Uomo bruciato vivo, fermata una donna. Ci sarebbero dei complici

BRINDISI-Qualcuno gli aveva gettato  della benzina addosso e lo aveva bruciato vivo, era la sera del 26 dicembre scorso.  Damiano De Fazio dopo due giorni di ricovero in ospedale morì per le ferite riportate. Questa mattina la squadra mobile di Brindisi con gli agenti del Commissariato di Mesagne hanno fermato una donna, sospettata dell’omicidio. Si tratta di Dora Buongiorno, 43 anni di Carovigno,  secondo gli investigatori sarebbe stata lei ad ammazzare il 51enne in contrada Epifani tra Mesagne e Serranova.   La 43 enne da circa 15 anni aveva una relazione con De Fazio e con lui ha anche un figlio. Nonostante il 51enne vivesse con un’altra donna e con gli altri cinque figli nell’azienda di famiglia in contrada Palmarini a Brindisi. L’uomo da anni aveva due relazioni.

La donna interrogata si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Il pm che coordina le immagini Luca Buccheri ha disposto il fermo. E’ accusata di omicidio volontario. Il movente sarebbe da rintracciare nelle continue vessazione che la donna avrebbe subito. La donna sentita dagli investigatori subito dopo il fatto  si sarebbe contraddetta più volte.

Durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina il questore Domenico Cucchiara non ha fornito molti elementi, ha parlato di maschicidio. “Ci troviamo davanti ad un caso di maschicidio- spiega il questore- che è maturato però in un’ambiente di vessazioni e mortificazioni per la donna”. Sin da subito le indagini dei poliziotti si erano concentrate su questioni private, che riguardavo la sfera sentimentale.  Era stata la donna a raccontare che aveva dato un passaggio al compagno il pomeriggio del 26 dicembre, aveva però detto di averlo accompagnato a Mesagne da alcuni amici, e poi di aver perso le sue tracce. Ma qualcosa ha fatto cambiare idea agli investigatori e li ha convinti che della presunta responsabilità della 43enne.

Gli investigatori non hanno escluso ci possano essere dei complici.  Le ultime parole di De Fazio prima di entrare in coma  erano state: “Sono stati in tre ed sono di Carovigno”. Parole sibillate. Al momento di Carovigno c’è solo la donna.  La 43enne è difesa dall’avvocato Roberto Cavalera.

Lucia Portolano

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*