Stop a matrimoni e funerali, le messe solo in diretta facebook

BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Stop ai matrimoni , ai funerali e ad ogni funzione religiosa, le misure di contenimento per il contagio da coronavirus non consentono alcuna forma di assembramento. In pochi giorni annullati e rinviati decine di matrimoni ed i funerali si svolgono sol in forma privata. L’emergenza sanitaria stravolge la quotidianità dei brindisini, niente matrimoni e funerali sino al 3 aprile. Sono parte delle misure previste dal decreto ministeriale firmato dal premier Giuseppe Conte lunedì scorso, misure con le quali si cercherà nelle prossime settimane di contenere i contagi da coronavirus. I primi effetti di questo provvedimento si registrano nella quotidianità completamente stravolta dei cittadini. Stop ai funerali ed ai matrimoni, il decreto congela tutti i riti religiosi:  “sono sospese le cerimonie legate alle celebrazioni di matrimoni e per esequie. I matrimoni già fissati presso locali comunali si svolgeranno quindi unicamente in presenza degli sposi, dei testimoni e del personale comunale. Le tumulazioni si svolgeranno in forma strettamente privata”. L’ultimo matrimonio nel Comune di Brindisi si è svolto sabato, ventiquattro ore prima del nuovo decreto ancora più stringente emanato dal Governo, un matrimonio civile dove nell’ufficio per le unioni civili di piazza Matteotti, davanti all’amministrante,  si sono presentati gli sposi ed i soli testimoni. Fuori per strada le famiglie e gli amici. Dopo le formule di rito i festeggiamenti, sempre in formula ristretta. Da lunedì scorso neppure quello, difficile pensare per una coppia  al giorno più bello come una semplice firma su di un foglio e niente più. Molti aspiranti sposi hanno, quindi, deciso di rinviare le nozze ad un periodo decisamente più tranquillo. “Abbiamo avuto diverse disdette- dicono dal Comune di Brindisi- è naturale che ciascuno pensi al matrimonio come un momento da condividere e adesso non è proprio possibile così’ si preferisce rinviare. Noi siamo comunque qui, con le dovute cautele, rispettando le distanze di sicurezza, possiamo firmare gli atti e formalizzare le unioni. Per il resto è una scelta personale”. Le sedi monumentali, tra l’altro, generalmente prenotate proprio per le cerimonie civili, son chiuse, così come decreto prevede, l’umico luogo in cui è consentito sposarsi è l’ufficio del Comune motivo per il quale più di qualcuno ha preferito rinviare a tempi migliori. “Si, effettivamente, con la chiusura delle sedi monumentali- dice l’impiegata del Comune- non sono molti che si accontentano di sposarsi in uno ufficio. Là dove è possibile si preferisce rinviare ed aspettare di poter organizzare il proprio matrimonio come si vuole. Anche per quello molte coppie hanno preferito annullare tutto”.
La situazione non cambia neppure per le unioni religiose, anzi le disposizioni sono molto più ferree: non è consentita alcuna funzione. “E’ quanto prevede il decreto, mi dispiace- dice Don Ercole Cinelli della Parrocchia Sacro Cuore di Brindisi- abbiamo annullato i matrimoni ma anche sospeso il catechismo, le messe e ancora non sappiamo per le comunioni che generalmente si svolgono a maggio. Noi speriamo che sino ad allora la situazione si sia risolta”. Alla luce di questo alcune coppie hanno deciso di spostare la data del matrimonio a dopo l’estate. “Proprio poco fa una coppia che si sarebbe dovuta sposare il 25 aprile ha deciso di spostare il matrimonio ad ottobre- dice Don Ercole- giustamente vogliono stare tranquilli, senza dimenticare che nei mesi di giugno, luglio ed agosto le date sono già tutte occupate. Chi vuole sposarsi durante l’anno ha anche questa difficoltà, non è facile riprogrammare tutto”. E quando si parla di riprogrammare si pone il problema anche dei ristoranti e delle sale ricevimenti prenotate. In queste ore molte strutture ricettive hanno ricevuto numerose disdette con una perdita di migliaia di euro. “Abbiamo dovuto annullare tutto, il danno economico lo si può solo immaginare- dice Pierangelo Argentieri, presidente di Federalberghi e titolare di diverse strutture ricettive- pensate cosa significa dall’oggi al domani dover sospendere questo tipo di attività. Giustamente le persone vogliono indietro gli acconti versati per bloccare le date, ma noi siamo in difficoltà e non siamo in grado di restituire tutto quel denaro a così tante persone in un colpo solo. Ora dobbiamo solo aspettare che passi quanto prima questo periodo e cominciare a pensare a come riprogrammare la stagione estiva. Possiamo ancora puntare su quello. Per il resto, speriamo anche che il Governo pensi a come aiutare gli imprenditori e settori come il nostro che sta registrando perdite per centinaia di migliaia di euro”. Le cose non cambiano quando si farla dei funerali, con la sospensione delle funzioni religiose, l’ultimo saluto al proprio caro diventa, se ancora fosse possibile, ancora più straziante. Le disposizioni del decreto prevedono la tumulazione diretta della salma alla presenza dei parenti stretti. “Possiamo solo garantire la benedizione- dice Don Mimmo Roma, parroco della Cattedrale di Brindisi- l’ultima l’abbiamo fatta qualche giorno fa. Il carro funebre si è fermato all’esterno della chiesa , ho impartito la benedizione e poi la salma è stata portata direttamente al cimitero”. Un duro colpo per i credenti che in questi giorni si affidano alla sola benedizione. Le stesse agenzie di onoranze funebri sono costrette a fornire un servizio ristretto. “Portiamo la salma al cimitero- dice il titolare dell’agenzia Aeternitas di Brindisi- dove il parroco, se la famiglia l richiede, impartisce la benedizione e poi si passa subito all’inumazione, di più non ci è consentito fare”.
L’economia è in ginocchio e le abitudini stravolte ma c’è chi sostiene che la gente abbia bisogno non solo di cose materiali ma anche del pane spirituale, Don Mimmo Roma, parroco della Cattedrale di Brindisi, dice: “Le funzioni religiose sono sospese ma noi dobbiamo trovare delle alternative per sostenere la gente”.  Ogni giorno le campane suonano scandendo le ore e annunciando l’inizio della messa che di fatto non c’è. “In questo modo siam vicini alla gente- dice Don Mimmo- i fedeli hanno bisogno di sostegno, per questo ci siamo attrezzati anche con i social. Ogni sera sono in diretta facebook e invito i miei parrocchiani alla preghiera. Anche questo è un modo per restare uniti. Non dobbiamo pensare solo a chi ha una famiglia ma immaginiamo a chi è solo in casa, agli anziani, alle persone che si sentono in questo momento abbandonate. Abbiamo il dovere di aiutarle, di stare loro vicini, anche virtualmente. Questo è un momento in cui si ha bisogno di solidarietà, solidarietà forte. Siamo tutti molto provati, c’è bisogno di unione, anche se virtuale”. Don Mimmo Roma non è l’unico che ha deciso di affidarsi ai social in un momento in cui fisicamente le persone non possono stare a contatto. Ogni sera la Parrocchia Giustino De Jacobis trasmette in diretta facebook la celebrazione della Santa Messa, un modo anche questo per far sentire meno sola la gente.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

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