Fare Verde: i volontari ripuliscono dai rifiuti il litorale brindisino

BRINDISI – Si è svolta anche a Brindisi domenica scorsa (28 gennaio) la manifestazione indetta da Fare Verde “Mare d’Inverno 2018”. I volontari hanno ripulito dai rifiuti la costa in prossimità del Castello Alfonsino.

Sotto la esperta guida di Mariarita Malorzo, da sempre animatrice dell’iniziativa, domenica mattina i volontari si sono dati da fare per riportare le spiagge e il litorale decoroso.

Prima della pulizia

In particolare, sulla costa brindisina, in prossimità del Castello Alfonsino,  i volontari dell’associazione, coadiuvati da alcuni cittadini presentatisi spontaneamente per dare una mano, hanno raccolto ben 73 sacconi di rifiuti, di cui 4 contenenti vetro, 1 metalli (lattine e bombolette spray), e i restanti plastica, oltre a numerose boe, bidoni, di cui uno pieno di olio esausto, pezzi di reti da pesca, cordame, e tantissimo legno giunto in mare quasi certamente  riversato dai fiumi che ivi sboccano.

Sicuramente più di un migliaio di chilogrammi di rifiuti, di cui la stragrande maggioranza composta da plastica di tutti i tipi e forme, che è stata raccolta e che, tramite i mezzi della ditta Ecotecnica che ha aderito all’iniziativa, sono stati eliminati dal litorale e inviati a smaltimento.

“Ovviamente, non è compito del volontariato sostituirsi alle carenze delle amministrazioni pubbliche – sottolinea Malorzo – e delle aziende di raccolta, e farsi carico delle pulizie di litorali, spazi verdi e aree comuni: il nostro compito è quello di sensibilizzare e lanciare messaggi positivi ed allo stesso tempo facilmente comprensibili dai cittadini, in maniera tale da poter intervenire positivamente sull’ecosistema, nel rispetto degli abitanti del pianeta, presenti, e soprattutto futuri”.

Dopo la pulizia

La stragrande maggioranza di quei rifiuti non è stata lasciata in spiaggia, ma è arrivata dal mare con la risacca o nelle giornate di forte vento: tante navi, purtroppo, dalle mercantili alle passeggeri, anziché scaricare-pagando- i rifiuti in porto, preferiscono disfarsi di parte del carico in mare, al largo, come se questo potesse far scomparire i rifiuti nel nulla.

“Purtroppo non è così, ed i rifiuti gettati in mare, come un boomerang ritornano da noi, – continua – e siccome siamo dei lanciatori inesperti, il boomerang puntualmente ci colpisce sul naso, facendoci del male. Le spiagge si sporcano, sia in inverno che in estate, la plastica fine si deteriora, e viene mangiata dai pesci, di cui ci cibiamo, entrando nel circuito alimentare ed aumentando i casi di cancro, le buste vengono mangiare dalle tartarughe, che le scambiano per meduse e se ne cibano finendo soffocate sino a morirne”.

“La soluzione deve darla la politica, con leggi più severe e regole certe sullo smaltimento, ma anche e soprattutto invitando, sino ad obbligarle, le aziende, a ridurre la produzione di materiali usa e getta, e sopratutto evitando il packaging: a quanti sarà capitato di comprare un piccolo elettrodomestico, e aver dovuto gettare via scartandolo l’involucro, il contenitore, buste e bustine, polistirolo, ecc.. Tutte cose che paghiamo 2 volte, la prima volta alla cassa, (perché ovviamente il produttore ne aggiunge il costo a quello reale dell’elettrodomestico), ed una seconda volta, appena arrivati a casa, sotto forma di tassa per i rifiuti, per pagare il Comune che a sua volta paga una ditta affinché ritiri il nostro rifiuto per andarlo a smaltire, in discarica o presso gli impianti di trattamento” conclude Malorzo,

BrindisiOggi

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