“Una famiglia in prestito: ecco come aiutare i nostri bambini”

INTERVENTO/ Brindisi vive ormai da troppi anni, la tragedia di un impoverimento sempre maggiore delle famiglie,  i cui componenti non riescono a trovare una collocazione lavorativa o la perdono dopo aver avuto dei figli.

Le amministrazioni che si sono succedute non hanno garantito nulla ai cittadini se non con posti di precari, condannando la città ad un ricatto occupazionale che l’ha condizionata nelle scelte anche e soprattutto elettorali: utilizzati come contenitori di voti, trattati come esseri senza dignità, acquistati come merce al mercato. Se “pagano” il vostro voto, ricordatevelo, non vi devono più nulla; se “pagano” il vostro voto e perché sanno di non meritarlo; se “pagano” il vostro voto devono recuperare “ l’investimento” una volta che si sono insediati.

Brindisi accusa oggi i colpi inferti da 20 anni di disamministrazione o, in almeno 3 casi,  di “amministrazione a delinquere”. E’ chiaro che la democrazia rappresentativa ha fallito, ha tradito gli elettori, non può più essere una strada percorribile in senso assoluto. Per uscire da questo girone infernale nel quale siamo piombati esiste un modo semplice: ripartire dal basso.

Il popolo deve ritornare sovrano, andando ad amministrare personalmente la Casa Comunale, ognuno con le proprie competenze e lasciando a casa sua chi ha saccheggiato le nostre tasche per decenni. Con uno scatto d’orgoglio tutto brindisino, riconquistando la dignità che gli è stata sottratta. Nella nostra idea di città, c’è una “Brindisi che aiuterà Brindisi” a risollevarsi, risanando le sacche di povertà, nell’attesa della realizzazione di progetti a medio termine che ricostituiranno le casse del comune e creeranno nuovi posti di lavoro.  Esiste un progetto, già attuato in altri comuni e funzionante, che contribuirà a colmare il gap da sempre esistente tra famiglie considerate di serie A e di serie B, riporterà coesione sociale e riscoperta di quei valori che, da sempre, contraddistinguono i miei concittadini: solidarietà, amicizia, amore per la propria terra. I bambini non avvertono le differenze con i loro coetanei e noi ripartiremo da loro, per costruire una Brindisi migliore. Abbiamo pensato al progetto: “Una Famiglia in Prestito”. Le famiglie brindisine che ne hanno la possibilità economica si impegneranno a prendere in affidamento familiare con una accoglienza temporanea nella propria casa e nella propria vita di un bambino, di un ragazzo o di una famiglia Durante l’affidamento rimarrà ovviamente saldo il legame fra il bimbo, il ragazzo e la sua famiglia di origine.
Si tratta, in sostanza, di un aiuto alla famiglia di origine, lasciandole il tempo che le è necessario per affrontare e risolvere i suoi problemi, appoggiata e sostenuta dai Servizi sociali del comune e sanitari. Questa tipologia di affidamento è disciplinata dalla legge 184/83 così come modificata dalla legge 149/2001 e prevede due tipi di affidamento:

  1. Residenziale: quando il bambino trascorre con gli affidatari giorno e notte pur mantenendo rapporti periodici con la propria famiglia
  2. Diurno: il bambino trascorre con la famiglia affidataria parte della giornata, ma a sera torna a casa dai suoi genitori.

 Il comune, attraverso l’assessorato alle politiche sociali, creerà una Casa dell’Affidamento dove fare incontrare le famiglie e fare il training. Prevederà inoltre un  contributo alle spese da riconoscere agli affidatari con possibilità di aumento in relazione a gravi problematiche (es. disabilità).

Ricordiamoci che facciamo parte di un Comune premiato con la Medaglia d’Oro al Valor Civile proprio per qualcosa di simile avvenuto nel 1991, all’epoca dell’esodo albanese. Brindisi ebbe notorietà nel mondo per esempio di solidarietà, mentre ora si parla di noi solo quando ci arrestano il sindaco per corruzione.

Simona Pino D’Astore

 

 

 

 

 

 

 

1 Commento

  1. Gentile Signora, lei dice cose condivisibili ed apprezzabili, ma commette un piccolo errore . Lei cerca di mettere una pezza “a colore” su un problema terribile quale la povertà, ma non propone di rimuovere le CAUSE che la determinano.E ciò lo fanno, chi in buona fede ( come lei) e chi in malafede come altri candidati o candidandi. Così facendo siamo sempre a gestire una situazione precaria,emergenziale,a cercare di curare una fistola purulenta invece di cauterizzarla, anche con il fuoco se del caso. E allora si ricorre all’assistenzialismo malandrino, creando ulteriori bubboni mangiasoldi come le PARTECIPATE. Bisogna invece CREARE LE CONDIZIONI AFFINCHE’ BRINDISI DIVENTI POSTO APPETIBILE PER FAR GIUNGERE INVESTITORI, e non farli scappare via come IDIOTAMENTE ed IDEOLOGICAMENTE si è fatto in un recente passato. Fai lavorare le persone, abbatti la disoccupazione e vedi come si riduce la miseria ed i suoi problemi. Poi , per quella iniziativa di solidarietà, non parli di sussidi ma di detrazione al 100% sulle tasse: il discorso diventerà più appetibile e più pratico.

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