Prima l’addio di Casone e poi per scadenza termini a Tardio non gli rinnovano la tessera

BRINDISI- Ieri l’addio dell’ex segretario cittadino Enzo Casone, che con una lettera si è congedato dal Pd dopo anni di militanza. Oggi invece riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Mimmo Tardio, ex resp. Segreteria per la Cultura e Università del PD di Brindisi.

Tardio racconta della volontà di voler rinnovare la tessera del partito e delle “difficoltà” incontrate. In pratica per scadenza termini, Tardio non avrebbe potuto farlo.

“MI RINNOVI LA TESSERA DEL PD ? NO, TEMPO SCADUTO ! E’ con questa ineffabile e sconcertante risposta che un giovane dirigente del PD brindisino, addetto ufficialmente al tesseramento, mi ha freddato ieri sera. Gli avevo chiesto, nel passato anno di rinnovarla, alla fine di un direttivo cittadino, quando lui mi aveva risposto che in quel momento non era possibile; poi gli ho mandato un messaggio, il 24.1,  per ricordargli la richiesta. Incontrandolo mi ha strabiliato dicendomi che lui “non ricordava quella mia richiesta” e che comunque le iscrizioni erano chiuse al 31.12.2014. Anzi mi ha pure aggiunto che “verba volant, scripta manent”, in altri termini avrei dovuto forse protocollare ( dove?), la mia richiesta, perché vi rimanesse traccia certa della mia richiesta ! E comunque il fatto che lui si permettesse di sostenere che con ogni probabilità ricordavo male o chissà me lo ero inventato temo non gli abbia procurato nemmeno il dubbio che tutto ciò risultasse offensivo per la mia persona…( Sento di poter dire che non potrebbe essere il contrario, ovvero che lui potesse offendersi,  poiché avvenne esattamente la stessa cosa nel 2013, quando nonostante gli avessi chiesto da tempo il rinnovo della tessera, fu costretto a farmela solo nelle famigerate serate del voto per gli organismi dirigenti. Tanto che pensai e penso : ma ci sarà una qualche abile regia che decide quando fare ed a chi le tessere?). Il garbato scambio dialettico che abbiamo intrecciato mi ha suggerito retropensieri inquietanti sull’aria che si respira e consolida, attorno al PD brindisino, che non avrei mai voluto avere e sui quali, almeno ora mi astengo nel riferirli, per carità di patria. Segnalo soltanto che la riconferma, sofferta e consolidata soprattutto negli ultimi giorni, di riscrivermi al PD, riguardava la mia volontà di continuare la battaglia, almeno per parte mia, di idee e proposte, intrapresa da tempo. Sbagliata o esagerata, come a qualcuno appare, ma pur sempre condotta senza offese verso chicchessia; nonostante, sui social netework soprattutto, qualcuno che pur ha incarichi importanti nel PD brindisino, allude a possibili risposte ( di che tipo?) di iscritti al PD esacerbati nei confronti di chi ha punti di vista diversi sulle cose del partito in città. Ovvero  noi, i cosiddetti “dissidenti”, mi pare di capire. Rispetto poi a certi commenti postati su face book, da qualcuno che pur dovrebbe avvertire il peso dell’importante incarico politico affidatogli, preferisco sorvolare. Si ricordi soltanto che “le parole sono pietre”, come scriveva Carlo Levi e sarebbe il caso che tutti ce ne ricordassimo… Mi permetto di sottolineare e perché nessuno pensi che la mia richiesta della tessera del 2014, comunque richiesta in tempo,avesse finalità strumentali, che ho dato le dimissioni dalla segreteria del PD, ma non ero nel suo direttivo cittadino e quindi neanche volendolo avrei potuto partecipare alle assemblee del circolo. Infatti, come d’incanto non ricevo più inviti e comunicazioni da quando mi sono dimesso…Ho allora considerato che almeno mantenere, come avevo già richiesto, la posizione di iscritto al PD, mi consentisse la convocazione e la partecipazione, almeno in qualità di semplice iscritto. Questo era il mio intendimento, niente di più ne’ di meno. Corre voce che dai 60 iscritti iniziali al PD brindisino si sia arrivato a 300. Sicuramente saranno tutte persone più convinte e più consapevoli di me o di altri reprobi “che tutto va bene, madame la marchesa” e che la politica, le questioni aperte ed i programmi futuri potranno essere affrontati con le stesse modalità democratiche e le competenze dimostrate sinora dal PD brindisino. Io non potrò esserci mio malgrado e non so se aspetterò che qualche burocrate ( o longa manus, mi si dice, durante conviviali spaghettate? ), possa decidere quando e come ci si possa reiscrivere al PD per il 2015. Già magari fuori tempo utile per decidere in qualche ghiotta, solita occasione “importante”, nella quale sarebbe inelegante disturbare i manovratori…

P.S. Apprendo che anche Enzo Casone ha deciso di non iscriversi al PD e me ne dispiaccio  davvero molto. Chissà che nei tanti venerdì, mi dicono, nei quali si riuniscono i dirigenti del PD, si troverà il tempo di discutere anche delle ragioni dei tantissimi e qualificati allontanamenti dal PD e magari delle dimissioni dalla segreteria, dell’attentato a Consales e ad altri, IN TEMPO, etc. Chissà…”

BrindisiOggi

1 Commento

  1. Per quanto concerne il tema attinente l’attribuzione del proverbio latino “verba volant scripta manent” al mancato protocollo di una richiesta inoltrata a degli uffici amministrativi o di organizzazioni politiche, occorre sottolineare che la situazione non cambia nemmeno in altri Comuni del brindisino. Difatti nella città dove vivo, ovverosia San Vito dei Normanni, nel momento in cui qualche giorno fa mi sono recato presso il locale Assessorato ai Servizi Sociali per richiedere al relativo Assessore delle notizie utili circa l’esito di alcuni curriculum vitae di diversi miei familiari (attinenti il profilo di assistente di base igienico/personale nelle scuole) da me personalmente consegnati qualche anno prima nelle mani di un’impiegata del suddetto ufficio ossia della sig.na Leo (senza appunto che venisse protocollato alcunchè, rifiutandosi di comunicare la denominazione della cooperativa che ha in gestione nel Comune di San Vito dei Normanni il servizio di assistenza di base degli alunni disabili “onde evitare che si spargesse la voce” e leggendo in un secondo momento le informazioni contenute nei predetti curriculum vitae tanto da riferirmi qualche giorno dopo “di ripresentare quei documenti soltanto quando le persone interessate avranno conseguito una laurea”; titolo che tra l’altro non corrisponde a quello necessario, ovverosia la qualifica di Operatore Socio Sanitario, per svolgere la succitata funzione lavorativa) la stessa, interrogata in merito dall’anzidetto Assessore e senza alcun minimo senso del pudore, ha replicato affermando che di quei curriculum vitae “non ne sapeva nulla” (a differenza sicuramente di quel foglio, se non erro contenente una “lista di nomi e cognomi”, che una nota ex Assessore sanvitese al ramo, ovvero la prof.ssa Silvana Errico, ha rilasciato alla summenzionata funzionaria poco prima che il sottoscritto ha avuto modo di consegnarle, in presenza di un mio genitore, i curriculum vitae attinenti i miei familiari; azione quest’ultima che ha determinato l’improvviso e furtivo allontanamento da quel luogo di questa conosciutissima consigliera comunale cittadina sino al momento in cui io assieme al mio genitore ci siamo congedati da quell’ufficio).

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