Un brindisino nella sartoria di lusso: Leonida Ferrarese lancia il suo marchio al Pitti Uomo

27 anni e un unico grande sogno. Inseguito, afferrato, realizzato. La strada ancora è lunga ma le idee di Leonida Ferrarese, di Francavilla Fontana (Br), sono più che chiare.

Leonida segue le orme del nonno paterno, di cui porta il nome, che dopo l’orario di lavoro in banca frequentava un leonida ferrarese 2laboratorio a Nardò per apprendere i segreti della sartoria. Così, dopo la laurea alla Lumsa di Roma, Leonida frequenta un master in marketing alla University of Buckingham di New York, città che porta sempre nel cuore grazie anche all’esperienza maturata per sei mesi da Ferragamo. Nelle sue esperienze, si annoverano anche le divise dell’Enel Basket Brindisi, disegnate direttamente da lui.

Oggi Leonida Ferrarese viene considerato come una delle giovani promesse del mondo della moda. In questi giorni, è a Firenze, dove sfila la moda uomo a Palazzo Pitti, il tempio dell’eleganza declinata al maschile. “Era un mondo che mi affascinava e che mi ha conquistato” ci confida Leonida Ferrarese, che solo 2 anni fa in un’intervista dichiarava di volersi dare cinque anni di tempo per creare qualcosa che fosse suo, vendendo prodotti in Australia, Cina. A 27 anni, registra il suo primo marchio da marchio bottega dalmut ferrareseimprenditore: Bottega Dalmut.

“Abbiamo creato il brand sartoriale e una prima linea di abiti maschili prêt-à-porter con taglie standard, ma la nostra vera natura è nella sartoria di lusso.” Leonida guarda, come fonte di ispirazione, a Savile row, storica via nel quartiere di Mayfair a Londra noto in tutto il mondo per essere il centro nevralgico della sartoria artigianale di lusso.“Conosco il modello Savile row dai tempi dell’università e mi ha colpito la ricetta su cui si basa il suo successo: passione e stile applicati al concetto di eleganza per l’uomo.”

È con questa consapevolezza che Leonida studia, si documenta e dà vita a Bottega Dalmut con un obiettivo: vestire andando al di là della moda, delle tendenze e del tempo. “Il Made in Italy e il Made in Puglia sono i veri marchi che voglio far emergere con questo leonida ferrarese 3progetto – dichiara Leonida – Una volta tornato nella mia terra dopo anni di assenza ne ho riscoperto il valore, la genuinità e le potenzialità, cose di cui spesso non ci si accorge avendole sempre dinanzi agli occhi.” Guai, però, a chi lo definisce un sarto. “Non lo sono, non ne ho le competenze: sono un imprenditore che sa scegliere i dettagli che creeranno il miglior abito sartoriale possibile. Bottoni, tessuto personalizzato: niente deve essere lasciato al caso in un’esperienza d’acquisto. Un abito sartoriale è come un percorso benessere: su appuntamento, il cliente viene coccolato e accompagnato nello scegliere linee, tessuti, dettagli che meglio si sposano per l’armonia della sua figura. I corpi umani sono tutti diversi, voglio che ognuno si senta bene con ciò che indossa.”

Le creazioni di Bottega Dalmut sono già apparse su note riviste del settore, come GQ Russia, Gran Bretagna e Italia, oltre che sul Corriere della Sera. Per Leonida, esiste il testimonial ideale delle sue linee. “Luca Cordero di Montezemolo: uomo elegante, di una classe innata, che porta il Made in Italy nel mondo. Se potessi, gli chiederei di vestire i miei abiti.”

Il proposito espresso qualche anno fa di vendere in giro per il mondo non si ferma all’Italia. “Amo la mia terra, ma vorrei aprire una sartoria a New York, città che mi è rimasta nel cuore. E non mi precludo nulla: prossimamente avrò un incontro con una grossa società di import che si occupa dei mercati asiatici. So quanto valgono le mie idee e le porto avanti.”

Agnese Poci

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