Venti dipendenti barricati nella struttura a rischio chiusura

ERCHIE – «In queste ore, l’amministrazione della struttura Santa Lucia sta decidendo di chiudere l’attività a seguito di una crisi economica, costringendo tutti gli ospiti ricoverati, per lo più anziani diversamente abili a trasferirsi altrove. Gli ospiti, tra l’altro, con sofferenza, hanno dovuto abbandonare la loro struttura e gli operatori cui erano molto legati, frantumando quel minimo di rete familiare costruita nel tempo all’interno della residenza».

Antonio Macchia, segretario generale della Cgil Funzione Pubblica di Brindisi, e Vincenzo Cavallo, segretario territoriale della stessa organizzazione sindacale, hanno scritto una lettera ad alcune istituzioni tra cui il prefetto di Brindisi, Nicola Prete, il direttore generale della locale Asl, Paola Ciannamea, e il sindaco di Erchie, Giuseppe Margheriti, per spiegare la situazione della residenza sociosanitaria assistenziale Santa Lucia di Erchie che rischia, da un momento all’altro, di chiudere i battenti. Sono in venti, tra personale medico, infermieri, operatori sociosanitari, cuochi e operatori generici, i dipendenti della residenza  riuniti in assemblea permanente all’interno della struttura.

L’iniziativa di protesta è stata adottata dai lavoratori a seguito della paventata chiusura della stessa che rischia di mandare a casa oltre ai dipendenti in agitazione, anche gli ospiti, per lo più anziani disabili, con gravi problemi che ne compromettono pesantemente l’autosufficienza e che sono ricoverati nella struttura per un’assistenza che, altrove, non riuscirebbero a ottenere. I sindacalisti spiegano i motivi che hanno portato a questa situazione, rivolgendosi alle istituzioni citate per impedire che la chiusura della struttura diventi realtà.

«La vicenda in questione è determinata da una serie di problematiche di natura tecnico–burocratica, per una serie di inadempienze amministrative riguardanti la mancata corresponsione delle rette di una cospicua parte di ospiti ricoverati. Per scongiurare, quindi, la chiusura della residenza, i lavoratori hanno deciso di organizzare   all’interno della stessa, da subito, un’assemblea permanente, supportati dalla Funzione Pubblica Cgil, aperta a tutte le forze politiche e sociali del territorio, per sensibilizzare tutti i livelli istituzionali preposti affinché venga fatta piena luce su quanto sta avvenendo, allo scopo di salvaguardare la struttura e i livelli occupazionali».

Macchia e Cavallo, inoltre, spiegano che i dipendenti, pur di mantenere il posto di lavoro, hanno, nei mesi scorsi, provato ogni strada, anche al costo di perdere parte di quanto gli è dovuto. «I lavoratori coinvolti in tale grave vicenda, che si trascina da più di un anno, hanno fatto di tutto per salvare e custodire la residenza: accordi per la riduzione dello stipendio; mancata corresponsione di stipendi; iniziative pubbliche; scioperi; coinvolgimento del Prefetto. Noi, come Cgil, e i lavoratori non ci rassegneremo mai all’idea che, in una situazione economica e occupazionale così drammatica per il nostro territorio, qualcuno possa decidere di decretare la morte della Santa Lucia».

BrindisiOggi

1 Commento

  1. Si vede che non c’è interesse da parte dell’amministrazione,tanto gli ospiti della struttura andranno in altre case per anziani.E poi non tutti sanno che gli anziani non volevano andar via dalla struttura,pechè si erano ambientati bene
    con gli operatori tutti,ma alla fine che importaza ha tanto sono anzianiiiiiiiiiiii.

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