Le proposte di Cgil e Uil da portare al tavolo del governo per lo sviluppo di Brindisi

BRINDISI – Le proposte di Cgil e Uil per lo sviluppo del territorio di Brindisi. Una nota congiunta a firma dei segretari generali di Cgil e Uil, Antonio Macchia e Antonio Licchello, l’elenco delle proposte del sindacato che saranno presentate in un incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Riceviamo e pubblichiamo integralmente.

“I temi dello sviluppo del nostro territorio verranno affrontati in un apposito incontro programmato dalle scriventi Segreterie con il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla programmazione economica con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder interessati allo sviluppo ed alla crescita del territorio di Brindisi.

Un incontro propedeutico alla presentazione di un documento di proposta che vada ad affrontare in maniera risoluta, il cambiamento di approccio alla questione brindisina e per garantire una transizione giusta per tutti.

Partendo dal sistema infrastrutturale con Porto ed Aeroporto al centro del progetto non possiamo ignorare il valore strategico delle stesse per il trasporto delle persone e delle merci sulle quali Brindisi può contare, pur con tutte le criticità del caso: il porto e l’aeroporto dovrebbero essere i pilastri sui quali fondare la rinascita di Brindisi e delle sue attività imprenditoriali e industriali.

Chiediamo di potenziare lo scalo aeroportuale affinché, assieme al porto, al retroporto ed alle altre infrastrutture dei trasporti da riqualificare, possano realmente connettere il nostro territorio al resto del tessuto produttivo d’Italia.

Lo sviluppo del porto è uno dei nodi cruciali per il futuro prossimo della città. La necessità di imbastire azioni urgenti e in netta controtendenza con la storia recente di una delle infrastrutture più importanti per il territorio è evidentemente una priorità che deve tornare in cima all’agenda politica locale, regionale e nazionale.

Un importante impegno deve passare dallo scorporo del porto dal sistema dell’Autorità portuale del Basso Adriatico: solo in questo modo si possono riprogrammare l’assetto e le strategie che potrebbero rendere il porto di Brindisi volano per la ripresa ed il rilancio dell’intero sistema economico del territorio.

Fondamentale deve essere, inoltre, inserirsi nella sfida del NEXT GENERATION UE (Recovery fund/just transition fund) e GREEN NEW DEAL per rappresentare un punto di riferimento per chi vuole intavolare una discussione seria che metta in campo le posizioni diverse presenti sul territorio, con l’obiettivo di cercare le giuste soluzioni che possano contribuire a far ripartire lo sviluppo sostenibile del nostro territorio.

Il cambio di rotta troppo spesso solo invocato e mai neanche cominciato deve partire da pochi ma irrinunciabili temi che devono tornare in cima alle agende della politica a tutti i livelli: transizione energetica, sviluppo del porto e questione trasporti, locali e nazionali, anche come volano di sviluppo per gli altri settori produttivi, siano le rotte da seguire per recuperare il tempo perduto. In questi giorni, una delle parole d’ordine che maggiormente si sentono nei vari salotti Tv o si leggono sulle colonne dei giornali, pronunciate tanto da attori politici quanto da raffinati osservatori, è il NEXT GENERATION UE, quello strumento che l’Europa concederà ai paesi colpiti dalla pandemia per consentire una ripresa dei sistemi economici gravemente colpiti dai lockdown che i governi continentali hanno applicato in varia misura. In Italia, in questi mesi, mentre i ministri erano impegnati a strappare le migliori condizioni possibili a Bruxelles, le più grandi aziende nazionali hanno messo a punto i loro progetti per accaparrarsi una quota delle risorse dello strumento economico europeo: per quel che riguarda il comparto energetico, avremmo voluto che questa fosse l’occasione di imbastire una vera svolta verde e di virare verso sistemi di produzione ecocompatibili ed ecosostenibili.

Le proposte non mancano anche per il Polo Chimico e per il Polo Energetico.

La transizione energetica negli insediamenti industriali già centrale nel PNIEC è per ENI ed ENEL occasione di essere protagonisti a Brindisi, come lo sono in tutta Italia dove in diversi siti sono stati presentati progetti per il NEXT GENERATION UE.

Quello a cui abbiamo assistito, però, pare più un ibrido tra il mantenimento dello status quo e il tentativo di abbozzare misure green che, però, non sono sufficienti a imprimere il cambiamento che l’economia e l’ecologia richiedono. Brindisi deve essere in prima linea nella lotta al cambiamento climatico e, quindi, non può essere esclusa dai progetti “green” dei grandi gruppi industriali, partendo dalla produzione di idrogeno verde. È questa la grande sfida da cogliere: il piano della Ue rappresenta un’opportunità che non bisogna sprecare se aspiriamo veramente a realizzare uno sviluppo sostenibile, a modernizzare il nostro paese e a creare nuovi posti di lavoro stabili e di qualità.

Nella zona industriale si possono individuare aree nelle quali sviluppare iniziative imprenditoriali e contribuire alla chiusura del ciclo dei rifiuti, alla generazione di biogas e alla realizzazione di impianti per la produzione di acqua potabile dal mare per contrastare le emergenze legate alle mancanze idriche dei territori, tutto ciò per sviluppare nuovi filoni di attività industriale e manifatturiera in un’ottica di multi-utility.

L’apparato industriale della nostra città in un continuo e costruttivo rafforzamento del già cospicuo potenziale produttivo ha bisogno, grazie anche a progetti di tali dimensioni, di essere consolidato per affrontare in posizione di forza le nuove sfide del mercato globalizzato.

 

AREA SIN di Brindisi e Bonifiche e Contratti istituzionali di sviluppo Brindisi Lecce sono snodi fondamentali nella proposta per completare le bonifiche ed avviare Il CIS delle città di Brindisi e Lecce uno strumento necessario per realizzare occupazione duratura e per radicare i legami tra i due capoluoghi.

Per quanto riguarda Salute e ambiente riteniamo che i provvedimenti adottati dalla Regione Puglia sul riordino ospedaliero penalizzino fortemente il nostro territorio, c’è bisogno di tutta l’energia possibile per invertire la tendenza e ridare un’offerta sanitaria rispondente ai bisogni della popolazione in relazione ai dati epidemiologici, intervenendo anche dal punto di vista organizzativo e occupazionale.

Inoltre, riteniamo importante riaprire il reparto di Medicina del Lavoro, presidio fondamentale per il controllo di patologie presenti nella nostra provincia che potrebbero riguardare lavoratori inseriti in cicli industriali esposti a sostanze nocive, così come valutiamo essere fondamentale, per uscire dal cono d’ombra di una visione ospedalocentrica,  investire nella medicina del territorio  anche per decongestionare il Pronto Soccorso dell’ospedale Perrino che va comunque meglio organizzato, per ridurre le lunghe liste d’attesa, utilizzando al meglio le altre strutture sanitarie della provincia.

Dunque, l’emergenza sanitaria da Covid-19 ovviamente ci preoccupa molto sul fronte sanitario, anche per la grave recrudescenza dei contagi che stiamo registrando con un RT (indicatore di contagiosità) del 1,65 che se dovesse aumentare le nostre strutture ospedaliere non reggerebbero. Così come ci preoccupa la tenuta del nostro già fragile sistema produttivo ed il mantenimento dei posti di lavoro in un territorio che registra tassi di disoccupazione a due cifre in termini percentuali in rapporto al numero di abitanti.

Per quanto riguarda, invece, la sostenibilità ambientale è fondamentale predisporre una progettualità che preveda il completamento della raccolta e trattamento del ciclo dei rifiuti con il revamping degli impianti già esistenti e la realizzazione di nuove strutture con tecnologia d’avanguardia per evitare le puntuali crisi di conferimento che si aggravano durante il periodo estivo e provocano, oltre al rischio di aumento dell’impatto ambientale, anche l’aggravio dei costi alle casse comunali e di conseguenza l’aumento della Tari per i cittadini.

Ed ancora, al netto dei temi sopra trattati che devono essere parte integrante e fondamentale di una piattaforma territoriale per intercettare fondi europei i cui effetti avrebbero riflessi su tutti i comparti che generano economia e sviluppo, riprenderemo urgentemente la discussione  sui settori in crisi dal welfare, al Turismo, al commercio, al Tessile, al Metalmeccanico fino al settore Edile tutte eccellenze che però incontrano sempre più difficoltà, così come il settore Agro-Alimentare su cui è fondamentale intervenire, in maniera più incisiva ed efficace nell’azione di contrasto al fenomeno del caporalato e della intermediazione illegale che coinvolge migliaia di lavoratori.

 Brindisi deve diventare Smart-City d’eccellenza. L’Unione Europea riserva attraverso il nuovo programma Horizon Europe 2021-2027 ingenti risorse pubbliche e il nuovo programma green new deal va proprio in questa direzione. Occorrono anche investimenti dei privati in ricerca e sviluppo perché sede di impianti strategici di grandi aziende internazionali (ENEL, Sanofi-Aventis, ENI, Jindall, Leonardo, Fiat Avio, ecc.). Riteniamo che le aziende presenti sul territorio devono partecipare con i loro fondi a sostenere adeguati investimenti in questo senso.

Mettere in primo piano il Futuro dell’Industria integrato tra tradizione manifatturiera e necessaria svolta Green, infrastrutture dei trasporti sempre più connesse al nostro territorio ed al resto del tessuto produttivo d’Italia, per cogliere le opportunità e per consentire uno sviluppo in linea con le avanguardie europee, sempre più proiettate a un futuro verde ed ecosostenibile coniugato alla forza trainante di un’operosità della quale storicamente siamo interpreti.

Un progetto di Intelligenza Sociale e Territoriale vuol significare far crescere il Mezzogiorno ed alcune aree in particolar modo del Sud finora sacrificato, come Brindisi, rispetto al nord del Paese.

 

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