Terreno alle spalle della Fontana, Errico: “Vi spiego perchè si può costruire e denuncio chi mi ha accusato”

BRINDISI- “Il terreno alle spalle della Fontana Tancredi è edificabile, il costruttore edile Micaletti ne ha la piena proprietà, lo dimostra il notaio Michele Errico che questa mattina ha voluto incontrare la stampa per spiegare carte alla mano come stanno realmente le cose.

Qualche mese fa il notaio era stato accusato da alcune associazioni ambientaliste di avere un conflitto di interessi in tutta questa faccenda, perché da un lato aveva curato la vendita del terreno dall’altro rivestiva il ruolo di garante della legalità nell’amministrazione Carluccio.

“In tutta questa faccenda  mi ha dato fastidio non che sia stato contestato il diritto di proprietà , non mi sono scandalizzato per questo-  dice il notaio- ma l’aver detto che il notaio aveva fatto quella certificazione solo esclusivamente perché era in conflitto di interesse con il Comune in quanto facevo il garante della legalità e quindi potevo piegare la volontà del Comune a quello che dicevo io. Questo è un  fatto gravissimo, abbiamo fatto una denuncia querela non per aver messo in dubbio il diritto di proprietà sul quale io ero sicurissimo ma il fatto di aver posto in dubbio l’onestà e la moralità del notaio Errico quando si esercita una funzione pubblica”.

Il notaio così dimostra andando a ritroso di 75 anni che su quell’ettaro non vi è mai stata enfiteusi ma bensì un canone di 2,44 lire che lo stesso proprietario riscattò versando una somma di 6,60 lire. Lo spiega con una lettera inviata alle parti, catasto incluso,  l’istituto di Sostentamento del Clero: “ E’ stata trovata una scrittura privata, un atto curiale, del 9 giugno del 1939 sottoscritta da parte dell’amministrazione dei beni ecclesiastici (oggi l’Istituto di Sostentamento del Clero) recante la firma di Salvatore Polmone, direttore degli uffici diocesani e di Longo Salvatore e  Vito. Tale scrittura è relativa alla affrancazione di un fondo rustico posseduto da Longo Vito in contrada Fontana Grande in agro di Brindisi. Il canone era di 2,44 lire, la somma versata per l’affrancazione era di 6,60.  Tale fondo  poi è stato donato da Longo Vito a Longo Teodoro e con atto Tommaso Rubino nel 1940 a Longo Giuseppe, parente di quarto grado. Gli eredi di quest’ultimo lo hanno quindi venduto a Labate. L’istituto per quanto esposto non avanza alcuna pretesa economica ed è disponibile a qualsiasi chiarimento”.

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