Uomo ritrovato nel porto, l’autopsia: morte per annegamento

BRINDISI – Annegamento. È questo il verdetto venuto fuori dall’autopsia disposta sul cadavere dell’uomo trovato il 2 luglio scorso nelle acque del porto interno di Brindisi dal pubblico ministero Milto De Nozza ed eseguita, ieri pomeriggio, dal medico legale Antonio Carusi. Secondo i risultati dell’esame autoptico, quindi, l’uomo sarebbe morto dopo essere arrivato in acqua e non prima, cosa che esclude una possibile morte precedente all’arrivo in mare. Questa, però, pare essere l’unica certezza, visto che, dalle analisi, non sarebbero emersi altri particolari degni di nota o utili alla scoperta della sua identità. Come pensato al momento del ritrovamento, il cadavere dovrebbe essere rimasto poche ore in acqua e non presenta segni distintivi di riconoscimento.

Le indagini, quindi, continuano su tutti i fronti per cercare di dare un nome a quella che, al momento, è solo l’immagine di un uomo brizzolato, di carnagione chiara, sulla sessantina. Le ipotesi al vaglio degli inquirenti, anche alla luce dei risultati dell’autopsia, restano le stesse: un malore capitato nei pressi dell’acqua, il suicidio e ogni altra eventualità plausibile restano sul campo. Sul caso indagano tutte le forze dell’ordine e di polizia: prefettura, questura, polizia di stato, carabinieri, guardia di finanza, polizia municipale e capitaneria di porto.

Giovedì scorso, il giorno dopo il ritrovamento del cadavere nelle acque di fronte al lungomare Regina Margherita, la capitaneria di porto ha diffuso la foto dell’uomo per agevolare il suo riconoscimento: al momento, però, nessun risultato concreto in questo senso è stato raggiunto e la sua identità rimane avvolta nel mistero. Il ritrovamento del cadavere è avvenuto mercoledì sera intorno alle 20.50 nel porto interno di Brindisi, nei pressi della capitaneria di porto. Ad accorgersi della presenza del corpo che galleggiava a pelo d’acqua sono stati i vigili urbani che pattugliavano viale Regina Margherita. Quando è stato recuperato, era ormai privo di vita. Si tratta di un uomo di circa 60 anni, capelli brizzolati, indossava una camicia celeste e un paio di pantaloni, aveva anche le scarpe ai piedi. Ancora nessuno, a oggi, ha denunciato la sua scomparsa.

Questa circostanza, in particolare, non può che far aumentare il mistero sulla vicenda. Si tratta, forse, di un uomo solo, senza parenti, amici o colleghi che si accorgano della sua strana e prolungata assenza? L’autopsia ha detto quello che poteva, stabilendo con esattezza le cause del suo decesso. Ora bisognerà attendere l’esito delle indagini per sapere come e perché l’uomo sia finito in mare, annegato.

Maurizio Distante

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