Nel nuovo Statuto di Energeko anche il trattamento dei rifiuti: “possibile la gestione pubblica degli impianti”

BRINDISI- L’Energeko cambia lo Statuto per adattarsi alla legge Madia, ma nello stesso tempo inserisce delle novità sulle attività che potrebbero essere svolte dalla società a totale capitale pubblico, di proprietà del Comune di Brindisi. Lo Statuto è stato modificato a luglio scorso alla presenza del sub commissario Padovano e del notaio Corrado. In base al nuovo atto l’Energeko potrebbe occuparsi anche della gestione degli impianti di trattamento dei rifiuti. Al punto 10 precisamente si legge: la società potrà eseguire attività nella raccolta, selezione, stoccaggio, smaltimento, trattamento e commercializzazione dei rifiuti, inoltre potrà occuparsi delle attività di manutenzione e riparazione, interventi di recupero, ristrutturazione e di adattamento di immobili, facility management. Insomma il raggio di azione si allarga e si inserisce tra i settori quello dei rifiuti. Il Comune di Brindisi ha due impianti di trattamento rifiuti: la discarica di Autigno, e l’impianto di Cdr e quello per la biostabilizzazione alla zona industriale. Al momento tutti i siti sono sotto sequestro, ma per Autigno è stato approvato e finanziato un progetto da 4milioni 600mila euro che prevede la messa in sicurezza e la bonifica dell’area  con la riapertura della discarica nel 2019. Una volta pronta bisogna bandire una gara per la gestione. Ma a questo punto si potrebbe ipotizzare l’affidamento alla società partecipata.

L’Energeko è nata nel 2000, parte con un capitale sociale di 40mila euro. Sino a questo momento si occupava  dei controlli termici delle caldaie e dell’illuminazione pubblica, oltre ad altre attività correlte a queste due principali.

La società in house dall’estate scorsa è guidata dall’ingegnere Antonio Galati, amministratore unico scelto dalla gestione commissariale.

Sulla gestione pubblica degli impianti arrivano già i primi parere positivi dalla politica. Due giorni fa il candidato sindaco del centrosinistra Riccardo Rossi ribadendo il no all’impianto di A2A ha affermato che per una gestione corretta, in grado di produrre anche notevoli risparmi economici, si riteneva importante puntare su impianti pubblici con gestione pubblica. “Abbiamo bisogno di un impianto di compostaggio per la frazione organica- aveva spiegato Rossi – un impianto per il recupero di materia e la biostabilizzazione della parte indifferenziata e di una discarica di servizio per la quota residua del rifiuto che nel lungo termine deve tendere a zero. Gli impianti devono essere di proprietà pubblica ed affidati per la gestione ad una società interamente pubblica, del Comune di Brindisi, internalizzando la platea dei lavoratori ex-Nubile e delle altre aziende che si sono occupate del ciclo dei rifiuti, rispondendo anche in questo modo al bisogno di lavoro che è presente nella nostra città”.

Il nuovo Statuto di Energeko si incastra così alla perfezione con la proposta del candidato di Brindisi Bene Comune, Pd e Liberi e uguali.

Lucia Portolano

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*