“Vito era ancora vivo nelle mie braccia”, il racconto della fidanzata sui social

STOCCOARDA- “Vito era ancora vivo nelle mie braccia. Ebbene sì,  non é morto sul colpo. Mi diceva “ti amo” e lo pregavo di guardarmi negli occhi e rimanere sveglio. Così gli ultimi baci”. Sono gli ultimi istanti di vita di Vito Barnaba, il giovane 25enne di San Vito dei Normanni,  ucciso a coltellate in Germania. Il racconto lucido e straziante della fidanzata Alessia Turrisi pubblicato sul profilo social della ragazza. Tre lunghissimi post su facebook in cui ricostruisce la tragedia che si è consumata lo scorso 7 maggio in un appartamento a Stoccarda . La giovane racconta con minuzia l’accaduto con l’intento di fare chiarezza. “Adesso parlo io- scrive Alessia-  Vito ed io siamo a Stoccarda da 5 anni. Lui lavora per la Grüner. Una ditta situata in Merklingen. Da meno di tre settimane ci siamo trovati a vivere separati, perché dovevamo uscire dalla casa in cui eravamo. Ci siamo trovati costretti. É stato così che lui ha trovato una stanza nei pressi di Hedelfingen, vicino la ditta temporanea ATS che fornisce dipendenti alla Grüner. Avevo anch’io un nuovo lavoro, con cui mi era stata data anche una casa, ma ancora con dentro gli effetti personali del precedente inquilino. In cui Vito é stato fino a due giorni prima che succedesse il delirio. Quest’uomo non era un nostro conoscente, bensì un amico del nostro precedente padrone di casa, che si era messo a disposizione per darci una mano con il trasloco. Ed anche un garage di suo possesso nel quale poter lasciare le nostre cose fino al primo momento in cui avremmo poi trovato una casa, di nuovo una sistemazione stabile, insieme. Ci vedevamo e sentivamo tutti i giorni (io e Vito) come una normalissima coppia. Il carnefice, mi aveva avvertito che avessi dimenticato la mia borsa, nel garage o nel furgone, ancora non mi è chiaro. Avvertendomi semplicemente che fosse quest’ultima ora in suo possesso, nel suo appartamento. Lì é iniziato il bordello”. La ragazza racconta di essere stata costretta a salire in casa per recuperare la borsa e di essere stata subito “presa in ostaggio” dall’uomo che, a quanto scrive la giovane , era ossessionato da lei. “Lui non ha sceso la borsa, bensì son dovuta io salire ed entrare quindi nel suo appartamento. Era in una conversazione telefonica. Lui ha provveduto subito a chiudermi in casa, senza via d’uscita, disarmandomi anche di cellulare- racconta Alessia-  É avvenuta una completa violenza fisica, sessuale. Lui é vedovo, e nelle foto viste nel suo appartamento, c’é una somiglianza con la defunta moglie. La quale usava anche il mio stesso profumo. “Versace CrystalNoir”. Non so cosa sia scattato nella mente di questo criminale. Non esiste una parola adatta per descriverlo, ma di certo una non basterebbe”. Alessia riesce  a lanciare l’allarme, Vito  nel frattempo la raggiunge. “Mentre io ero nel corridoio pensando che avrebbero finito presto di “picchiarsi” e chiarirsi. Ho poi io visto movimenti di ginocchiate e pugni in pancia, Vito lo allontanava tenendolo per le spalle. Non c’é stato un urlo, né una lacrima”. Al culmine della lite Vito viene accoltellato . “Esco così dalla cucina, e credo sia stato a questo punto che Vito sia caduto per terra. Perché a seguire, dopo due minuti al massimo, quel verme é uscito anche dalla cucina, gettando il coltello davanti a me. Se avessi saputo il destino di Vito, mi sarei fatta ammazzare”. La tragedia a quel punto si era consumata, Alessia resta accanto a Vito aspettando i soccorsi. “Vito era ancora vivo nelle mie braccia. Ebbene sì,  non é morto sul colpo. Mi diceva “ti amo” e lo pregavo di guardarmi negli occhi e rimanere sveglio. Così gli ultimi baci. Era in tuta nera- racconta la giovane- Non c’era traccia di sangue, se non su quel maledetto coltello. Avevo pensato di toglierli la giacca, ci ho ripensato appena toccata la zip, potevo manomettere qualcosa. Poi toccandolo sulla schiena, la mia mano diventa rossa. Così ho iniziato a ragionare, gli ho tamponato la ferita in modo che non potesse perdere troppo sangue. Sono arrivati dopo 10/13 minuti circa. I dottori, lo hanno tenuto lassù, nell’appartamento per circa un’ora. Giù nell’ambulanza ancora una mezz’ora, mentre io li imploravo di partire e portarlo in ospedale”. Nel frattempo il presunto assassino in fuga veniva fermato dalla polizia ed arrestato.

BrindisiOggi

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