Prestiti usurai alle donne disagiate, cerca di sopprimere le prove, in carcere 43enne

OSTUNI- Accusata di usura era finita ai domiciliari nella vasta operazione messa a segno il 2 agosto scorso  dagli agenti del commissariamento di Ostuni quando furono arrestate 11 persone tra la città bianca e Napoli.  Ma la detenzione in casa per Angelina Urgese, 43 anni di Francavilla Fontana, ritenuta punto di riferimento del sodalizio criminoso è durata pochi giorni, dopo ulteriori indagini la donna è stata portata in carcere. Il provvedimento di aggravamento della misura cautelare, è stato emesso dal presidente della sezione gip-gup del tribunale di Brindisi, Valerio Fracassi.

Durante le indagini sono stati scoperti altri tre casi di usura che vengono contestati a Urgesi nei confronti di alcune donne del posto in forte disagio economico. Ascoltate dai poliziotti le vittime hanno raccontato tutto, anche delle minacce per ottenere mensilmente le elevate somme di denaro a titolo di interessi per i prestiti concessi. Sembrerebbe che la donna pur di ottenere il denaro suggeriva alle sue vittime di vendere le case. Per spaventarle raccontava anche di alcuni suoi parenti pericolosi che si trovavano nel carcere di Napoli. A fronte delle tante richieste e dell’impossibilità di poter dare quelle grosse forme di denaro una della malcapitate aveva anche pensato di tentare il suicidio. Sarebbe stata la stessa Angelina Urgesi a farla desistere da questo pensiero.

La situazione di Urgesi si è aggravata dopo gli arresti domiciliari perché gli agenti, coordinati dal vice questore  Francesco Angiuli, hanno accertato che la donna servendosi della figlia minorenne ha cercato di far distruggere le prove documentali riguardanti i prestiti. In poche parole ha mandato la figlia da una delle vittime, la minorenne avrebbe detto alla donna: “mamma mi ha detto di dirti: vedi tu che fare”.

Condotta che dagli inquirenti è stata ritenuta come di inquinamento delle prove, con la possibilità di reiterare il reato. Motivo per il quale Urgesi è stata portata in carcere. Ad avallare i casi di usura anche diverse intercettazioni nella mani degli investigatori già prima degli arresti del 2 agosto. Intanto delle importanti novità potrebbero emergere anche sul fronte napoletano, sono in corso ulteriori indagini. Nell’operazione finirono in manette i fratelli  Marco, Cosimo e Domenico Valente, Saverio Palma, 40 anni di Ostuni, Angelina Urgesi, 43 anni di Francavilla Fontana, Rosa Ioime, 42 anni di Napoli, Rosario Ercolano, 30 anni di Napoli, Giovanni Ciccarone, 46 anni di Ostuni, Teresa Monaco, 37 anni di Ostuni, Francesco Rendina, 52 anni di Ostuni, Fabio Saponaro, 23 anni di Ostuni.

BrindisiOggi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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