La storia di Silvano: il pizzaiolo brindisino multato perché povero

BRINDISI – Un esercito di nuovi poveri sta rapidamente popolando le città italiane. Questa nuova categoria astratta “inventata” dagli esperti di statistica per spiegare gli effetti dell’onnipresente crisi che il mondo sta vivendo, è composta da persone in carne e ossa. Gente con un passato fatto di normalità che la vita ha spedito in fondo alla fila. In mezzo a una strada. A questa categoria appartiene Silvano Fortunato, pizzaiolo 58enne brindisino.

Silvano vive da 4 mesi per le vie di Brindisi, la sua città. In questi giorni, spinto dal freddo e dalla pioggia, ha cercato riparo nella sala d’attesa della stazione. Non disturba nessuno, cerca solo un posto al coperto dove difendersi dall’inverno, il primo che passerà senza un tetto sopra la testa. Nei giorni scorsi, per Silvano, si è consumata un’amara beffa, da aggiungere agli altri colpi bassi che la vita gli ha riservato finora. Silvano è stato multato perché povero.

La Polfer, infatti, ha stilato un verbale per sanzionare il pizzaiolo a causa della sua sosta prolungata nella sala d’aspetto della stazione. «È venuto un agente stamattina (ieri per chi legge, ndr) e mi ha detto che qui non ci posso stare perché non ho un biglietto del treno. Io ho risposto che ci sono tanti altri che passano la notte in stazione ma il poliziotto mi ha messo le mani addosso, frugandomi nelle tasche, e mi ha multato». Silvano racconta che, come lui, sono molti a popolare la stazione nelle ore notturne. «Tassisti abusivi, zingari, altri nella mia condizione. Tutti passano la notte in stazione ma io vengo multato».

L’inferno di Silvano è cominciato 2 anni fa, quando ha perso il lavoro. «Da allora le cose non hanno fatto che peggiorare – racconta – Per un po’ ho tirato avanti, poi mia moglie, una donna polacca con cui sono stato sposato per 10 anni, è scappata, lasciandomi solo. Non ho nessuno su cui contare». Silvano ha anche un altro passato, più remoto, fatto di un altro matrimonio e di due figli. «Sono in contatto con loro, vivono a Bologna, ma anche loro sono disoccupati e non possono prendermi in casa con loro né, tantomeno, io posso raggiungerli». A Brindisi, Silvano avrebbe anche una sorella ma i rapporti con lei non sono dei migliori. «Gli unici a darmi una mano sono il parroco e un amico che mi portano da mangiare e mi offrono un po’ di soldi per andare avanti».

E le istituzioni? «Gli assistenti sociali non mi danno retta. Prima ricevevo il contributo di 300 euro al mese, col quale dovevo pagare l’affitto. Ho saltato due mesi e me l’hanno tolto. Ma se non ho un lavoro come faccio a campare e a pagare contemporaneamente l’affitto con 300 euro al mese se mi danno 300 euro al mese?». I conti non tornano, nella vita di Silvano, da troppo tempo ormai. E la sfiducia nel futuro, la convinzione che l’inerzia della sua condizione sia destinata a non cambiare diventa ogni giorno più forte.

A 58 anni e con una situazione come la sua è difficile trovare un nuovo lavoro, rimettersi in carreggiata. «Se mi presento in questo stato, come un barbone, nessuno mi prenderà mai a lavorare. Già il lavoro è poco, figuriamoci per uno messo come me! Io sono un pizzaiolo ma accetterei qualsiasi proposta pur di lavorare, guadagnare qualcosa e riuscire a risollevarmi». Silvano, però, non è un barbone. È un pizzaiolo. «Accetterei qualsiasi lavoro onesto e dignitoso ma è difficile per me, lo so».

Maurizio Distante

6 Commenti

  1. silvano fortunato e un bravo pizzaiolo, il suo cognome e fortunato, ma infondo infondonon e solo povero sfortunato,

  2. Silvano vive da 4 mesi per le vie di Brindisi, la sua città. In questi giorni, spinto dal freddo e dalla pioggia, ha cercato riparo nella sala d’attesa della stazione.

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