Una cittadella dell’Università nel centro della città: finanziato il progetto

BRINDISI (da il7 Magazine di Lucia Portolano) Università degli studi di Brindisi. Entro marzo 2026 questa potrebbe diventare una realtà. Anche la città di Brindisi potrebbe ospitare la sua Università. E lo farebbe nel cuore del centro cittadino, così come è stato sognato per anni dalle diverse amministrazione che si sono succedute. Con il decreto firmato dal ministro Giovannini è stato finanziato con ben 15 milioni di euro dei fondi del Pnrr un grande progetto di rigenerazione del centro storico presentato dall’amministrazione di Riccardo Rossi. Una cittadella dell’Università nel cuore del centro storico, tra i Bastioni, Porta Lecce e le vie interne, con il recupero di vecchi fabbricati oggi vuoti e decadenti, ed anche pericolosi. L’amministrazione comunale ci aveva provato a vendere il vecchio stabile dell’ufficio dell’Entrate, ormai ridotto a rudere. Ma nessuno lo ha mai voluto comprare,  nel frattempo ha deciso di trovare un’alternativa e di candidarlo in un progetto ambizione di rigenerazione. Così mentre era all’asta per fare cassa, era anche sulla carta per ottenere un finanziamento. E alla fine si è realizzata la seconda opzione.

Nel progetto si immagina la sede dell’Università di Brindisi proprio nel vecchio palazzo decadente dell’Ufficio delle Entrate di fronte la Croce Rossa. L’ex Ragioneria Marconi invece dovrebbe essere trasformata in una casa per gli studenti con sale letture e  biblioteche, la mensa sarà allestita nell’ex scuola elementare di via Maglie, le sale espositive saranno nei Bastioni San Giacomo, la Chiesa del Cristo diventerà la chiesa degli universitari con spazi per concerti e conferenze, la palestra Oddo fornirebbe uno spazio sportivo dedicato anche agli studenti, con spazi verdi tra via Spalato, Porta Lecce, canale Patri e i Bastioni.

Nello specifico tre saranno gli edifici completamente ristrutturati e trasformati: la sede universitaria con le proprie funzioni didattiche ed amministrative all’interno del vecchio palazzo degli anni ’50, che era stato realizzato quale sede dell’Agenzia delle Entrate; il sistema di accoglienza degli studenti e dei docenti universitari è stato previsto all’interno del Convento dei Domenicani, poi adibito a sede dell’istituto tecnico commerciale “G. Marconi”; la mensa universitaria, aperta anche alla città,  che sarà collocata all’interno della ex succursale della scuola elementare “G. B. Perasso”. A queste strutture si aggiungono quella della storica palestra “Oddo”, da rifunzionalizzare e riqualificare a servizio anche del polo accademico e l’attuale sede della Croce Rossa Italiana. Si è ritenuto necessario prevedere un intervento di rigenerazione del verde spontaneo e naturale della zona retrostante via Bastione San Giacomo, dove trova spazio l’ampliamento del nuovo Parco della Rimembranza.

L’ex Agenzia delle Entrate fu costruita tra il 1954 e il 1955 e si estende per 6mila metri quadrati. Nel progetto della sua trasformazione in sede universitaria si prevede l’ingresso principale da via Nazario Sauro, con un’adeguata porta di ingresso all’Ateneo, anche con un allargamento della zona pedonale antistante.  Al piano terra, nel vasto ingresso, è presente un pannello murario in mosaico che rappresenta scene della città di Brindisi. L’opera fu realizzata per rispetto alla legge n. 717/1949, che prevedeva che il 2% dell’importo lavori di ogni opera pubblica fosse destinato alla esecuzione di un’opera d’arte. Nel progetto si vorrebbe restaurarlo e tenerlo come ricordo della funzione originaria dell’edificio. Saranno localizzati all’interno dello stesso piano alcuni laboratori, il magazzino, depositi vari, bagni, la centrale termica e i servizi elettrici. Al primo piano, oltre all’ingresso, saranno allestite le funzioni di servizio alla didattica, come la zona segreteria-accoglienza, i servizi per gli studenti (copisteria, libreria, cartoleria, un internet point, una caffetteria), la biblioteca con aula studio, la portineria vicino alle scale, l’archivio e l’aula magna con capienza di 150 posti, depositi vari. Al secondo e al terzo piano ci saranno invece le aule di diverse dimensioni e capienza, alcune attrezzate per il lavoro di gruppo, laboratori e studi per i docenti, spazi di incontro.  All’ultimo piano ci saranno la presidenza, la sala del consiglio, la segreteria del preside, le aule studio e di ricevimento dei docenti, uffici, depositi, bagni e bagni disabili. I lavori di ristrutturazione da realizzare sono molteplici: dagli impianti di climatizzazione inverno/estate negli uffici e nelle aule alla sistemazione delle aree esterne; dalla manutenzione straordinaria delle facciate e delle coperture alle opere di adeguamento per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Le facciate sono intonacate con cemento tipo terranova grigio in discrete condizioni. Si prevede la realizzazione del cappotto termico su di esse, a garanzia del massimo raggiungimento di efficientamento energetico, senza alterarne il colore di rifinitura. I pavimenti potranno essere recuperati.  All’esterno sarà previsto un impianto di raccolta di acque pluviali dalle coperture dell’edificio sino all’interno di grandi vasche di filtraggio e sedimentazione per utilizzo come acque di innaffiamento e acque grezze a servizio dei locali igienico-sanitari dell’intero edificio. Gli infissi esterni verranno sostituti con infissi con telaio in legno di rovere e diaframma esterno in alluminio. Le porte interne verranno sostituite con nuove e moderne. Gli ascensori verranno sostituiti con nuovi dotati di porte rei, di collegamento telefonico di emergenza, di segnalazioni acustiche alle fermate e fotocellule verticali. Un impianto fotovoltaico verrà ubicato sulla copertura dell’edificio.

Per il sindaco Riccardo Rossi una grande sfida da realizzare entro il 30 marzo 2026, come prevede il Pnrr. Il progetto c’è ed è stato finanziato. I fondi Pnrr potranno sbloccare una grande parte dell’economia della città, con l’apertura di nuovi cantieri e l’impiego di aziende locali. E Brindisi finalmente avrebbe la sua Università con una offerta formativa che dovrà essere completare e alternativa a quella già esistente negli altri capoluoghi. Ma nello stesso tempo bisognerà trovare i fondi per l’attivazione delle Facoltà. E in questo la Regione dovrà dare il suo contributo, che sino ad oggi in questo settore, da queste parti, non ha mai fornito.

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