Macchia all’assessore Bray: “Progettiamo insieme una nuova Brindisi”

INTERVENTO/ La neonata giunta regionale avrà tanto lavoro, lo sanno tutti. Per questo è importante qualificare i settori strategici per il futuro della regione e dei suoi territori scegliendo con cura gli uomini e le donne cui affidare la gestione delle questioni che decideranno la direzione che la Puglia prenderà nei prossimi cinque anni. I nuovi assessori dovranno dimostrare di possedere il giusto mix di competenze e sensibilità imprescindibile per un politico chiamato a pianificare le strategie di sviluppo e crescita e a governare un periodo complicato come quello attuale. Come Cgil Brindisi, a fronte di queste considerazioni, valuteremo l’operato della squadra scelta dal presidente della Regione Michele Emiliano senza pregiudizi ma mai rinunciando all’analisi critica delle tante problematiche che la Regione patisce: non faremo sconti a nessuno ma terremo sempre aperta la porta al dialogo e al confronto, certi che tutti gli attori politico-istituzionali coi quali ci rapporteremo saranno mossi come noi lo siamo dalla volontà di perseguire un unico obiettivo: migliorare la qualità della vita di tutti.

Ferme restando le riflessioni di carattere generale, non possiamo nascondere la nostra soddisfazione per le scelte effettuate su una delega strategica come quella dell’Industria culturale e turistica per la quale è stata chiamata al servizio una personalità di competenza e prestigio nazionale, nonché eccellenza pugliese come Massimo Bray, già ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo nel governo presieduto da Enrico Letta e direttore generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, che si occuperà di Cultura, Tutela e sviluppo delle imprese culturali, Turismo, Sviluppo e impresa turistica.

Sappiamo che i fari sono puntati sulla Salute, comparto per il quale ci sarà una mole enorme di problematiche da affrontare, seppur inserite in un contesto critico mondiale dovuto alla pandemia che obbliga a una costante e sinergica azione col governo centrale e con le istituzioni sanitarie a tutti i livelli ma sappiamo anche che diversamente complessa e articolata, ma non per questo meno impegnativa, sarà la mission di Bray che, da un lato, dovrà dare continuità agli sforzi fatti fino al 2019 per il riconoscimento internazionale della Puglia quale meta turistica di primo livello e polo di produzione culturale all’altezza dei centri mondiali già ampiamente noti per il fermento artistico e intellettuale e, dall’altro, dovrà adeguare le strategie affinché si continuino a creare lavoro e opportunità di impresa, pur nella consapevolezza delle incertezze sul futuro dei comparti economici basati sul “flusso di persone”. La disponibilità al confronto e alla collaborazione della Cgil Brindisi su questi e altri temi è totale.

Il nostro auspicio è quello che la Regione preveda un cambio di paradigma che preveda un’organizzazione, una pianificazione e una programmazione più adeguate alla fase economica e sociale che abbiamo di fronte, non tanto basate sull’equa distribuzione delle opportunità ai territori intesi come province, ovvero portare il Cineporto o il Medimex (che pure chiediamo da anni) anche a Brindisi, ma incentrate invece sulla creazione di tavoli permanenti con la più vasta platea possibile di interlocutori per valutare le scelte e gli strumenti più adeguati a valorizzare e incrementare le specificità e le eccellenze proprie del territorio provinciale, affinchè la “funzione moltiplicatoria” sull’occupazione dell’investimento pubblico sia la più durevole e strutturata possibile.

Assessore Bray, ci rivolgiamo a Lei conoscendo la sua sensibilità e la sua competenza: Brindisi, se messa nelle condizioni di poter esprimere il proprio potenziale, può diventare il collettore di energie e partecipazione di cui tutta la Puglia ha bisogno. È necessario che la città e il suo territorio siano uno dei cardini, non l’unico, del rafforzamento della filiera dell’industria audiovisiva e della produzione di contenuti per l’industria creativa: se questo tipo d’impresa riuscisse a trovare la propria strada sul nostro territorio, grazie alle competenze e alle forze che il territorio stesso già esprime in termini di professionalità e creatività, si darebbe corso a un effetto volano che avrebbe ricadute positive sulle più diverse economie. Se Brindisi divenisse uno degli approdi naturali per l’industria del cinema e della moderna televisione digitale, come del teatro, della musica, della danza, del fumetto, anch’esse declinate in quelle varianti della digitalizzazione che il mercato internazionale chiede, si creerebbero le condizioni per sbloccare una serie infinita di energie che finora sono rimaste intrappolate o che, peggio ancora, sono state costrette a esprimersi in altri contesti territoriali, creando vantaggio competitivo in realtà più pronte della nostra. Tutte insieme queste energie potrebbero essere un efficace veicolo per il nostro made in Italy, quello locale fatto di eccellenze enogastronomiche, ma anche di moda e di design che possono trovare basi solide nella qualità del nostro artigianato. Facendo decollare definitivamente sui mercati internazionali un “Brand Puglia”, inteso non solo come turismo e luoghi da visitare ma  come industria del turismo, auspicando un rilancio pieno e sicuro del comparto, si trarrebbero grossi vantaggi dalla creazione di un hub di “industria creativa” brindisino: conosciamo bene il fascino che il nostro territorio esercita su chi viene da lontano che rimane ammaliato e stregato dalle nostre bellezze tanto da farsi spot vivente della nostra Terra.

Alla luce di queste considerazioni, è necessario che, prima di fare delle scelte in eccessiva continuità automatica con impegni e provvedimenti presi prima della “stagione Covid”, si costituisca un tavolo di concertazione e di programmazione dove Brindisi e il suo territorio possano far valere quelle che sono le produzioni di eccellenza locali, sia materiali che intellettuali, che meriterebbero un significativo potenziamento con un intervento in forte sinergia tra Apulia Film Commission, Teatro Pubblico Pugliese, Puglia Promozione e Puglia Sviluppo e con la saggia intercettazione e il virtuoso utilizzo di fondi europei specifici per diventare competitivi in un mercato difficile, reso ancor più complicato dalla crisi innescata dal Covid-19.

Coerentemente con quanto esposto, la Cgil auspica per Brindisi non tanto la realizzazione di un Cineporto quasi fotocopia di quelli già esistenti negli altri capoluoghi pugliesi ma che si rilanci l’idea di un’infrastruttura diversa dalle altre, più specializzata: un hub sinergico dell’industria creativa. Un “polo” anche a proprietà mista e in parte autogestita che riesca ad arricchire il territorio nell’ottica di uno sviluppo futuro: immaginiamo un contenitore nel quale potranno ovviamente trovare posto le anche diverse attività legate alle produzioni ospitate, gli uffici, le sedi per i casting e per tutte le attività necessarie al lavoro cinematografico. In questo solco, diventa semplice immaginare le sinergie che potrebbero crearsi tra i vari comparti dell’industria creativa e gli enti locali: collaborazioni con il Comune e le diverse realtà associative e di categoria potrebbero rappresentare il seme di nuove opportunità di lavoro per le tante maestranze che, ora più di prima, stanno soffrendo. La parola Cineporto, insomma, potrebbe essere anche superata contribuendo a rendere il sistema Puglia più concorrenziale sulla scena internazionale, offrendo una varietà di sevizi e partner anche suggeriti da una “diversa denominazione”.

Brindisi potrebbe essere il centro della filiera incardinata su una produzione competitiva ma anche autoctona, che viene ideata e realizzata a Brindisi e in provincia e aperta alla disponibilità “di proposta” di altri territori con risorse professionali, tecnologiche, artistiche e creative della stessa provincia brindisina: pensiamo, ad esempio, al Cetma che può vantare una sezione multimediale in grado di produrre cinema e materiale audiovisivo di animazione, effetti speciali e altro. Alla filiera del cartone animato che potrebbe svilupparsi al Cetma, ad esempio, si potrebbe aggregare quella del fumetto che a sua volta fa parte dell’editoria sia cartacea che elettronica: sono tanti gli appassionati, professionisti quanto amatori, che alimentano la vena creativa del settore in città e nei paesi della provincia. Dall’attenzione per questo tipo di attività artistiche e creative potrebbero generarsi in maniera naturale e proficua idee e progetti le cui ricadute potrebbero offrire un vantaggio all’intera comunità: si possono immaginare, grazie alla creatività e alla tecnologia, un arredo urbano 4.0 caratterizzato da un brand di design Made in Brindisi o monumenti tridimensionali, come già accade in molte città europee. Nuova linfa, ad esempio, potrebbe trarre anche la vena artistica che vede i muri dei condomini delle periferie come tele bianche per i murales, filone che ha visto Brindisi già protagonista.

Crediamo che ci siano sufficienti argomenti a favore della centralità della cultura e dello spettacolo che Brindisi deve rivendicare. La nostra città e il nostro territorio esprimono alcune delle eccellenze regionali, nazionali e internazionali che faticano ad affermarsi a casa loro: se messi nelle condizioni di splendere, le stelle brindisine potrebbero illuminare qualsiasi cielo, anche il più vasto.

Approfittiamo di queste riflessioni per ricordare una delle stelle più brillanti del nostro firmamento che, purtroppo, ci ha lasciato troppo presto: un caro saluto e un forte abbraccio a Valentina Pedicini, la regista brindisina che tanta fama e tanto lustro ha dato al territorio con le sue opere toccanti, divertenti, delicate e dure al tempo stesso. Un’“emigrata culturale” come lo stesso Bray e i tanti altri che potrebbero, e magari vorrebbero, tornare. Valentina non ha smesso di brillare, anzi, la sua luce unica e inconfondibile come il suo genio continuerà a risplendere e a guidare il nostro cammino e il nostro agire, in difesa dei più deboli e per uno sviluppo sostenibile del territorio che non può fare a meno dell’industria della cultura e della creatività.

 

Il Segretario Generale

CGIL

Antonio Macchia

 

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