Vende funghi in strada, condannato a 4 mesi

LATIANO – Mai più amaro fu il Lactarius tesquorum meglio noto, dalle nostre parti, come “amarieddu”. Sono stati, infatti, i prelibati ma pericolosi funghi a mettere nei guai N.L.R., un uomo di Latiano, che lo scorso 3 gennaio fu fermato dalla Guardia di Finanza di Francavilla Fontana mentre vendeva il frutto delle sue ricerche tra i boschi in strada, nel suo paese. Il tribunale di Brindisi lo ha condannato a 4 mesi di reclusione e 100 euro di multa per il commercio di sostanze alimentari nocive. I militari delle Fiamme Gialle gli sequestrarono 17 chilogrammi di funghi che furono sottoposti all’analisi del dottor Antonio Tursi, ispettore micologo dell’Ausl di Brindisi.

L’esperto concluse che si trattava proprio di funghi del tipo lactarius tesquorum, la cui vendita è proibita a causa della loro tossicità. «Il teste – si legge nella sentenza  – sentito in dibattimento, ha rimarcato che, sebbene tale varietà sia particolarmente apprezzata nella zona del Salento, dove detti funghi sono volgarmente conosciuti con il nome di “marieddhu” e regolarmente consumati, essi, di fatto, sono caratterizzati dalla presenza di tossine e, pertanto, possono in concreto provocare delle intossicazioni, causando sintomatologia gastroenterica caratterizzata da vomito, diarrea e dolori addominali, tale da rendere necessario il ricorso alle cure ospedaliere».

Dunque, nonostante i salentini siano ghiotti di questi funghi, esse sono ritenuti tossici per soggetti intolleranti o poco abituati al loro consumo. Per questo motivo, pur riconoscendo le attenuanti all’uomo, il giudice ha emesso una sentenza di condanna nei confronti di N.L.R. a 4 mesi e al pagamento di una multa di 100 euro. La pena detentiva è stata sospesa. L’uomo, ora, non toccherà più, se mai tornerà ad andare per funghi, i prelibati ma tossici “amarieddi”, memore della sentenza di condanna inflittagli dal tribunale di Brindisi, lasciandoli, a malincuore, fra i cespugli.

BrindisiOggi

 

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