino di Brindisi. Romeo Tepore aveva compiuto 82 anni qualche mese prima. Da giorni era ricoverato presso l’ospedale Perrino, dove gli era stata riscontrata la positività al Covid-19. La morte di Tepore lascia attoniti i brindisini che vedono in lui il papà di una delle manifestazioni più antiche della città. Tepore, infatti,  fondatore e storico presidente dell’”Asd Us Acli Fausto Coppi”, nel 1974 ebbe l’idea di organizzare una passeggiata in bici che coinvolgesse l’intera cittadinanza, dai bimbi agli anziani. Da quel giorno “Brindisi in bicicletta” è entrata nella storia della città. La notizia della morte di Tepore viene data dal figlio, Manlio, attraverso un post sulla pagina Facebook del padre. “Oggi il mio papà – scrive Manlio Tepore il 23 marzo dello scorso anno – doveva presentare questo libro. Invece il destino crudele ha voluto che il Covid-19, dopo tanti giorni, avesse il sopravvento. Nelle prime ore di oggi è venuto a mancare il papà della Brindisi in bicicletta. Per motivi sanitari si dispensa dalle visite. Si invita agli amici e sono tanti, di non fare telegrammi, o altro, ma se potete donare sui conti dedicati alla lotta contro il Covid o un aiuto ai poveri. Vi ringrazio a tutti in primis al Dott. Cosimo D’Angelo per essermi stato vicino”.

Marzo 2020 segna l’inizio di un incubo, aumentano i contagi e i decessi si susseguono mentre i sanitari ancora navigano a vista e stanno “inventando la medicina”.

Qualche giorno dopo la morte di Tepore, ci lascia Pinuccio Tateo di Carovigno, storico dipendente della Provincia di Brindisi. E’ il 27 marzo, Pinuccio muore all’età di 68 anni dopo dieci giorni di ricovero nella terapia intensiva dell’ospedale Perrino di Brindisi. L’annuncio della triste notizia lo da lo stesso sindaco di Carovigno, Massimo Lanzillotti, attraverso un post su facebook. “Oggi ancora una giornata triste, molto triste – scrive – Oggi ci ha lasciato un nostro concittadino, un’altra grande persona. Stavamo organizzando una mostra in Castello. Ti prometto che sarà fatta lo stesso, in tuo ricordo. A nome di tutta la cittadinanza siamo vicini alla famiglia. Riposa in Pace”.  Tateo era stato per anni un dipendente della Provincia di Brindisi e negli ultimi due ha lavorato presso il Comune di Latiano. Era da poco andato in pensione e si dedicava a quella che era la sua passione: la pittura. Per quello il sindaco rammenta che presto avrebbero organizzato una mostra presso il Castello. Commosso anche il ricordo di una sua concittadina, Daniela Brancasi, che scrive: “ Forse il Coronavirus non lo sa…. ma gli Artisti non muoiono mai. Ci priverà della tua presenza fisica, ma non potrà privarci della tua Arte, dei tuoi meravigliosi dipinti, quasi tutti raffiguranti scorci della nostra amata Terra. Quella Terra che spero ti sia lieve il più possibile ora. Non sarà stato un freddo letto di ospedale ad averti dato l’ultimo saluto, ma un morbido materasso fatto di tutte le preghiere che abbiamo tutti noi rivolto a Dio in questi giorni! E che ti spalancheranno le porte del Paradiso, dove ad attenderti ci sarà quel Cristo che con amore hai dipinto e donato alla Chiesa Nuova 5 anni fa. Scusa se ora piangiamo…. anche Gesù pianse davanti alla morte del suo amico Lazzaro. Ti vogliamo ricordare sempre allegro, di compagnia, come eri solito. Ciao Zio Pinuccio ti abbiamo tutti voluto bene, e non sarai mai dimenticato in questo paese”.

Il 28 marzo 2020 segna la morte di una delle vittime più giovani del Covid. A perdere la vita è Angelo Mameli, un ragioniere di Carovigno, ha solo 34 anni. La notizia è scioccante, Angelo era tra i primi ad aver contratto il virus ed era stato ricoverato nell’ospedale di Ostuni. Dopo il sopraggiungere di alcune complicanze era stato trasferito presso l’ospedale Perrino di Brindisi nel reparto di Terapia Intensiva.  Da lì in poi a Carovigno è una escalation di contagi e decessi tanto da indurre il sindaco, Massimo Lanzillotti, ad inviare una lettera al prefetto e al presidente Emiliano per chiedere di adottare delle misure più restrittive per il suo Comune.

Il 30 marzo 2020 si aggiunge un altro nome nella terribile lista delle persone decedute a Carovigno. Muore nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale Perrino di Brindisi Salvatore Laghezza, 64 anni di Carovigno. Noto in paese per la sua attività di sindacalista, Laghezza era stato anni fa consigliere comunale, e suo figlio Pietro assessore. L’uomo era ricoverato al Perrino da due settimane. Più volte i medici aveva chiesto un attenzione particolare su Carovigno dove i contagi esplodono. Sempre in quei giorni,  a Carovigno,  muore anche Raffaele De Giovanni, 54 anni,  perito agrario. De Giovanni era noto per la sua lotta al batterio della Xylella . Così per una anno intero, i decessi si susseguono senza interruzione se non durante il periodo estivo quando il virus in qualche modo allenta la presa. I soggetti più colpiti sono quelli nella fascia tra i 70 e 90 anni.

Il 25 novembre scorso San Pietro Vernotico piange la scomparsa di don Marco De Carolis,  già parroco delle parrocchie Santa Maria ad Nives in Strudá, Maria Regina in Squinzano e San Giovanni Bosco in San Pietro Vernotico, don Marco De Carolis ha vissuto gran parte del suo ministero come assistente spirituale del Centro volontari della sofferenza, sempre accanto agli ammalati e con l’entusiasmo di chi ha in ogni circostanza una parola buona. Da ultimo si era dedicato alla cappellania delle Suore discepole di Gesù Eucaristico, svolgendo anche il servizio di padre spirituale della confraternita del Sacro Cuore nella chiesa di Sant’Antonio di Padova. Don Marco De Carolis  perde la vita a causa delle complicanze dovute al coronavirus Covid-19 contratto da circa una settimana. Il sacerdote della diocesi di Lecce era ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale “Perrino” di Brindisi, dopo che si era reso necessario il ricorso a cure specifiche con sedazione ed intubamento.

Il giorno di Natale, il 25 dicembre, nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale Perrino muore, invece, una giovane mamma di Ceglie Messapica. La donna, 37 anni, madre di un bambino di tre anni, era ricoverata da circa due settimane appena era stata colpita dal virus che le aveva compromesso la funzionalità di un polmone. Il quadro clinico era apparso grave tanto che, fin da subito, la 37enne è stata intubata e ricoverata nell’Intensiva. Nei giorni precedenti, anche, il marito era risultato positivo. Il sindaco di Ceglie Messapica, Angelo Palmisano, manifestando il suo cordoglio scriveva: “Apprendo con enorme dispiacere la notizia della dipartita di un’altra nostra concittadina a causa di questo maledetto virus. Il Covid continua a rivelarsi un nemico subdolo e crudele a cui non bisogna concedere nessun vantaggio. Non bisogna sottovalutare nulla ed avere sempre comportamenti rigorosi e prudenziali. Alla famiglia, in questo momento di profondo sconforto, vanno le più sentite condoglianze mie personali e dell’intera comunità”. Il giorno di Natale la giovane mamma non è l’unica vittima, a causa del virus muoiono anche  altre quattro persone.

Il 6 febbraio scorso a Brindisi muore anche Ettore Martina, 51 anni, una tra le ultime vittime del Covid. Ettore era un commerciante ortofrutticolo e lavorava nella piazza mercato di Sant’Angelo. Proprio in quei giorni il Comune di Brindisi, dopo essere venuto a conoscenza di alcuni casi di positività fa chiudere e sanificare la struttura. Ettore Martina perde la vita nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale Perrino, i medici riferiranno che non aveva alcuna patologia pregressa ma il virus aveva compromesso il sistema respiratorio.

Negli ultimi mesi i decessi a causa di Covid sono cresciuti a dismisura eppure nella provincia di Brindisi il  tasso di letalità è pari a 1,9 per cento, inferiore al corrispettivo tasso pugliese del 2,6 per cento. Lo riferisce l’ultimo report settimanale a cura dell’Unità operativa di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl che ci dice anche che alla data del 7 marzo 2021 in provincia di Brindisi risultano positivi 1.072 soggetti, di cui 544 donne (50,8 per cento), e 528 uomini (49,2 per cento), con età mediana di 47 anni.

 Per quanto riguarda il tasso di mortalità all’aumentare dell’età si osserva un incremento di tale tasso, mentre nella fascia 0-29 anni non si registrano decessi. Ad oggi sono 214 i decessi totali: 169 casi tra persone che hanno tra 70 e 90 anni e più; 27 tra i 60 e 69 anni, 14 casi tra i 50 e i 59, 2 casi tra i 40 e i 49, e 2 nella fascia 30-39.

Lucia Pezzuto per Il7Magazine

 

5 Commenti

  1. Oggi 15 marzo primo giorno della Puglia in zona rossa.
    A brindisi?
    Monopattini ,scooter, auto gente in strada.
    Tutti meno gli addetti ai controlli.
    In casa siamo rimasti io e 5 fessi.
    Complimenti al sindaco, questore e bla bla bla.
    Intanto sono sempre in cassa integrazione….quando arriva

  2. tali giovani inosservanti debbono essere messi in una camionetta e portati per una notte al fresco dentro una stanza con le sbarre. vedranno la differenza tra il fresco preso nelle piazze e quello dei commissariati.

    • Credo che questo riguardi anche i genitori, visto che spesso non sanno neache dove stanno i loro figli………….

  3. Credo che questi articoli non servano a nulla atutti i giovani e meno giovani, che ieri erano ammassati per i locali del centro, fregandosene delle direttive, dei di tutti i morti che abbiamo avuto durante questa maledetta pandemia. Sempre ieri, non ho visto neanche una pattuglia girare per controllare queste persone e i gestori dei locali. Già, i ristoratori, proprio quelli che si sono lamentati già lo scorso anno dopo appena due settimane di chiusura. Quei ristoratori che in molti casi, SE NE FREGANO, danneggiando i loro colleghi che invece RISPETTANO le direttive del Governo. Già il Governo, quello che a mio parere, invece di dare ristori a chiunque, avrebbe dovuto tenere aperte le attività commerciali dove c’è l’obbligo di indossare la mascherina e gli ingressi sono contingentati e chiudere ristoranti, Bar, pizzerie, Pub etc etc, insomma tutte le attività dove la mascherina devi tenerla per forza di cose abbassata. Così facendo avrebbe evitato di dare ristori a tutti e magari avrebbe potuto dare € 1500 ai ristoratori. Tutti hanno paura poi delle varianti del covid, credo che la variante più pericolosa siamo proprio noi!!!

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