Rocco Papaleo porta al Verdi la sua “Piccola impresa meridionale”

BRINDISI- Al Verdi di Brindisi la “piccola impresa” di Rocco Papaleo. L’attore lucano a Brindisi con «Una piccola impresa meridionale», in scena giovedì 8 e venerdì 9 gennaio (ore 20.30). Tra aneddoti personali, gag e canzoni uno spettacolo che racconta il meglio e il peggio del nostro Meridione. In mezzo alle due serate, il 9 gennaio Papaleo si intratterrà in una conversazione con i detenuti nella casa circondariale di Brindisi.

Frammenti di luminarie da festa di paese sparsi sulla scena, luci multicolori soffuse e roteanti e un’atmosfera blues. Sono gli ingredienti di «Una piccola impresa meridionale» con Rocco Papaleo in scena al «Verdi» di Brindisi giovedì 8 e venerdì 9 gennaio (ore 20.30). Un viaggio per suoni in un Sud che potrebbe essere ovunque, un racconto fatto di tanti piccoli racconti, raccolti sotto un titolo che ricalca quello dell’ultimo film da regista dell’autore-attore.

Lo spettacolo e la sensibilità del suo protagonista hanno permesso alla «Fondazione Nuovo Teatro Verdi» di confermare l’attenzione al sociale, in particolare ai temi della detenzione e dell’inclusione: e così Rocco Papaleo, nella mattinata del 9 gennaio, farà visita ai detenuti della casa circondariale di Brindisi per raccontare il suo percorso umano e artistico e ritrovare un pezzo della stessa realtà sofferente e vivace che l’attore rappresenta spesso nei suoi lavori.

«Si tratta di un’evoluzione del teatro canzone – racconta Rocco Papaleo che dello spettacolo è anche autore insieme con Valter Lupo -, costruito a moduli, suggestioni messe una dietro l’altra, unite dal comune filo conduttore del tono leggero e divertente, poetico oserei dire. Come un diario da sfogliare a caso, un mirabolante collage che raccoglie pensieri di giorni differenti. Brevi annotazioni, rime lasciate a metà, parole che cercavano una musica, storielle divertenti». Un concerto-spettacolo con una genesi un po’ singolare. Nasce in forma letteraria, fa i primi passi sulla carta, poi diventa libro e il titolo si trasforma in film. Infine il ritorno al suo grembo originale, il teatro.

Lo spettacolo è disordinato come il jazz, affascinante come «una brutta che ti piace», e unisce aneddoti personali e canzoni, monologhi e gag surreali, piccoli viaggi intorno alle persone e alle cose che lo hanno ispirato, sogni e delusioni intrecciati su un tappeto musicale tutto “made in Sud” con Francesco Accardo alla chitarra e ai fiati, il fratello Jerry Accardo alle percussioni, Guerino Rondolone al contrabbasso e Arturo Valiante al pianoforte. In questa impresa di “entertainment”, come a Papaleo piace definirla, si viaggia attraverso frammenti di vita e non importa che sia vita vera o del tutto somigliante alla realtà, quel che conta in fondo è coinvolgere il pubblico.

In questo concerto per parole, canzoni e musica, ogni brano ha una sua identità, così dopo ogni buio lo spettacolo cambia. Papaleo è attore, musicista e cantante, ma è anche amico, figlio e padre. È il figlio pensatore di un uomo che amava Frank Sinatra e le lunghe passeggiate e di una donna che lo conquistava con pane e frittata; è il padre stupefatto di un bambino che dal finestrino di un aeroplano vede il mondo come «un giocattolo di nessuno», con cui tutti possono giocare ma nessuno può portarselo a casa, tantomeno romperlo.

Sullo sfondo, lo spirito, la musica e l’atmosfera del Sud: «A rendere meridionale questa impresa – sottolinea Papaleo – ci pensa l’anagrafe, mia e della band che tiene il tempo. Ma sarebbe meglio dire, il controtempo, visto che il Sud, di solito, scorre a un ritmo diverso. La questione meridionale, in fondo, è tutta qui: uno scarto di fuso orario, un jet lag della contemporaneità che spesso intorpidisce le nostre ambizioni. Del corpo sociale, siamo gli arti periferici, dita e unghie. Il cuore pulsante batte altrove, mentre a noi, tutt’al più spetta la manicure».

Con «Una piccola impresa meridionale» Papaleo offre al pubblico un universo che calza perfettamente a tutti, «Un teatro a portata di mano, col desiderio, a ben vedere, solo di stringerne altre. Lo spettacolo aspira a essere una carezza: vuole simbolicamente accarezzare, in maniera anche leggera e divertita, il pubblico che ascolta e che forse alla fine andrà via con dei messaggi su cui tornare».

Si comincia alle ore 20.30

Durata dello spettacolo: un’ora e 45 minuti senza intervallo

Per tutte le informazioni www.fondazionenuovoteatroverdi.it

Tel. (0831) 229230 – 562554

BrindisiOggi

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