Edison, Basell, dormitorio, piscine, Multiservizi e anche il centro anziani, tutti i nodi dell’amministrazione

Documentario Norman Atlantic

BRINDISI- Dal progetto Edison alla nuova vertenza occupazionale Basell, dalla piscina di Sant’Elia che continua ad essere ostaggio chi di sa chi al dormitorio in fase di stallo , alla Multiservizi che apre uno scontro sulle mancate retribuzioni, questi solo alcuni dei nodi che la nuova amministrazione comunale di Brindisi dovrà affrontare con la ripresa delle attività. Messa da parte l’estate  e la Festa dei Santi Patroni, il sindaco Marchionna e la sua giunta dovrà affrontare parecchie questioni non più rinviabili. Il periodo del rodaggio è terminato, l’estate ha messo in pausa le attività di fatto mai iniziate di questa nuova squadra di governo. Il banco di prova parte da nodi importanti, parte da qui:

Edison

Seicento persone hanno manifestato in piazza la contrarietà alla realizzazione del nuovo impianto Edison, una torcia necessaria per smaltire del Bog, Boil Off gas, la frazione di gnl che spontaneamente si trasforma da liquido a gassoso non utilizzato, ed a volte in emergenza anche il gnl. Il progetto di Edison ha ottenuto il via libera dei ministeri e dalla giunta regionale. L’Autorità portuale di sistema del Mare Adriatico meridionale ha rilasciato la concessione delle aree portuali  all’impianto per 30 anni. Da qualche giorno sull’albo pretorio del Comune di Brindisi è pubblicato il progetto definitivo con il “Rapporto preliminare di sicurezza per la fase di nulla osta di fattibilità (Nof)”. Chiunque può visionarlo e presentare delle osservazioni entro il limite previsto.

La pubblicazione è avvenuta qualche giorno dopo che la nuova amministrazione comunale, a guida Giuseppe Marchionna, ha ritirato il ricorso che l’amministrazione Rossi aveva presentato contro l’autorizzazione ad Edison. Questa amministrazione sostiene il progetto e non ne ha mai fatto mistero in campagna elettorale. Nello stesso tempo Edison ha ottenuto anche uno sconto sul costo della concessione della banchina che da 900.000  euro si  è ridotto a 700.000  euro in cambio di opere strutturali che la società dovrebbe realizzare. Ancora non si conoscono bene tali opere e impegni. In città le associazioni ambientaliste , alcune sigle sindacali ma anche qualche rappresentanza politica ha manifestato la propria contrarietà ad un progetto che sembra essere stato cambiato in itinere. L’amministrazione comunale è stata chiamata a fare chiarezza su tutto questo prima che sia troppo tardi.

Chiusura impianto Basell

La Basell chiude una delle sue due unità di produzione nello stabilimento di Brindisi, 47 persone andranno a casa “senza diritto di replica”. Lo ha annunciato la stessa azienda: “Comprendiamo l’impatto che questa decisione potrà avere su alcuni dei nostri dipendenti e il nostro impegno è quello di condividere con i sindacati e con le parti sociali soluzioni che possano sostenerli nel miglior modo possibile durante questa transizione. Le forniture ai nostri clienti continueranno comunque ad essere garantite. Questo è il primo impianto del suo genere costruito a livello mondiale ed è purtroppo diventato non competitivo. Il mercato di riferimento per i prodotti realizzati dall’impianto di Brindisi è sempre più difficile, con una prospettiva di miglioramento molto limitata”. Ora se così è il Comune di Brindisi si troverà molto presto con l’ennesima vertenza occupazionale e con 72 famiglie dietro la porta di Palazzo di Città che chiederanno aiuto e sostegno. Il territorio brindisino continua a dare tanto al polo industriale ma le ricadute continuano ad essere limitate, spesso anche nulle.

Piscina comunale

La piscina comunale al quartiere Sant’Elia è una di quelle strutture sul territorio brindisino che potrebbe fare la differenza eppure non si riesce a trovare ancora una soluzione che consenta il ripristino delle attività. Il Comune ha riaperto il bando per l’affidamento ma appena una settimana fa la struttura è tornata nel mirino dei vandali. Non è la prima volta che accade, anzi sembra esserci un disegno preciso , la volontà da parte di qualcuno intenzionato ad ostacolarne la riapertura. L’amministrazione comunale combatte da tempo contro questo tipo di azioni velatamente intimidatorie. La Polizia indaga anche sui precedenti episodi per individuarne, semmai ci fosse, il filo conduttore. Qualcuno ha ipotizzato che si tratti di atti tesi a scoraggiare la partecipazione delle società sportive al bando. “Chiediamo all’amministrazione comunale di valutare diverse ipotesi che vanno dalla sospensione e ritiro della procedura- ha scritto il Pd in una nota-  affinché nella gestione possano essere coinvolte, attraverso protocolli e convenzioni, le migliori realtà sportive della regione Puglia o ancora prevedendo la possibilità, sostenuta sempre dal Partito Democratico di Brindisi, di coinvolgere i gruppi sportivi delle forze armate o delle forze dell’ordine per stabilire un importante presidio di legalità nel quartiere Sant’Elia”.

Dormitorio via Prov.le per San Vito

Lo hanno definito “ghetto” il dormitorio in via Prov.le per San Vito a Brindisi, una struttura che dovrebbe rappresentare l’accoglienza ma che di fatto è stata utilizzata come un deposito umano dove negli ultimi anni decine di migranti sono stati ospitati nelle peggiori condizioni possibili, ora si pensa ad un recupero. Le trascorse amministrazioni ci hanno provato attraverso piccoli interventi di pulizia e manutenzione straordinaria, interventi tampone mai risolutivi. Oggi circa 72 persone, tutte con regolare permesso di soggiorno e  gran parte con un lavoro, vivono abbandonate a se stesse senza luce e acqua calda. Lo stato dei luoghi è nel completo degrado e da diverso tempo, hanno riferito gli ospiti, nessuno dell’amministrazione comunale si è fatto vedere, neppure per la manutenzione. A febbraio scorso il sindaco e l’assessore ai Servizi Sociali interpellati sulla condizione gravissima del dormitorio dichiararono che avrebbero provveduto a risolvere o quanto meno a tamponare in qualche maniera. Oggi con la presenza di un nuovo sindaco e di una nuova giunta si parla di un progetto di recupero: la “Casa delle culture”. Nella determinazione del Comune di Brindisi, risalente al 26 luglio 2023, viene richiamata “la determina numero 1445 del 11/10/2022 con cui si affida il progetto esecutivo relativo ai lavori di ristrutturazione per la realizzazione della ‘Casa delle Culture: centro polifunzionale di integrazione e inclusione sociale dei migranti’, nell’ambito del programma operativo legalità Fesr-Fse 2014-2020 alla ditta Termica Progetti Srl”. E ancora: “La delibera di Giunta numero 232 del 20/07/2023 con cui si demanda al dirigente del settore Servizi alla persona affinché provveda a quanto di competenza per dare esecuzione al presente atto, attraverso l’acquisto di attrezzature adeguate a garantire un ricovero ai beneficiari, ovvero l’acquisto di tendostrutture opportunamente climatizzate e il noleggio di moduli dotati di servizi igienici: wc, docce e lavandini per 18 mesi, per un importo complessivo nel limite pari a € 140.000”.  I migranti, nel frattempo,  dovrebbero essere ospitati in tendostrutture , considerati i tempi , 18 mesi, e la stagione invernale in arrivo, seppur si tratti di moduli climatizzati, non è certo la soluzione ottimale. Nei giorni scorsi il segretario generale Flai Cgil, Gabrio Toraldo, ha messo in evidenza un dato interessante: “ Negli anni passati il Ministero del Lavoro, con l’allora Ministro Orlando, decise di finanziare con fondi del Pnrr, 200 milioni di euro rivolti al superamento dei “ghetti”. Di queste risorse, ben 114 milioni sono stati destinati a 12 comuni della Puglia: circa il 60% in Capitanata. Come denunciammo anche a livello regionale, con la Flai Puglia, molti di quei soldi non sono stati spesi, basti pensare al Comune di Turi che rinunciò a impiegare 4,8 milioni di euro per migliora le condizioni di vita dei migranti impiegati nella raccolta delle ciliege. A Brindisi erano destinati fondi per 2,1 milioni, ma nessuno ha saputo cogliere l’occasione”. Oggi si prospetta la possibilità da cogliere al volo attraverso i progetti “Supreme” e “Piu Supreme”, sponsorizzati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali volti principalmente a contrastare lo sfruttamento lavorativo e il sistema del caporalato, i quali includono tra gli obiettivi dichiarati quello di fornire soluzioni abitative ai lavoratori migranti che vivono negli insediamenti informali. Il secondo progetto, in particolare, promuove percorsi individualizzati di integrazione per i migranti vulnerabili o vittime di sfruttamento, che comprendono l’assistenza nell’accesso ad alloggi dignitosi. Chissà se qualcuno , questa volta, da Palazzo di Città  non sappia cogliere la palla al balzo.

Brindisi Multiservizi

I dipendenti lamentano il ritardo nel pagamento degli stipendi, sostenuti dai Cobas e da altre sigle sindacali, sono pronti ad intraprendere azioni di protesta. La situazione è poco chiara, qui le responsabilità sembrano rimbalzare peggio che su di un campo da gioco. Da un lato si punta il dito sull’amministratore unico, il dott. Palasciano, che dicono che  “invece di corrispondere per intero gli stipendi ai dipendenti, avrebbe utilizzato le risorse economiche della società per eseguire il pagamento di altri creditori, o per altri (non meglio specificati) progetti” dall’altro lo stesso Palasciano risponde  che vi è un unico responsabile: “il Comune di Brindisi (e per esso il suo sindaco) alle cui inadempienze è dovuta la grave crisi di liquidità, dice, che attanaglia la Brindisi Multiservizi srl ponendone in discussione la continuità  aziendale, come rilevato sia dall’amministratore che dal Revisore unico in occasione della assemblea in data 28.07.2023 convocata per approvare il bilancio chiuso al 31.12.2022. In tale circostanza, infatti, il Comune di Brindisi, unico socio della srl Brindisi Multiservizi, rappresentato dal sindaco in persona, ha approvato senza riserve sia il bilancio che la relazione sul governo societario e la situazione economica e patrimoniale al 30.4.2023”. Sarebbe quindi colpa del Comune di Brindisi, dice Palasciano, perché avrebbe  ridotto i corrispettivi previsti dal contratto di servizio di circa euro 600 mila, aumentato i costi della produzione conseguente al noto aumento del costo dell’energia, per non parlare del fatto che al 31.8.2023 la Brindisi Multiservizi avrebbe emesso fatture per circa euro 365.000 che il Comune di Brindisi non ha ancora provveduto a liquidare.

Centro per anziani

C’è stato un tempo in cui anche gli anziani della città di Brindisi in qualche modo erano “coccolati” , un tempo in cui avevano un luogo dove poter stare in compagnia, scambiare due chiacchiere  e fare anche qualche attività. A tutto ciò era destinato il centro di aggregazione al quartiere Bozzano di Brindisi ma poi arrivò il Covid e la necessità di aver un luogo per vaccinare la gente ebbe la priorità. Ora che l’emergenza sembra lontana ed il centro vaccinazioni è stato chiuso l’amministrazione ha dimenticato di restituire i locali agli anziani che da oltre due anni aspettano. Le proteste ci sono state e anche le promesse in campagna elettorale ma la struttura resta chiusa e non trascorre giorno che qualche pensionato non si rivolga agli uffici comunali chiedendo lumi, domande a cui nessuno sembra voler rispondere.

Lucia Pezzuto per Il7Magazine

 

 

 

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