In prima linea contro il virus ma ora gli Oss rischiano di essere licenziati

BRINDISI- (Da il7Magazine) Gli Operatori Socio Sanitari a Brindisi lavorano in prima linea tanto quanto medici ed infermieri e dall’inizio della pandemia ad oggi i rischi nel loro lavoro si sono triplicati. Nonostante questo restano dei precari e ad un mese dalla scadenza del loro contratto nulla è stato comunicato in merito ad eventuale proroga. Sono 141 i posti a rischio in questo momento nella provincia di Brindisi e tutti e 141 sono essenziali per l’assistenza al malato. Da mesi la Fp CGIL di Brindisi  ha ingaggiato una vera e propria battaglia per la difesa di questi lavoratori che mai in questo periodo così difficile si sono sottratti al loro compito. Gran parte di loro lavorando nei reparti Covid ha contratto il virus, alcuni in forma lieve , altri in forma critica. Gli stessi operatori hanno portato il virus a casa e inconsapevolmente infettato anche i loro famigliari. Oggi chi è guarito è già tornato in corsia ad aiutare chi ha bisogno, sfidando ancora una volta la sorte. Ma la buona volontà e lo spirito di abnegazione evidentemente non basta e ad un mese dalla scadenza dei contratti di lavoro non sanno quale sarà il loro futuro.

“Nel corso di questo anno, con l’incalzare della pandemia da Covid 19, la Sanità ha assunto un ruolo determinante nella vita di noi tutti.

Gli operatori sanitari, a tutti i livelli, hanno dimostrato di avere coraggio, di svolgere il loro lavoro con passione, noncuranti della possibilità di contagio, molto spesso rivelatasi letale- scrive la Fp CGIL in una missiva inviata al Ministro della Salute, Roberto Speranza- Presso la ASL BR si registra una realtà cafchiana: vi sono 141 OSS che stanno fin dal primo momento affrontando (prima fase e seconda fase della pandemia) la pandemia COVID 19 senza riserve, sebbene abbiano abbracciato il ruolo da precari senza alcuna tutela per il loro futuro. Questi 141 lavoratori provengono da una graduatoria di ASL BR risalente all’anno 2009 e che in partenza registrava 803 idonei.

Nel corso degli anni, ossia dal 2009 ad oggi, piuttosto che far scorrere con regolarità la graduatoria, si sono succedute proroghe reiterate con cui si è permesso ad alcuni di loro di raggiungere i 36 mesi di anzianità utili alla stabilizzazione, ed a questi 141 lavoratori citati no. Di contro, parte della graduatoria è stata ineludibilmente penalizzata, giungendo all’anno 2020 con lavoratori a meno di 36 mesi di anzianità”.

Ora i  contratti sono tutti in scadenza al 31 gennaio 2021, dopo una proroga collettiva avvenuta la fine dello scorso anno. A scadenza ci saranno: 33 OSS raggiungeranno il requisito dei 36 mesi entro maggio 2021;1 OSS raggiungerà il requisito dei 36 mesi entro ottobre 2021; 38 OSS raggiungeranno il requisito dei 36 mesi entro marzo 2022; 61 OSS raggiungeranno il requisito dei 36 mesi entro aprile 2022; 5 OSS raggiungeranno il requisito dei 36 mesi entro maggio 2022; 2 OSS raggiungeranno il requisito dei 36 mesi entro giugno 2022; 1 OSS raggiungeranno il requisito dei 36 mesi entro luglio 2022.

“Questo personale, già fortemente discriminato a seguito di scelte gestionali che li ha visti penalizzati nello scorrimento della graduatoria, nel corso di questo anno ha lavorato al pari dei Colleghi stabilizzati, affrontando il Covid 19, e talvolta infettando sé e la propria famiglia – dice la Fp CGIL- Fra il personale precario vi è infatti una forte incidenza di contagiati che, comunque, pur di rendere il loro servizio, per il forte spirito di abnegazione che li contraddistingue, non si sono  tirati indietro ed hanno affrontato da precari senza tutele la pandemia. Ed è proprio questo il dato da esaminare con particolare riguardo: perchè un conto è che si affronti un lavoro “pericoloso” quale è quello che si è prospettato sin dallo scorso mese di febbraio per gli OSS in costanza di un rapporto di lavoro stabile, altra cosa è che si lavori con la possibilità di essere contagiati ed anche morire nella consapevolezza che non vi sia alcuna stabilità per sé e per i propri cari”.

I 141 precari, o invisibili così come si autodefiniscono, si sono rivolti al Ministro alla Salute ed al Welfare con la speranza che possa prendere in carico la gestione della vertenza, e “si concretizzi per questi lavoratori il principio di eguaglianza di cui all’art.3 della Nostra Carta Costituzionale, di non discriminazione rispetto ai Colleghi già stabilizzati su stessa graduatoria, tenuto, altresì, conto che i 141 lavoratori residui sono prossimi al raggiungimento del requisito dei 36 mesi e sono stati già lesi nella condizione lavorativa di infortunio da Covid 19”. La situazione di questi precari sta a cuore anche alla stessa Asl di Brindisi che qualche giorno fa ha inviato una comunicazione alla Regione Puglia chiedendo indicazioni operative su eventuale proroga degli incarichi a tempo determinato per gli OSS.

“Questa è una storia triste che merita di avere un lieto fine- dice Chiara Cleopazzo, dirigente Fp CGIL Brindisi Sanità e Contrattazione- i lavoratori chiedono di avere a gran voce le proroghe. Queste persone meritano stabilità. E’ una questione di dignità. Gli OSS prestano un’opera sociale che in questo momento così difficile sono al servizio di una collettività schiacciata e sopita in questioni di fragilità estrema”.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

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