Il parroco non accetta sostituti: “Nella mia chiesa celebro solo io” . Nozze bloccate

BRINDISI- Due giovani promessi sposi, una chiesa e un parroco che punta i piedi : “Il matrimonio lo celebro io o non si fa”. Potrebbero essere moderni “Renzo e Lucia “ , protagonisti dell’omonimo romanzo  “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni,  se non fosse  che il “Don Abbondio” della nostra storia non ha ricevuto pressioni da nessuno ma non è intenzionato a consentire ai ragazzi di sposarsi nella sua chiesa alla presenza di altri parroci. In pratica Luigi e Nunzia, due giovani nati e cresciuti  Tuturano vorrebbero convolare a nozze della chiesa della frazione brindisina ma altrettanto fortemente vorrebbero che a celebrare il matrimonio sia  Don Francesco Funaro, il prete che li ha visti crescere e che attualmente si occupa di una chiesa a Mesagne. “Abbiamo chiesto gentilmente a Don Antonio che le nostre nozze siano celebrate da Don Francesco- dice Luigi- ma Don Antonio non vuol sentire ragione”. Luigi Sardano,  33 anni e  Nunzia Manolà, 29 anni, sono fidanzati da 16 anni, di fatto sono una famiglia perché hanno due bambine una di 12 anni e una di appena 5 mesi. Si sono conosciuti nell’oratoria della chiesa della SS. Addolorata a Tuturano, qui hanno frequentato insieme le attività della parrocchia, hanno condiviso tante esperienze, sono cresciuti insieme e si sono innamorati. “Io avevo 20 anni e Nunzia 16 , quando abbiamo scoperto che stavamo per diventare genitori- racconta Luigi- nonostante fossimo giovanissimi non abbiamo avuto dubbi a far nascere la nostra bambina e stare insieme come una vera famiglia”. Nunzia e Luigi così sono andati a convivere e con l’aiuto delle loro famiglie sono riusciti a costruirsi un futuro e quest’anno è arrivata anche la seconda figlia. Al fianco dei due ragazzi in questi anni c’è sempre stata la presenza costante di Don Francesco , parroco della SS. Addolorata sino a cinque anni fa e poi trasferitosi a Mesagne. Don Francesco è stato e continua ad essere una guida per Luigi e Nunzia con i quali c’è un profondo affetto. “Don Francesco è parte della nostra famiglia- dice Luigi- così quando dopo 16 anni ho deciso di chiedere a Nunzia di sposarmi e stato praticamente naturale chiedere anche a Don Francesco di celebrare le nostre nozze”. Il desiderio dei due giovani è quindi quello di sposarsi nella loro parrocchia e che sull’altare ad attenderli ci sia quel parroco che li ha visti crescere. “Con Don Francesco abbiamo sempre avuto un rapporto molto stretto, ha battezzato mia figlia -aggiunge Luigi- è  colui che cinque anni fa quando ho perso mio padre mi è stato vicino ed anche se già era stato trasferito volle celebrare la messa in memoria di mio papà. Quando è nata la nostra seconda figlia mi ha detto lui stesso che era ora che la nostra unione e la nostra famiglia avesse anche la benedizione della chiesa con il matrimonio. Ovviamente dopo aver fatto la proposta a Nunzia lo abbiamo subito invitato”. Luigi e Nunzia si dovrebbero sposare il prossimo 2 settembre, hanno già fatto la promessa ed organizzato il ricevimento. “Pensavamo che il difficile fosse l’organizzazione- dice Luigi- non so, tipo trovare il ristorante, scegliere le bomboniere ma mai ci saremmo immaginati che ad ostacolarci sarebbe stata la chiesa, quella dove siamo cresciuti”. Stabilita la data delle nozze i ragazzi hanno chiesto all’attuale parroco della chiesa di Tuturano, Don Antonio, che possa essere Don Francesco a celebrare le nozze ma dopo un primo assenso il prete ha cambiato idea e di far entrare nella “sua parrocchia” un altro prelato non ha proprio intenzione. “E’ assurdo, neppure due settimane fa , il 15 luglio  scorso, Don Antonio ha consentito ad un prete che arrivava da Milano di celebrare il matrimonio di una coppia che per i nostri stessi motivi aveva chiesto la presenza del loro parroco- dice Luigi- ora vorrei capire che cosa cambia. In questi anni , nonostante la presenza di Don Antonio, a Tuturano si sono celebrati altri matrimoni con altri parroci perché a noi mette il veto. Tra l’altro lui tra qualche mese andrà via perché sarà in pensione , perché accanirsi in questo modo? Non lo so proprio”. In realtà il regolamento non mette limiti sulla celebrazione del matrimonio ad opera di un parroco che non appartiene alla medesima parrocchia. Diverso è quando si chiede di sposarsi in una chiesa diversa da quella di appartenenza in quel caso bisogna chiedere il nulla osta. La decisione a chi far celebrare è a discrezione del titolare della chiesa, in questo caso a Don Antonio ma quanto pare più che concedere questa possibilità a Luigi e Nunzia avrebbe detto loro di cambiare parrocchia e raggiungere Don Francesco a Mesagne. “E’ assurdo davvero che ci dica che piuttosto ci firma il nulla osta per Mesagne ma Don Francesco nella sua parrocchia non mette piede- dice amareggiato Luigi- in un momento in cui molti giovani si allontanano dalla chiesa e crescono le unioni civili, la chiesa stessa ci chiude le porte in faccia. La chiesa è di tutti , deve essere un punto di riferimento e di accoglienza, certi discorsi non dovrebbero proprio esistere. Ma poi, ripeto, è una cosa che ha già fatto per altre coppie perché con noi non vuole. Abbiamo provato a parlare con lui a cercare di convincerlo ma lui non vuol capire ragione dice che la chiesa è sua e decide lui. Io dico che la chiesa è della comunità. Va bene che ci siano delle regole ma qui nessuno le sta violando. Semmai è lui che non ci consente di coronare il nostro sogno”. Ora , manca appena un mese alle nozze  e nessuno sembra cedere, lo stesso Luigi oltre ad una questione di affetto ne fa anche una questione di principio. “Se Don Francesco non potrà celebrare le nostre nozze nella parrocchia di Tuturano allora noi non ci sposiamo- dice- piuttosto salta tutto ma non affiderò mai il giorno più bello della nostra vita ad una persona che si comporta così”.

Lucia Pezzuto per Il7Magazine

1 Commento

  1. Lo stesso vale per me, trasferito dalla parrocchia non posso celebrare in quella parrocchia nè funerali, nè matrimoni. Moltissimi dinieghi. Altri invece si. Forse hanno paura del confronto e divento divisivo? I fedeli lo temono, ma non lo amano il nuovo Parroco, despota!!!

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